Magazine Diario personale

Non sono le canzoni a commuovermi

Da Maddalena_pr

TUTTI VERSATI DENTRO A QUESTO SPETTACOLO, ALLA SUA RIUSCITA: QUESTO È IL MIRACOLO

spettacolo 1_pe_wprnNon è per la musica.
Suona forte e piano, s’alza e s’abbassa, comandata da una maestra grossa che la Isa piange appena la vede.
Non è per quella scatola rossa in mezzo al salone.
Non è per i bambini, la fila ordinata.

Sorridi alle prime note, i piccoli entrano, ognuno cerca il proprio. Aspetta. Poi lo vede, s’incrociano sorrisi come ali, senza disturbare il cielo.
Ti basta un fazzoletto, per questo spettacolo. Il resto te lo danno loro.
Però non è per quello.

Non è per le belle parole della recita, per le righe poetiche delle canzoni. Per l’atmosfera, tutta, l’albero di Natale al fondo, il presepe che c’ha i personaggi fatti coi rotoli di carta igienica, eppure è santo, santo lo stesso, santo che se ne frega della battaglia per la laicità. E ha dentro il sorriso e le mani dei bambini che l’hanno allestito.

Non è per questo. E nemmeno per tutte quelle maglie rosse, i jeans, che compongono una squadra omogenea di piccole vite.

Quando cominciano a uscire, uno a uno. Prendere posto dove sapevano. Uno a uno. Guardare davanti, senza distrazioni, solo un ammiccare svelto e fugace al genitore e poi via, concentrati, attenti. Con la dedizione che sfratta ogni altro pensiero, tutti versati dentro a questo spettacolo, alla sua riuscita: questo è il miracolo.

È per l’impegno profuso, l’ingenuo affidarsi a chi li guida. La costanza, la pazienza, il rigore con cui ognuno di loro si è speso. Anche quelli che definiamo piccole pesti, i timidi come i chiacchieroni, gli introversi e i buffoni, i maschi e le femmine, gli italiani e gli stranieri. È per questo che resto senza fiato.

Quegli occhi fieri, sicuri di fare bene. Fiduciosi e forti.
C’è qualcosa che lega la forza all’ingenuità, l’ingenuità alla fiducia.

Se fossimo capaci di applicarci alle cose con la stessa, diligente, obbediente passione, la stessa determinazione. Con quello slancio. Che apre cinquanta bocche all’unisono, cinquanta ne chiude, e agita mani e sgrana pupille…


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog