Telejato, la storica e coraggiosa televisione antimafia rischia di chiudere i battenti. La Corte Europea ha imposto per il 2 dicembre l'interruzione delle trasmissioni.
Il direttore Pino Maniaci, per la verità non solo lui, ha un dubbio, si domanda: " se dietro tutta questa vicenda ci sia l'ennesimo tentativo dimetterci il bavaglio ".
Ora, quando si sentono frasi simili dai " giornalisti di serie A ", vengono i brividi. Spesso si tratta soltanto di marketing, tecniche pubblicitarie per veicolare un prodotto, sia esso un libro, un film, un giornale, una trasmissione televisiva.
Ma quando a parlare di bavaglio è Pino Maniaci, che non è un " giornalista di serie B ", le cose cambiano, assumono un contenuto ed una veste diversa.
Il direttore di Telejato ha ricevuto molteplici minacce e subito diversi attentati mafiosi, alcuni gravi, poi ha accumulato qualcosa come 300 querele.
Altro che antimafia politica, qui c'è uno che nel lottare la mafia rischia " la pelliccia" tutti i giorni. Oggetto delle sue inchieste non solo soltanto i soliti noti politici, quelli che fanno affari con la mafia, lui si occupa direttamente dei ":non è un partito, significa "pezzi di merda".
L'ultima accusa che gli viene rivolta punta sul fatto che il segnale di Telejato, che trasmette sul canale 46 con 50 watt dal monte Bonifato, ad Alcamo, in provincia di Trapani, disturberebbe le trasmissioni televisive di Malta.
Insomma, si vuole " fari trasiri 'u sceccu p'a cura ".
Pino Maniaci merita tutta la nostra ammirazione e solidarietà, è uno che nei fatti " rompe il silenzio ".
"Non mi fermeranno - afferma il direttore di Telejato - dovranno arrestarmi per impedirmi di trasmettere con la mia televisione e continuare a fare quello che ho fatto sempre: denunciare il malcostume, la corruzione e la criminalità imperante da queste parti ".
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