Forse. E comunque i Maya non potevano saperne un cazzo

Una base dalla quale partire è questo librino di Mariano Tomatis. Lungi dall’essere perfetto, però. L’introduzione sui calendari maya è da mal di testa. D’accordo: è utile per capire da dove arriva la presunta profezia. Però al lettore senza troppo tempo per approfondire e ricordarsi i nomi rimane soprattutto l’impressione che i Maya fossero un popolo psicologicamente disturbato, per inventarsi un simile sistema demenziale di calendari. Invece su altri argomenti Tomatis glissa troppo: piacerebbe saperne di più sulla faccenda dei Poli, per esempio. Senza contare i giochetti con le carte e i dadi, che suonano un po’ come una presa per il culo (Ok, di fatto sono una presa per il culo). In ogni caso, questo è un buon testo, agile e veloce (lettura di una sera, per intenderci), sul quale cominciare a documentarsi.
Ah, un consiglio importante. Preparati alla fatidica domanda finale del tuo interlocutore: “Ma come fai a essere così sicuro che il 20 dicembre 2012 non succederà davvero niente?”. Se in precedenza hai costruito una convincente argomentazione razionale, a quel punto la risposta più efficace è: “Vaffanculo”. Ma questo lo dico io, non Tomatis.
M. Tomatis, 2012, Iacobelli
Piace: Il fatto che sia il primo libro serio in italiano sull’argomento.
Non piace: L’eccessivo approfondimento sui calendari maya, il sorvolo su alcuni temi che avrebbero potuto essere approfonditi di più, i giochetti con le carte e i dadi che francamente c’entrano poco.
Voto: 7/10