Le sorelle Bronte in un dipinto
E così, dopo la versione degli anni Quaranta con Joan Fontaine e Orson Welles (intitolata nel nostro Paese in maniera decisamente poco corretta La porta proibita), quella degli anni Novanta con Charlotte Gainsborough e William Hurt e la versione della BBC del 2006, al cinema è tornata Jane Eyre, con la regia di un nippo americano, Cary Fukunaga, la sceneggiatura di un'italo inglese, Moira Buffini, nel ruolo di Jane un'australiana di origine slava, Mia Wasikowska e in quello di Rochester un tedesco naturalizzato inglese, Michael Fassbender, a sancire l'internazionalità del successo delle sorelle Bronte.
Una versione, questa ultima, costruita intorno ad un flash back, ottimamente realizzata, asciugata (scelta che non è piaciuta a tutti) da molto romanticismo e scene madri, ma che obiettivamente avvicinerà e riavvicinerà molti lettori all'opera delle sorelle Bronte, Charlotte in testa, inventrice di questa eroina anticonformista, bruttina, non certo una damigella in pericolo, che reagisce a pericoli e soprusi e che in un'epoca in cui le donne non avevano diritti chiede di essere rispettata innanzitutto come persona.
Non ai livelli di Jane Austen come popolarità e influenza sulla letteratura contemporanea, le sorelle Bronte, la pacata Anne, la passionale Emily e la pragmatica Charlotte incontrano comunque consensi e interessi nel pubblico letterario, cinematografico e televisivo. Prossimamente vedremo al cinema anche una nuova versione di Cime tempestose (Whuthering Heights), diretto da una donna, l'inglese Andrea Arnold, che ha scelto di fare dello zingaro Heathcliff un ragazzo di colore. Se nell'attesa ci
si vuole intrattenere con le sorelle Bronte, ragazze dello Yorkshire, costrette a scrivere sotto pseudonimo maschile e, tranne Charlotte, diventate famose dopo la morte, ci sono alcune proposte editoriali e non.
Cime tempestose versione 2012
I romanzi delle sorelle Bronte sono disponibili in edizione tascabile presso diversi editori italiani, oltre che in lingua inglese, con vari commenti critici e note di approfondimento. Reperibili in dvd anche per il mercato anglosassone gli adattamenti cinematografici e anche televisivi (realizzati, come per la Austen, a scadenza fissa dalla BBC). Purtroppo è invece di difficile reperibilità un interessante film francese, ma impeccabile nella realizzazione e nell'ambientazione, di André Techine del 1979, intitolato Les soeur Bronte con Marie France Pisier (recentemente e tragicamente scomparsa) nel ruolo di Charlotte, Isabelle Huppert nel ruolo di Anne e un'intensa Isabelle Adjani come Emily, di nuovo eroina romantica come in Adele H, Camille Claudel La regina Margot.
Le agenzie di viaggio in loco organizzano gite e tour nello Yorkshire nei luoghi raccontati dalle sorelle, allora inospitali, con le comodità di oggi di indubbio fascino, soprattutto se visitati nella stagione estiva. C'è tempo quindi per organizzarsi, e comunque York, con la suggestiva cattedrale, è a due ore e mezza di treno da Londra.
Le famose brughiere puteggiate di erica dello Yorkshire
Rimanendo per ora in casa nelle fresche serate d'autunno, è da consigliare il romanzo biografico I sogni perduti delle sorelle Bronte di Syrie James (Piemme), già autrice de Il diario segreto di Jane Austen, dove viene ricostruita la vicenda umana delle tre scrittrici, appassionante come un romanzo con il rigore di una biografia storica, per scoprire la vera storia di chi ha inventato Heatcliff, Catherine, Jane e Rochester, durante lunghe serate fredde a lume di candela in un cottage in mezzo alla brughiera battuta dal vento.
Si registrano due seguiti a Jane Eyre: uno, in teoria per un pubblico infantile ma in realtà piacevole per tutti èLa bambinaia francese della nostra Bianca Pitzorno, romanzo che si sofferma anche sulla cornice storica di eventi dell'epoca di Jane Eyre, a cominciare dalle rivoluzioni del Quarantotto, e che dà una nuova possibilità di vita a Berta, la moglie folle di Rochester, qui una vittima salvata dalla protagonista della vicenda. Un universo parallelo comunque affascinante, per un personaggio che normalmente viene visto come emblema di follia e perversione, grazie anche alle interpretazioni della
dolente ed ex trasgressiva Maria Schneider nel film di Zeffirelli e della quasi vampirica Valentina Cervi nell'ultima versione. Più recentemente è uscito per la Tea La figlia di Jane Eyre di Elizabeth Newark incentrato sulla storia di Janet, la figlia di Jane e Rochester, ormai diciottenne e in una situazione ben diversa da quella di sua madre, che si doveva guadagnare il pane per vivere, e cioè al suo debutto in società.
Non rassicuranti come Jane Austen (ma siamo sicuri che lo sia poi davvero), appassionate e gotiche, le sorelle Bronte tornano quindi periodicamente a influenzare fantasie e sogni, con i loro misteri, i loro castelli, le loro brughiere spazzate dal vento, con eroine indomite e passioni da non dimenticare.
Elena Romanello
VE LE RICORDATE?
SCENE MEMORABILI DAI ROMANZI DELLE SORELLE BRONTE
Questo interessante excursus di Elena sui romanzi delle sorelle Bronte mi ha fatto venire in mente che alcuni di essi contengono scene davvero indimenticabili per noi 'romance addicted', riprese dai tanti adattamenti cinematografici e televisivi che sono stati fatti. Ricordiamone qualcuna.
Da JANE EYRE (1847) di CHARLOTTE BRONTE
Potete leggere la versione originale di questo estratto QUI.Nuova edizione nella collana YClassicGiunti
"L'Irlanda è lontana, Janet, e mi dispiace di esporre la mia piccola amica a un viaggio così faticoso: ma se non ho di meglio, come evitarlo? Non credete, Jane, di avere delle affinità con me?" Non potevo arrischiarmi a rispondere, in quel momento: mi si era fermato il cuore."Perché", proseguì, "a volte ho una strana sensazione nei vostri riguardi... specialmente quando mi siete vicina come adesso: è come se avessi un laccio in qualche parte del mio petto, vicino al cuore, annodato stretto e in modo indistricabile a un laccio eguale situato nella parte corrispondente della vostra piccola persona. E se quel tempestoso Canale e circa duecento miglia di terra si frapporranno fra di noi, temo che questo legame che ci unisce si spezzerà; e ho l'intima convinzione che comincerò a sanguinare qui dentro. Quanto a voi... mi dimenticherete". "Questo mai, signore: voi sapete... " Impossibile continuare. "Jane, udite questo usignolo che canta nel bosco? Ascoltate!" Nell'ascoltare ero scossa da singhiozzi convulsi; perché non riuscivo più a reprimere quel che provavo; costretta ad arrendermi, ero scossa da capo a piedi da una profonda angoscia Quando parlai fu solo per esprimere il desiderio violento di non esser mai nata o almeno di non essere mai giunta a Thornfield. "Perché vi dispiace lasciarlo?" La violenza dell'emozione, che il dolore e l'amore esaltavano, reclamava il suo dominio e lottava per ottenerlo pienamente, affermava il suo diritto a imporsi su tutto, a traboccare, a vivere, a elevarsi, a trionfare infine e, sì... a parlare. "Mi duole di lasciare Thornfield: io amo Thornfield... lo amo perché vi ho vissuto una vita piena e gioiosa... almeno per un momento. Nessuno mi ha calpestata, nessuno mi ha trattata come un oggetto. Non sono rimasta sepolta con esseri inferiori, non sono stata esclusa da ogni barlume di comunione con ciò che è luminoso, vivo e alto. Ho potuto parlare da eguale e con piacere con una persona che rispetto... con una mente originale, vigorosa e aperta. Ho conosciuto voi, signor Rochester; e mi sento piena di terrore e di angoscia nel pensare che devo assolutamente allontanarmi da voi e per sempre. Vedo la necessità della mia partenza, ed è per me come vedere la necessità della morte". "E dove vedete questa necessità? ", domandò lui improvvisamente. "Dove? Voi stesso, signore, me l'avete messa dinanzi". "In che modo?" "Sotto forma della signorina Ingram; una donna bella e nobile... la vostra sposa! ""La mia sposa! Quale sposa? Io non ho spose!" "Ma l'avrete". "Sì... l'avrò... l'avrò!" Strinse i denti. "Dunque devo andare... l'avete detto voi stesso". "No: dovete rimanere! Lo giuro... e questo giuramento sarà mantenuto". "Vi dico che devo andare!", ribattei, spinta ormai dalla passione. "Pensate che possa restare senza essere più nulla per voi? Credete che sia un automa?... una macchina senza sentimenti? Che possa sopportare di sentirmi strappare dalle labbra il mio boccone di pane e gettar via dal bicchiere la goccia d'acqua che mi dà vita? Credete che perché sono povera, oscura, semplice e piccola, non abbia un'anima e un cuore? Vi sbagliate!... Ho un'anima come voi... e un cuore come il vostro! E se Dio mi avesse concesso una qualche bellezza e molta ricchezza, vi avrei reso penoso il separarvi da me come lo è per me il separarmi da voi. Io non parlo adesso secondo gli usi e le convenzioni, e neppure come un essere fatto di carne... è la mia anima che si rivolge alla vostra anima: proprio come se entrambe fossero al di là della tomba e ci trovassimo ai piedi di Dio, eguali... come siamo!" "Come siamo!", ripetè il signor Rochester... "così", aggiunse chiudendomi fra le braccia, stringendomi al petto e premendo le sue labbra sulle mie: "così, Jane!" "Sì, così, signore", risposi, "e tuttavia non così; perché voi siete un uomo sposato... o come se foste sposato, e legato a una donna che vi è inferiore... per la quale non avete simpatia... che non credo amiate veramente; perché vi ho visto e udito deriderla. Io disprezzerei una simile unione: quindi sono migliore di voi... lasciatemi andare!" "Dove, Jane? In Irlanda?" "Sì, in Irlanda. Ho detto quel che pensavo e adesso posso andare dappertutto". "Jane, calmatevi; non dibattetevi come un uccello selvaggio che si strappa le
Scena dal film di Zeffirelli(1996)
penne per la disperazione". "Io non sono un uccello; e nessuna rete può invilupparmi; sono un essere libero con una volontà indipendente di cui mi valgo adesso per lasciarvi". Un altro sforzo e riuscii quasi a liberarmi, rimasi in piedi dinanzi a lui. "La vostra volontà deciderà del vostro destino", disse; "vi offro la mia mano, il mio cuore e una parte di tutto quello che possiedo". "Recitate una commedia che mi fa soltanto ridere". "Vi chiedo di trascorrere la vita al mio fianco... di essere il mio secondo me stesso e la migliore compagna su questa terra". "Per tutto questo avete ...già fatto la vostra scelta, e dovete mantenerla". "Jane, restate un momento: siete sovreccitata: sarò calmo anch'io". Un soffio di vento venne dal viale di allori e vibrò fra i rami dell'ippocastano; fuggì via... via... in una indefinita lontananza... e si spense. Il canto dell'usignolo era l'unica voce in quell'ora: nell'ascoltarlo piansi di nuovo. Il signor Rochester sedeva tranquillo, guardandomi serio e commosso. Passò qualche tempo prima che parlasse; poi disse: "Venite al mio fianco, Jane, e cerchiamo di spiegarci e di capirci". "Non verrò più al vostro fianco: mi sono distaccata e non posso tornare". "Ma Jane, vi chiedo in moglie: solo voi intendevo sposare". Rimasi in silenzio: credevo che si burlasse di me. "Venite, Jane... venite qui". "Vostra moglie sta fra noi". Si alzò e con un passo mi raggiunse. "Mia moglie è qui", disse tirandomi ancora a sé, "perché quella che è pari ed eguale a me è qui. Jane, volete sposarmi?" Ancora una volta non risposi e ancora una volta mi divincolai dalla sua stretta: perché continuavo a non crederci. "Dubitate di me, Jane?" "Sì, dubito di voi". "Non avete fiducia in me?" "Neppure un briciolo". "Sono dunque un bugiardo per voi?", domandò con passione. "Piccola scettica, dovrete convincervi. Che...amore ho per la signorina Ingram? Nessuno; e questo lo sapete. Che amore ha lei per me? Nessuno: come mi son preso la pena di dimostrare: ho messo in giro la voce che la mia fortuna non era nemmeno un terzo di quella supposta, e poi mi sono presentato per vedere il risultato: grande freddezza da parte sua come da parte della madre. Non vorrei - e non potrei - sposare la signorina Ingram. Voi... voi, piccolo essere strano e quasi non terreno! È voi che amo come la mia stessa carne. E a voi... povera e oscura, piccola e semplice come siete... rivolgo la preghiera di accettarmi come marito". "Come? A me?", esclamai cominciando a credere nella sua sincerità per la sua passione e, soprattutto, per quei suoi modi spicci: "a me che non ho altri amici al mondo che voi... se mi siete amico: e nemmeno uno scellino che non abbia avuto da voi?" "A voi, Jane: voglio avervi per me... interamente per me. Volete essere mia? Dite di sì, presto". "Signor Rochester, fatemi vedere il volto: volgetevi verso la luna". "Perché?" "Perché voglio leggere la vostra espressione... voltatevi". "Ecco! Lo troverete poco più leggibile di una pagina spiegazzata e ...lacera. Leggete: ma fate presto, perché soffro". Il suo volto era quanto mai inquieto ed eccitato, i lineamenti fortemente contratti, e negli occhi aveva strani bagliori. "Oh, Jane, mi torturate! ",esclamò. "Con questo sguardo indagatore, e tuttavia generoso e pieno di fiducia, è un tormento". "Come posso torturarvi? Se siete sincero e la vostra offerta è reale, i miei sentimenti per voi devono essere di gratitudine e di devozione... non possono torturare". "Gratitudine!", gridò; e aggiunse furioso: "Jane, accettatemi subito. Dite: Edward - chiamatemi per nome - Edward... ti sposerò". "Parlate con sincerità? È vero amore il vostro? Desiderate sinceramente che io sia vostra moglie?" "Sì; e se è necessario un giuramento per rassicurarvi, lo giuro". "Allora, signore, sarò vostra". "Edward devi dire... mia piccola sposa!" "Edward mio caro". "Vieni qui... vieni qui, ora", disse; e aggiunse nel suo tono più profondo, parlandomi all'orecchio mentre teneva la guancia sulla mia: "Fai la mia felicità... io farò la
Scena dal film di Fakunaga(2011)
tua". "Dio mi perdoni!", esclamò poco dopo; "e gli uomini non si mettano di mezzo: ora che ce l'ho, saprò custodirla". "Non c'è nessuno che possa mettersi di mezzo, signore. Non ho parenti che si intromettano". "No... e questa è la cosa migliore", disse...E, se lo avessi amato di meno, avrei scorto nella sua voce e nel suo sguardo un'esaltazione selvaggia; ma, seduta accanto a lui, liberata dall'incubo della partenza... inebriata al pensiero di quell'unione... pensavo solo alla benedizione che mi era stata concessa di bere a una fonte così copiosa. Più e più volte disse: "Sei felice, Jane? ". E più e più volte risposi: "Sì". Poi mormorò: "Sarà ristabilito l'equilibrio... l'equilibrio. Non la ho forse trovata senza amici, senza calore e senza aiuti? Non mi dedicherò forse a proteggerla, teneramente, a confortarla? Non vi è forse amore nel mio cuore e fermezza nelle mie decisioni? Sarò giustificato al tribunale di Dio. So che il mio Creatore giudica quello che faccio. Quanto al giudizio del mondo... me ne lavo le mani. Quanto all'opinione degli uomini... la sfido!" Ma che cosa era accaduto, quella notte? La luna non era ancora tramontata, e noi eravamo immersi nel buio: gli ero così vicina eppure potevo appena vedere il suo volto. E che cosa tormentava l'ippocastano? Si torceva e si lamentava, mentre il vento infuriava lungo il viale degli allori e passava violento sopra di noi. "Dobbiamo rientrare", disse il signor Rochester: "il tempo cambia. Sarei rimasto qui con te fino al mattino, Jane". "Anch'io", pensai. E forse lo avrei detto ma un lampo livido e accecante guizzò fuori da una nube, seguito da uno schianto, un fragore, e rimbombò vicinissimo il tuono; pensai solo a nascondere gli occhi abbagliati contro la spalla del signor Rochester. La pioggia scrosciò improvvisa. Egli mi spinse in fretta lungo il viale, attraverso il parco, fino a casa; ma eravamo già inzuppati prima di raggiungere la soglia. Mentre mi stavo togliendo lo scialle e scuotendo l'acqua dai capelli scarmigliati, la signora Fairfax uscì dal suo salottino. Dapprima non la vidi, né la vide il signor Rochester. La lampada era accesa. Il pendolo suonò mezzanotte. "Affrettati a toglierti gli abiti bagnati", mi disse lui, "ma, prima che tu vada, buona notte... buona notte, mia cara". Mi baciò più volte. (Jane Eyre, Cap. XXIII)
SULLO SCHERMO QUESTA SCENA L'HANNO RICREATA COSI'...
Dalla miniserie TV JANE EYRE della BBC (2006) con Ruth Wilson e Toby Stephens
Da CIME TEMPESTOSE (WHUTHERING HEIGHTS,1847) di EMILY BRONTE
Edizione Giunti, collana Y Classic
Potete leggere la versione originale del capitolo IX da cui è tratta questa citazioneo QUI.
"My love for Linton is like the foliage in the woods; time will change it, I'm well aware, as winter changes the trees. My love for Heathcliff resembles the eternal rocks beneath--a source of little visible delight, but necessary. Nelly, I am Heathcliff! He's always, always in my mind--not as a pleasure, any more than I am always a pleasure to myself, but as my own being." Whutherin Heights, Ch.IX
"Il mio amore per Linton è come il fogliame dei boschi; il tempo lo muterà, ne sono cosapevole, come l'inverno muta gli alberi. Il mio amore per Heathcliff assomiglia alle rocce eterne laggiù - fonte di ben poco piacere visibile, ma necessarie. Nelly, Io sono Heathcliff! Lui è sempre, sempre nella mia mente - non come un piacere, non più di quanto io sia sempre un piacere per me, ma come il mio stesso essere." Cime Tempestose, Cap. IX
SULLO SCHERMO QUESTA SCENA L'HANNO RICREATA COSI'...
Dal film WHUTHERING HEIGHTS (1992) con Ralph Finnes e Juliette Binoche
AVETE LETTO I ROMANZI DELLE SORELLE BRONTE? QUAL E' IL VOSTRO PREFERITO? QUAL E' L'ADATTAMENTO PER CINEMA O TV DEI SINGOLI ROMANZI CHE VI HA SODDISFATTO DI PIU' ?