Oggi mi ritrovo con molti insospettabili amici, ma senza voglia di rincorrere sogni e amori. Non riesco più a smettere di bere, e nemmeno ad essere un personaggio divertente.
Questa notte quattro persone mi hanno portato a casa, dopo avere sopportato la mia sbronza e i miei terribili lamenti derivati da uno stomaco che ha deciso di licenziarsi.Mi hanno visto mentre vomitavo, perdevo i sensi, andavo in iperventilazione.Mi dispiace.Mi dispiace perché un tempo ero divertente, ed oggi mi accorgo di fare molta pena, e di non essere capace di fare ridere più nessuno. Non volevo diventare così.Non ho ancora trovato il coraggio di andare dalla psicoterapeuta nonostante le abbia scritto diverse mail. Confido nella terapia della scrittura, sperando funzioni.
Ivan e Silvia ieri si sono sposati, ed erano bellissimi. Vederli così belli mi ha inumidito gli occhi. E' stato tutto bello, tranne me, la mia caduta di stile. I miei eccessi, sono eccessivi.
Mi accorgo che cado sempre dentro quel pensiero. E che non riesco a liberarmene.Sono stato uno stupido qualche anno fa. Lo sapevo che sarebbe successo. Lo sapevo fin dall'inizio che non avrei dovuto scommettere sulla mia vita in quel modo. Ed invece ho dato retta alla speranza. Una speranza alimentata da carezze, baci, abbracci, orgasmi. Era bello stare con la testa sul cuscino e guardarla. E baciare ogni centimetro di quel viso.Li vivo ancora quei momenti. Ma poi mi sveglio e continuo a vomitare.
Questa notte Marco, Domenico, Monica e Jerry, stavano con me che non ero in me. O forse lo ero troppo. Chissà. Grazie ragazzi.La penultima volta c'era Ruben invece. Sempre pronto a sopportarmi e a elogiarmi. Cerca sempre di ricordarmi che valgo qualcosa. E' mio tifoso. E io gli voglio un bene estremo.L'altra volta c'erano Pegghi e sua moglie, mi hanno fatto parlare e mi hanno fatto bere acqua.Una volta è stata con me anche la Iaia. Che bimba cara!Ci sono stati Zeman, Baiso, Mario, Fabio, Katia, Jean, Linda e tanti altri. E qualche volta ci sono stati anche degli sconosciuti.E pensare che fino a poco tempo fa ero solo. Come quella notte di Novembre in cui mi addormentai sul marciapiede di una strada. O sulla panchina della piazza del paese.
Vorrei chiamare tutte le persone che conosco e dire: amici miei sono felice. E invece no, nemmeno la birra porta più i sorrisi, sembra portare solo lacrime anche lei.
“Ci tieni così poco alla tua vita ragazzo?” mi chiese Jari quella notte, mentre sdraiato sul ciglio della strada riprendevo i sensi.“Ci tengo tantissimo alla mia vita” avrei dovuto dirgli.Ed effettivamente ci tengo più di quanto si possa immaginare.Alice, dovevamo sposarci subito. Forse avresti fatto di me un uomo, e magari anche un bravo scrittore.