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Non tutte le università sono gay-friendly

Da Lametamorfosiftm
Non tutte le università sono gay-friendlyArriva dall’Inghilterra la prima guida online alle università gay-friendly. Tutta opera della lobby di Stonewall, impegnata da anni nella lotta per i diritti di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, che ha individuato dieci parametri per “misurare” se, e in che modo, le accademie britanniche siano aperte ai diversi orientamenti sessuali. La futura matricola potrà così sapere, prima di iscriversi, se all’ateneo di Bath o a quello di Aberdeen si tengono abitualmente eventi per la comunità LGBT, se lo staff amministrativo abbia seguito corsi di formazione obbligatori sulle tematiche LGBT, se esiste una policy per proteggere gli studenti da eventuali atti di discriminazione. Oppure se l’ateneo sia dotato o meno di una politica di welfare a sostegno degli alunni LGBT, se siano presenti punti informativi, organizzazioni studentesche e reti sulle tematiche attinenti l’orientamento sessuale, se l’università inoltre sia in grado di assicurare un’adeguata rappresentanza nei propri meccanismi decisionali a studenti LGBT, ed altre informazioni di questo tipo.
Dati qualche volta difficili da reperire individualmente o che semplicemente necessitano di tempi lunghi di ricerca e che Stonewall ha deciso di raccogliere e mettere a portata di “click”. L’idea dell’associazione nasce dalla necessità di rendere l’esperienza universitaria il più gradevole e autentica possibile per ogni studente, nella convinzione che l’individuo riesca a dare il meglio di sé soltanto quando può essere se stesso. A fronte di testimonianze positive Stonewall, che dalla fine degli anni ottanta si occupa di diritti civili e di lotta alla discriminazione attraverso ricerca e lobby sulle istituzioni d’Oltremanica, era venuta a conoscenza di casi di inserimenti difficili all’interno del tessuto universitario e difficoltà a fare coming out con il proprio tutor da parte di studenti LGBT. La speciael guida dunque permette all’aspirante matricola di conoscere in anticipo l’ ”apertura” dei vari atenei anglosassoni agli orientamenti sessuali, e di effettuare una scelta che tenga conto anche di questo dato. D’altra parte le università stesse sono incentivate a migliorare il loro ranking mettendo in atto delle policy mirate a rispettare i parametri elaborati da Stonewall e la vivibilità stessa dell’università. Un circolo virtuoso insomma! Oltre che un atto di civiltà, nella convinzione che sia necessario “rendere le università un esempio di come la società dovrebbe essere”, dichiara Mr. Streeting, responsabile dell’area Educazione di Stonewall.
di Valentina Marino
Fonte: West-Info-EU
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