Magazine Cinema
Anno: 2000
Durata: 102 minuti
Trailer:
PRESENTI SPOILER! (praticamente vi racconto tutto il film.)
Nessuno mi aveva avvisato. Carico il film, mi accomodo sul divano, incosciente di quello che REALMENTE avrei visto, e premo play.
Voi non fatelo mai.
Preparatevi, leggete, informatevi, perché questo film vi sconvolgerà. Vi smuoverà le budella, vi spezzerà il cuore, vi porterà in un mondo in cui non volevate entrare.
Un mondo in cui Harry (Jared, mi leggi? Sei bellissimo, t.a.t.) deve gestire la sua tossicodipendenza, quella della sua ragazza Marion, quella del suo amico Tyrone e i problemi con sua madre, rimasta vedova e che cerca di dimagrire nel modo sbagliato (prima il dispiacere di avere una figlia posseduta, poi diventa pure tossica, che brutta vita pora donna). Si parla di droga, nient'altro.
Il declino inizia in estate.
L'estate è la stagione della positività, dell'allegria, dei grandi progetti, tutto è roseo in estate, leggero come i vestiti da spiaggia, come un gelato di merenda. Sarah, la madre, riceve la notizia che sognava da sempre: potrà apparire finalmente in tv, nel suo programma preferito! Per apparire al meglio, si mette a dieta, si tinge i capelli, ha finalmente la sua occasione e vuole sfruttarla al meglio. La storia d'amore tra Harry e Marion procede a gonfie vele, si amano, lei progetta di aprire un negozio d'abbigliamento, ha talento, possono farcela. E possono farcela soprattutto perchè Harry e Tyrone hanno la 'loro occasione', una partita di droga che li può rendere ricchi, e che gli permetterà di realizzare i loro sogni.
Dicono veramente così: 'La nostra grande occasione'.
Parliamo di droga, capite? Ma quanto è SBAGLIATO?
Però funziona. Tutto sembra funzionare. I ragazzi fanno soldi, Sarah dimagrisce. Siamo in estate, e tutto va per il meglio.
Ma l'estate non dura in eterno, prima o poi l'autunno arriva. E comincia a portarsi via le ore assolate, la leggerezza della mancanza di pensieri, perché arrivano i problemi. Non c'è ancora il gelo terrificante dell'inverno, ma ci vuole la giacchetta. Perché la droga inizia a scarseggiare, Harry e Tyrone non sanno come procurarsela, Marion ne sente un bisogno assoluto e le pillole che il medico ha prescritto a Sarah per dimagrire non sono del semplice Kilokal. Tutto diventa più scuro, angoscioso, ha smesso di splendere il sole estivo e si vede. Inizia il declino, il vortice che coglierà le loro vite e da cui non potranno più uscire. Ed è in autunno che si vede la terrificante scena della prostituzione di Marion. Niente scene squallide di ragazze in stazione che si sentono chiedere 'Quanto vuoi?'. Una cena elegante, lei bellissima, il sesso al buio e Harry seduto inquieto e disperato ad aspettarla a casa. Mi ha spezzato il cuore. Mi ha reso insostenibile guardarla, perché sentivo l'amarezza dentro, la disperazione di un gesto che ti fa orrore ma che ti senti costretta a fare perché questa è la vita che TU hai scelto.
Da qui, l'arrivo dell'inverno è un secondo. Ormai è tutto irrimediabilmente compromesso. Il gelo è sceso, sono lontani i mesi della leggerezza. Sarah è ufficialmente una tossicodipendente, gli sguardi che lancia al frigorifero, il suo nemico, sono talmente pieni di inquietudine da non riuscire a esprimerla. Vedere il suo viso logorarsi, la tinta dei capelli arretrare di fronte all'incedere della ricrescita, il suo collo tirato e scavato, lo sguardo terrorizzato, è un'esperienza che ti rimane dentro, grazie ad un'interpretazione che ha del sovrannaturale. Un Oscar non sarebbe stato sufficiente a premiare tale coinvolgimento, tale intelligenza, tale realtà.
Harry e Tyrone vengono arrestati, con il primo in fin di vita per un braccio infetto (e credetemi, potrete aver visto i film più gore della storia, ma vedere l'ago inserirsi per l'ennesima volta in quel buco sporco e malato, vi darà uno dei più forti pugni nello stomaco che ricorderete), Sarah è ricoverata in un ospedale psichiatrico e Marion è ufficialmente entrata nel giro della prostituzione (vederla così esposta, su quel tavolo, con il 'Dai! Dai! Dai!' degli uomini intorno mi ha ricordato quella scena di quel film estremo - e qui chiedo l'aiuto dei lettori più colti di me - in cui esponevano una donna di colore al centro della stanza, come se fosse un cane da concorso).
L'ultima sequenza è indescrivibile. Delirante, allucinante, dolorosa, crudele, surreale, difficile da vedere.
Questi sono i film che dovrebbero proiettare nelle scuole superiori. Scene estreme e tutto il resto, ma i 18enni non sono sempre sprovveduti, conoscono il sesso e conoscono la droga. Uno schiaffo così poderoso in pieno viso non potrebbero prenderlo da nessun altra parte, se non guardando Requiem for a dream.
Interpretazioni perfette sotto ogni punto di vista, una regia quasi poderosa e una colonna sonora da pelle d'oca.
Finita la visione mi sono sentita svuotata, stanca, sporca, dolorante. Se non è Cinema questo, io proprio non so.
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