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Non son rose…

Creato il 01 maggio 2013 da Pane & Rose

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Nel 1983 Luigi Pintor, allora direttore del Manifesto, scrisse una frase che oggi si potrebbe riscrivere in altro modo. Lui allora, alla fine della prima repubblica, scrisse: “Non moriremo democristiani”. Pintor è morto 10 anni fa, nel 2003. Lui sicuramente avrebbe trovato in questi giorni (alla vigilia della terza, dato che la seconda è marcita in 20 anni di berlusconismo medicalmente assistito anche dal centro sinistra) modi più acuti e sovversivi di riscrivere quella sua frase. Noi la prendiamo ad esempio, gli sottraiamo il non e vediamo come suona: “moriremo democristiani”. Oggi però non sono quelli brutti, tristi, vecchi, grigi, tutti uomini, sempre uguali. No no, oggi sono diventati giovani, manageriali, un poco socialisti, un poco liberali, un poco radicali, molte donne, una addirittura di colore! (Maroni era preoccupato e questo è un bene). Hanno studiato, fatto master, conoscono le lingue, hanno capacità retorica, hanno visione del futuro, vanno al cinema, ascoltano la musica rock, hanno utilitarie e vestono sportivi. Non sono di destra e non sono di sinistra, sono un po’ e un po’. Enrico ha fatto un governo per tutti i gusti (come titola oggi Il Manifesto) no, non per tutti, forse per molti ma non per tutti. Però ora una cosa è più certa: in questo paese c’è un’opposizione, speriamo faccia sul serio il suo lavoro.

Per finire un pensiero a quanto accaduto domenica 28 Aprile davanti a Palazzo Chigi. Avere in mano una pistola e sparare sono due atti violenti e disperati e colui che li compie ha già perso la sua vita molto prima di quei due gesti. Ha perso il contatto con se stesso e con la realtà perché quei gesti li ha meditati, preparati, organizzati, disperatamente e coscientemente. Quel povero cristo di Luigi Preiti ha coniugato violenza, disperazione e megalomania, ha ferito due persone più lievemente e una molto più gravemente. Arrivare ad usare un’arma segnala che tutte le altre facoltà umane di Luigi si erano offuscate e tutti i suoi pensieri sull’esistenza si erano azzerati. Questo azzeramento dell’anima di un uomo è una sua personale responsabilità. Certo quell’uomo aveva bisogno di aiuto, la sua vita era forse un inferno e nessuno, a partire da se stesso, ha potuto aiutarlo. Ora avrà modo di vedersi in faccia e non sarà un bel vedere. Speriamo trovi almeno il senso della realtà, il dolore del gesto e poi anche il pentimento.

 

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