Siamo franche. Da queste parti le uniche due specie disposte a procreare sono:
- Le giovani donne, fidanzate da quando avevano 13 anni con un solo uomo, che progettano la loro vita su un’asse da stiro.
- Le non-più-tanto-giovani donne in carriera che, arrivate ad un passo dalla menopausa e dopo aver fatto accurati casting per la babysitter perfetta, scrivono sulla loro fitta agenda il giorno dell’ovulazione per mettere in cantiere la prole.
Se appartenete all’una o all’altra categoria, non vogliatemi male: a voi va la mia più profonda e incondizionata stima per la capacità di pianificare una cosa che a me per ben due volte è capitata come una doccia gelata.
Nel sottobosco mammifero, striscia silenziosa un’altra categoria di procreatrici, a cui sento, a ragione di appartenere: le giovani donne con ambizioni non ancora ben a fuoco, che dopo aver incrociato lo sguardo di qualche prestante belloccio barbuto, si ritrovano dopo 9 mesi con un pupo in braccio e ancora lo spritz in mano. Nella beatitudine spensierata che solo a vent’anni, la figliolanza diventa un divertente incidente di percorso, che ti tiene impegnata giusto il tempo di insegnargli a sputare il nocciolo dell’oliva e a cibarsi di noccioline.Purtroppo per motivi su cui non sto qua a discettare, gli esemplari della suddetta specie sono bestie rare che rischiano l’estinzione a causa della depressione post partum. Ma io che sono una donna fortunata, dopo 3 anni di mammitudine solitaria, un attimo prima di abbandonarmi ai deliri frustrati di casalinga part time, ecco spuntare una Big Messed up Mum, al secolo, Francesca. L’incontro avvenne durante la festa di compleanno del suo secondogenito. Io, fino a quel momento unica impavida ad organizzare festicciole in casa al grido di Do-It-Yourself, mi ritrovai catapultata in un inaspettato Circus Party, dove ogni cosa (dalla tovaglia alla torta, dai festoni ai cakepops) era stata pensata e preparata dalla giovane mamma dell’altrettanto giovane festeggiato. E fu amore.Accomunate da una profonda aberrazione nei confronti di altre mamme che comprano blocchetti prestampati di inviti, trascorriamo spesso, ma soprattutto volentieri, i nostri pomeriggi alternando grembiulini e little black dresses. Ma attaccati alle nostre gonnelle ci sono ben 4 figli, due a testa (per lei solo maschi, per me solo femmine), che nonostante le età molto differenti, hanno saputo organizzarsi in un gruppo di gioco eterogeneo ma ben equilibrato (quello dei nostri due più piccoli pare più un’associazione a delinquere ma questa è un’altra storia).
Insomma, cosa fanno due mamme del genere durante una pigra domenica col sole, con i rispettivi mariti un po’ stakanovisti, un po’ latitanti? Facile. Non si perdono d’animo e decidono di unire le loro forze multitaskig. Così io e la BigMessedUpFrancesca, la settimana scorsa, con un'auto rossa straripante di mocciosi urlanti e con tutto lo scibile in fatto di picnic, ce ne siamo andate al bosco di Capodimonte (luogo ameno, seppur la fauna locale, costituita perlopiù da parcheggiatori abusivi, sia difficile da gestire).
Nonostante l'immancabile mossa di viscere sincronizzata dei due più piccoli, quando hai il cappotto addosso e le chiavi della macchina ben strette tra le mani, la giornata bucolica procede senza intoppi. I bambini giocano, noi indossiamo i loro gentili omaggi floreali, stendiamo un telo variopinto, srotoliamo vivande e stappiamo anche una bella bottiglia di vino rosso (con tanto di calici, perché non ci facciamo mancare niente). Ogni tanto dobbiamo andare a recuperare nel bosco un fuggiasco pronto ad afferrare un bel mazzo di ortiche, ma per il resto ci siamo tutti divertiti. Parliamo di tutto: di bimbi, di shopping, di varicelle, di vacanze. E di blog. Perché siamo mamme, oltre le gambe c’è di più. Ci sono due blog. Due bei blog.
E decidiamo che questa collaborazione tra giovani genitrici non può rimanere il rifugio segreto dalla noia domenicale, ma deve assurgere a livelli più alti. Essere mamme è una condizione totalizzante ma non asfissiante: tra il lavoro (che amo visceralmente, come i più sapranno), la casa e la famiglia, il tempo davvero mio è ridotto ai minimi termini, ma le forze sono centuplicate.
Si può essere mamme e contemporaneamente tantissime altre cose. Le ambizioni che abbiamo temporaneamente messo da parte (nel mio caso: diventare una rockstar o al peggio la groupie di una rockstar) per cambiare pannolini e preparare pappine, devono essere rispolverate e ricollocate in una nuova dimensione. Per ora iniziamo con questo featuring sul blog, sperando porti ad entrambe cose belle, per il resto si vedrà. Le affinità elettive sono una cosa seria ed è bene assecondarle.
Se qualcuna, di passaggio da queste parti, si sentisse parte in causa e volesse aggregarsi a questo picnic virtuale, sappiate che può mettersi comoda e raccontare qui sotto nei commenti. Sarò ben lieta di versare in un calice un bel po’ di vino rosso.