Nell’ultimo consiglio comunale, svolto il 5 Aprile, tra i punti dell’ordine del giorno c’era la proposta di conferire la cittadinanza onoraria Bakari, il giovane Maliano tenuto segregato (o comunque semi-segregato) in condizioni pressappoco disumane, da un nostro anziano concittadino.
Personalmente, come credo molti nostri concittadini, ho trovato questa proposta una scelta di civiltà da parte dell’amministrazione, che dimostra tutta la volontà di una comunità a voler sostenere quella buona politica e quel comportamento civile ed etico, a favore dell’inclusione sociale e contro ogni forma di razzismo che sfortunatamente si verifica nel nostro territorio.
C’è da dire, che l’amministrazione comunale, insieme alla cittadinanza e all’associazione “IntegriAMIAMOCI”, hanno mostrato, con azioni concrete, tutta la solidarietà nei confronti di questo nostro fratello sfortunato, vittima dell’ignoranza e di una certa retro-cultura che considera il diverso non come essere umano, portatore di diritti umani inviolabili, ma mero soggetto economico con scarsi diritti, da poter sfruttare a proprio piacimento.
Come spero sia evidente, la volontà di dare la cittadinanza a questo nostro fratello da parte dell’amministrazione rappresenta un’ulteriore azione a livello simbolico, nel proseguire la buona politica dell’inclusione e integrazione sociale e della lotta contro il razzismo. Inoltre questa scelta è un modo per riscattare la nostra comunità da un torto, se pur di immagine, subito da questo evento increscioso. Insomma, sarebbe un’occasione ulteriore per dimostrare la voglia dei nostri cittadini di allontanarsi dalla piaga incivile, e spesso subdola, del razzismo e dello sfruttamento del diverso in tutte le sue manifestazioni sociali e civili.
Fatta questa premessa, ho trovato quanto meno raccapriccianti gli interventi di alcuni dei nostri consiglieri comunali che, seppur affermando di “Non essere razzisti….” e che in linea di principio non sono contrari al conferimento della cittadinanza onoraria al nostro confratello Maliano, (vittima di questo increscioso atto di razzismo e di inciviltà), nutrono tuttavia dei dubbi in merito a questa scelta.
Questi dubbi a loro dire consistono nel fatto che c’è ancora un’indagine in corso e che quindi conferire la cittadinanza onoraria a questo nostro fratello comporterebbe la condanna automatica del cittadino Canicattinese coinvolto in questa incresciosa faccenda. Inoltre, alcuni consiglieri hanno messo anche in dubbio la veridicità degli eventi. affermando che il Maliano non era effettivamente segregato in quanto alcuni nostri concittadini lo avrebbero visto girare per il paese. Infine, con la solita retorica della lotta tra poveri, uno dei nostri consiglieri ha fatto notare che ci sono molti cittadini Canicattinesi ridotti anch’essi ad uno stato di marginalità sociale di cui l’amministrazione deve innanzitutto farsi carico.
Trovo veramente incomprensibili questi interventi da parte di alcuni dei nostri consiglieri. Sembra che siamo di fronte a quella retorica che, nel voler difendere, se pur inconsciamente, un nostro concittadino, (nonostante abbia presumibilmente commesso un crimine) piuttosto che lo straniero, (vittima) ribalta la verità dei fatti, facendo quasi diventare la vittima un carnefice, ripercorrendo inoltre quell’altra pessima retorica della lotta tra poveri, in cui prima si deve pensare a tutelare i nostri, poi, se mai ci riusciamo, tuteleremo anche lo “straniero”.
Fra l’altro, non capisco nè la reazione, nè i dubbi, di alcuni dei nostri consiglieri, visto che conferire la cittadinanza onoraria a questo nostro fratello non comporta nulla, e nulla toglie alla nostra comunità, essendo solo un atto formale che ha un valore simbolico – valore simbolico che anzi può solo arricchire, da un punto di vista sociale ed etico, la nostra comunità, facendoci percorrere quella strada, piena di difficoltà concrete e subdole, che ci porta alla convivenza ed integrazione civile con il cosiddetto “straniero”, il quale è giusto che viva, non da parziale ma da pieno cittadino, con tutti i diritti umani che gli spettano, nella nostra comunità.
Da cittadino Canicattinese, che fra l’altro, per esperienza personale, sa cosa vuol dire emigrare, avrei preferito che non ci fossero stati alcuni dubbi nel sostenere pienamente e immediatamente la proposta di conferire la cittadinanza onoraria al nostro fratello Maliano. Ma sarà che forse sono cinico, ma quando sento una persona iniziare un discorso apparentemente buonista, puntualizzando con enfasi: “Non sono razzista…. ma…..” in fondo in fondo mi sorgono dei dubbi.
Marcello Mozzicato
Archiviato in:Amministrazione, Società Civile