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Non sposate le mie figlie!

Creato il 05 febbraio 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
  • Anno: 2014
  • Durata: 97'
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Philippe de Chauveron
  • Data di uscita: 05-February-2015

Dopo il successo in Francia, con 12 milioni di spettatori, arriva in sala Non sposate le mie figlie!, farraginosa e insipida commedia romantica su razzismo e integrazione

Trama: Claude e Marie Verneuil sono una coppia borghese e cattolica della provincia francese, che proprio non riesce a mandar giù i matrimoni di tre delle quattro figlie con altrettanti  generi che a tavola, prima di mangiare, non si fanno il segno della croce: un mussulmano, un ebreo e un cinese. Quando la quarta figlia convolerà a nozze con Charles, sì come Charles De Gaulle, sì cattolico, ma di origine ivoriane, per di più con un padre ex militare e intollerante verso gli europei, per i Verneuil sarà la goccia che farà traboccare il vaso del loro tracotante razzismo perbene.

Recensione: era il 1967 quando usciva in America Indovina chi viene a cena? firmato dall’accorta regia di Stanley Kramer, che sfruttava i toni leggeri e disimpegnati della commedia per trattare un argomento all’epoca tutt’altro che comico: il matrimonio misto. Nella lotta del padre Matt Drayton tra la propria coscienza e il genero nero John Prentice si condensava lo sviluppo delicato e intelligente di una felice morale d’integrazione etnica e culturale. Niente di più lontano nella commediola del francese Philippe de Chaveron, dove i generi di papà Claude si moltiplicano e l’umorismo scivola continuamente su abusati cliché, battute infelici e uno stiracchiato buonismo di facciata.

Il difetto più grosso della pellicola sta nel raccontare una storia con la quale con molta difficoltà si riesce ad entrare in empatia, tra personaggi che sono macchiette più che protagonisti credibili e una sceneggiatura spesso vacillante, che anche nei momenti in cui cerca di darsi un tono, cimentandosi in discorsoni su rispetto, immigrazione etc… si rivela estremamente deludente per la debolezza delle argomentazioni. In bilico tra una tolleranza di compromesso e l’ironia del “in fondo siamo tutti un po’ razzisti”, il film cerca di risolvere le sue contraddizioni in un finale tanto scontato quanto prevedibile, intorno all’ennesimo banchetto nuziale multietnico dove tutti fanno a gara di complimenti e parole smielate.

Se Indovina chi viene a cena? era riuscito a portare sul grande schermo una storia complessa per quegli anni con la dolcezza manierata della tradizione hollywoodiana, quasi cinquant’anni dopo Non sposate le mie figlie! non sa far altro che sminuire il piglio satirico e  le tematiche importanti che solo nelle intenzioni vorrebbe portare avanti, cercando banalmente la risata tra battute razziste e provocazioni religiose.

Domiziana Ferrari


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