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Non tutte le amicizie riescono col buco…(279/365)

Da Silbietta @silbi_etta
Non tutte le amicizie riescono col buco…(279/365)

Photo: "Dunkin Donuts" - sxc.hu

Questo post nasce da una constatazione abbastanza semplice:
Così come non ci si può scegliere a priori la famiglia, ho scoperto sul campo che, una volta mamma, non puoi sceglierti nemmeno i genitori da frequentare.
Oddio, in realtà potresti e DEVI, ove possibile.
Solo in un unico, disgraziato, caso ti tocca mandar giù il boccone amaro:
Se i suddetti soggetti hanno messo al mondo l’amichetto/a del cuore della vostra prole.
Avete presente, no?
Quelli che compagni di banco ad ogni costo a partire dalla scuola materna, che si cercano e fanno di tutto per organizzare un pranzo tutti insieme, o una serata in pizzeria, o una capatina al cinema…

Ecco.
Se in quel caso i genitori proprio non riesci a mandarli giù…come cavolo ti comporti?
Evitarli è praticamente impossibile.
Magari puoi limitare gli incontri al minimo sindacale (salvo poi farsi comunque venire l’ulcera nel corso degli stessi…).
Ma non puoi fingere che non esistano.

Per mia disgrazia, Saruccia è affezionatissima alla sua amichetta del cuore della materna, più piccola di un anno ma, essendo nata a febbraio già frequentante il primo anno della scuola primaria.
In un altro istituto, grazie al cielo (scusate, è stato più forte di me…).

La tipa in questione è furbissima (e scaltra più di una quasi diciottenne ospite di non troppo misteriose feste in altrettante conosciute ville…), ha la non comune capacità di sembrare innocente anche davanti ad una lista di prove che metterebbero alle strette  un super ricercato…e penso sia la ragazzina più viziata, antipatica, maleducata ed ingestibile presente sul pianeta.

Certo, a sentire mia mamma, che l’ha tenuta un paio d’ore insieme a Saruccia un pomeriggio, è la reincarnazione di Santa Maria Goretti…ma dopotutto io e la mia genitrice abbiamo vedute divergenti su tutto…

I suoi genitori, se possibile, sono ancora peggio:
rumorosi, inopportuni, del tipo “Espediente è il mio stile di vita preferito”. E ovviamente convinti di avere come figlia un qualche miracolo di perfezione e generosità.

Dite che sono troppo esagerata?

Non so…ma se quest’estate foste stati con noi, in pizzeria avreste visto, nell’ordine:
La suddetta bimba diabolica prendere la sua pizza, farla in tanti piccoli pezzi, buttarne qua e la sul tavolo, poi alzarsi ogni 30 secondi per girare come una forsennata tra TUTTI i tavoli (occupati s’intende) a dare spintoni alle sedie (occupate pure quelle) a correre per poi fermarsi “inchiodando”, tornare al tavolo, prendere la Saruccia per un braccio e portarla a fare la stessa cosa (che rompere i maroni alla gente in due  è più divertente che farlo da soli). Nel frattempo avreste notato la sottoscritta che richiamava all’ordine la Saruccia, la quale ubbidiva ma, tempo un minuto e mezzo veniva di nuovo trascinata nel vortice degli spintoni (con la sottoscritta che la richiamava all’ordine a mo’ di girone infernale perchè si ricominciava tutto da capo), il marito che, proprio in quel momento era uscito “un attimo” insieme al padre dell’indemoniata.
E la mamma che, placida ingurgitava TUTTI i supplì presenti sul tavolo, senza proferire parola alcuna nei confronti della bimba e che, anzi, a digestione ultimata dei suddetti supplì mi ha apostrofato con un:

Certo che, però, Tu Fijia nun t’ascorta pe niente!!

Oppure, se nel frattempo foste riusciti a resistere allo scempio precedente, avreste potuto ascoltare una conversazione assai allucinante.
Non ricordo esattamente come, ma ad un certo punto mio marito se n’è uscito col fatto che era qualche anno che stavamo studiando la possibilità di andare a vivere in Canada.
Ed è stato in quel momento che il padre della piccola diavolessa ha deciso di esprimere il suo parere. Lui, che di solito non parla mai:

Anvedì! Tesò, come coso, come se chiama: Antonio! Pensa che a moje de st’Antonio ja rotto er c…. 8 anni co la storia che doveveno annà a vive a New York. E quanno erano finarmente pronti p’annà nun l’ha accannato e se n’annata via con n’artro, la t….??

Che io, voglio dire, solidarietà massima per st’Antonio…ma che attinenza ci sarebbe con la NOSTRA di situazione, scusa???

Ecco.

L’altro giorno mi è toccato di nuovo di uscirci.
Stavolta la sfida era ancora più estrema:
Loro 3, Saruccia, Io.
Affrontarli da sola.

Non vedevo l’ora di tornare a casa.
Soprattutto perchè la madre ogni tanto sgridava sua figlia, ma per gioco, utilizzando le frasi che di solito uso io per riprendere la Saruccia e mettendosi subito dopo a ridere di gusto.

Ecco.

Io mi trovo assai in difficoltà.
Perchè sul serio con questi tizi non voglio più averci nulla a che fare.
Perchè per loro vivere in Italia è “NA PACCHIA”, perchè evidentemente hanno trovato il modo per fregare il sistema (e questa cosa credo farebbe venire l’ulcera a tutte le persone che, come me, pagano le tasse, rispettano le leggi, si mettono in fila e aspettano il loro turno).
Perchè sono quelli che “io sta cosa a faccio mejo, io sta cosa l’ho comprata a metà prezzo, io so io e voi nun sete un c….”.

E soprattutto perchè, sinceramente, ogni volta che siamo insieme, prima o poi arriva il momento in cui io, o  mio marito, o entrambi, ci ritroviamo con questa faccia qui:

Non tutte le amicizie riescono col buco…(279/365)

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