Non solo marketing

Creato il 21 dicembre 2010 da Fabio1983
Aldo Grasso scriveva ieri sul Corriere della Sera del successo – al di là dello share ottenuto da Sky – del “marchioRomanzo Criminale, la serie, misurabile in followers su Facebook o in download illegali delle ultime puntate trasmesse e delle applicazioni dedicate per iPhone. Tutti aspetti convergenti, osservava Grasso. Ma Grasso nella sua disamina ha dimenticato un aspetto fondamentale: il successo di Romanzo Criminale è soprattutto popolare. Gli “affascinanti” antieroi che rievocano, seppur da lontano, gli “antichi fasti” della Banda della Magliana hanno compiuto l’impresa di fare breccia su un pubblico eterogeneo prevaricando qualsiasi barriera culturale. Per una volta, di questi tempi, è accaduto che i media alternativi al piccolo schermo hanno sfruttato l’onda di un successo consolidato e non viceversa. Romanzo Criminale rappresenta la rivisitazione di uno spaccato di storia italiana, capace di coinvolgere le masse non grazie alle mirate strategie di marketing (in passato discutibili), ma per via di un fascino che da sempre personaggi dannati – nessuno esalta i crimini, tantomeno se particolarmente efferati – esercitano sul pubblico. Con l’aggravante – in questo caso favorevole al prodotto televisivo – che le storie narrate sono il retaggio di vicende talvolta già conosciute da molti, non esclusivamente a Roma. E se Mediaset, analogamente con la serie Visitors, non è riuscita a registrare un ritorno di tale portata pur convergendo le sinergie in campo, viene da sé la risposta.

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