di Brigida Stagno
Stanchezza, soprattutto al mattino, calo di energia, perdita di interessi, apatia, calo del desiderio sessuale, ma anche ansia, preoccupazione, malesseri fisici, come mal di testa, dolori muscolari, difficoltà digestive: otto milioni di italiani devono fare i conti ogni giorno con i sintomi del “male oscuro”.Più frequente nelle donne, la depressione compare tra i 20 e i 50 anni, in media intorno ai 40 anni, ma nessuna età ne è immune: il rischio di avere un episodio depressivo nel corso della vita è del 15-17%. Nelle ultime generazioni, probabilmente per la diffusione dell’abuso di sostanze e di uno stile di vita sempre più irregolare, l’età di esordio è scesa sotto i 20 anni.Le cifre parlano chiaro, tanto che pochi giorni fa il Senato ha approvato una mozione con cui il Governo si impegna a sensibilizzare la popolazione sulla depressione, come malattia curabile, a migliorare diagnosi e cure su tutto il territorio, rafforzare la rete dei medici di medicina generale e i centri plurispecialistici, potenziare gli ambulatori di supporto psicologico convenzionati con il SSN. Ci auguriamo che le promesse diventino realtà.La depressione può comparire improvvisamente, ma più spesso è preceduta da un periodo, di giorni o mesi, di “sintomi- spia”, come facilità a cambiare umore, riduzione delle energie, difficoltà di concentrazione, inappetenza, insonnia, spesso attribuiti a cause esistenziali o a malattie fisiche, con conseguente ritardo nella diagnosi e nella cura.Senza la terapia la depressione dura in media da 6 a 12 mesi, ma può essere molto più breve (settimane) o superare nel 20 per cento dei casi i 2 anni ( si parla allora di “ depressione cronica”). Frequenti però le ricadute: il 50-65% delle persone ha, nel corso della vita, almeno tre episodi e il 10% può superare i dieci. Soprattutto se non curata, la depressione può facilitare l’abuso di sostanze stupefacenti e di alcol (in particolare nei giovani), peggiorando la situazione.Curarla si può. “Se correttamente utilizzati, gli antidepressivi sono efficaci nell’80-90% dei casi –spiega il professor Antonio Tundo, direttore dell’ Istituto di Psicopatologia di Roma – “Ne esistono diverse classi: nelle forme più gravi si ricorre ai triciclici, in quelle di gravità lieve-media agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (l’ormone che regola il tono dell’umore).Gli inibitori delle monoaminoossidasi (IMAO) sono riservati invece a particolari sottotipi di depressione (detta “atipica”), in cui lo stato d’animo cambia continuamente, e alle forme resistenti, che non migliorano cioè con le medicine. In presenza di ansia e insonnia si può aggiungere, per un periodo di tempo limitato, una benzodiazepina, cioè un ansiolitico.La durata della cura? Varia da 5-6 mesi, per il primo episodio e per le forme che si presentano sporadicamente, fino a diversi anni, quando le recidive sono frequenti. E’ sempre utile integrare i farmaci con una psicoterapia cognitivo-comportamentale o interpersonale che, oltre a fornire un sostegno emotivo in fase acuta, sembrerebbe ridurre il rischio di ricadute.”Ma attenzione. Non esiste una cura valida per tutti e l’intervento deve essere sempre personalizzato in base, tra l’altro, all’età, alla gravità e al tipo di sintomi. “Nei bambini e negli adolescenti – continua Tundo- si preferisce utilizzare prima la psicoterapia, aggiungendo eventualmente dopo un antidepressivo selettivo per la serotonina.Nelle forme che si manifestano abitualmente in autunno-inverno (o “depressione stagionale”) per la riduzione delle ore di luce, oltre agli antidepressivi si può utilizzare la “terapia della luce”, che consiste nell’esposizione ogni mattina per 30 minuti alla luce di una particolare lampada.Nelle forme “resistenti”, che non si sono cioè risolte dopo due o più tentativi di cura, è spesso possibile sbloccare la situazione associando più antidepressivi, che agiscono su neurotrasmettitori diversi, oppure un antidepressivo e un farmaco in grado di potenziarne l’effetto. Si tratta di terapie complesse, da effettuare solo in centri ultra-specializzati e con esperienza consolidata”.Per chi soffre di depressione può essere utile anche seguire alcune semplici norme di vita, in particolare fare attività fisica e mangiare in modo corretto. E’ ormai dimostrato che la ginnastica aerobica, svolta con regolarità e possibilmente sempre nello stesso momento della giornata, potenzia l’azione degli antidepressivi e contribuisce a sincronizzare i ritmi circadiani, spesso alterati (come stare peggio al mattino e meglio la sera o dormire di giorno ed essere insonni di notte).Anche una corretta alimentazione aiuta a stabilizzare il tono dell’umore: alimenti a basso contenuto glicemico e alcuni nutrienti come magnesio, triptofano, acido folico e altre vitamine del gruppo B hanno un impatto positivo sull’umore, mentre un’eccessiva quantità di zuccheri causa sintomi simili a quelli della depressione, come sonnolenza e apatia, e un eccesso di grassi saturi riduce le capacità di concentrazione e memoria.Utili, per alcune forme di depressione, gli acidi grassi omega 3, contenuti nei pesci (salmone, sgombro, merluzzo, sardine, pesce spada e crostacei), nei cereali, nelle noci, nelle mandorle, nei kiwi e nei legumi.
da: http://notizie.tiscali.it
Commento del Dottor Zambello
La depressione é una malattia seria che molto spesso richiede un intervento polispecialistico. E’ vero che si può presentare con gravità diverse e qualche volta basta intervenire a un livello più esterno, comportamentale, per avere buoni e a volte ottimi risultati. D’altra parte, é anche vero che avere voglia di alimentarsi in modo corretto e programmato e qualcuno che per mesi ti segue su questo piano, égià, al di la dei contenuti, una situazione terapeutica. Ribadisco comunque, ciò che l’articolo già dice, nella stragrande maggioranza dei casi bisogna intervenire con terapie mirate che nella mia esperienza debbono essere una sinergia di terapia farmacologica e psicoterapeutica.