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Tra i vari ricordi sbiaditi, ce n'è uno in particolare, un pomeriggio che ricordo con estrema lucidità. Mia madre "osò" farmi indossare un paio di pantaloni. Orrore! Piansi tutte le mie lacrime tanto da riuscire ad impietosire mia nonna che, da brava sarta qual è, riuscì in un'ora a trasformare l'odiato pantalone in una meravigliosa gonna. Quella volta ho vinto io.
Ricordate il film "Una donna in carriera"? Nessuno si aspettava, nel 1988, che una semplice segretaria potesse raggiungere i vertici del potere. Eppure power dressing è un'espressione coniata già nel 1975 da John T. Molloy nel libro Dress for Success, dove è ben spiegato come sia determinante per il successo, indossare determinati tipi di abiti.
Ma film fiabeschi a parte, la donna in carriera per eccellenza sembra essersi incarnata in Margharet Tacher, che con il suo atteggiamento menefreghista verso il frivolo e il dover compiacere qualcuno (figuriamoci gli uomini), si è guadagnata il soprannome The Iron Lady.
Per emanare solidità e serietà, la donna ha derubato il guardaroba maschile, imitandone lo stile attraverso colori, tagli e materiali.
Linee che ricalcano le più imbarazzanti memorie anni 80, dai colori aggressivi alle spalline esagerate. Abiti severi. Giacche abbottonate, cardigan che si allungano fino al ginocchio, spalle ben disegnate, cappotti squadrati, accenni militareschi, tessuti che azzerano la leggerezza. Trame grosse, tessuti pesanti.
Un'eleganza formale sottolineato da dettagli come guanti lunghi fino al gomito e maxibag tempestate di borchie. Per marciare sicure, contro plotoni di uomini, maxi plateau e ogni genere di surrogato fallico come boots, tronchetti, zeppe, tacchi grossi.
Un gioco di travestimenti, dove la donna per affermare se stessa, uscendo dal classico ruolo di madre e moglie, deve necessariamente "indossare i pantaloni". Storia vecchia? Forse meno di quanto pensiamo. La gioiosa onnipotenza di manager belle e agguerrite, poco disposte alla rinuncia, cominciano solo oggi a raccogliere frutti. Perché oggi le donne vogliono tutto, anzi devono.
Ma finché gli abiti non verranno culturalmente spogliati dal loro significato di genere, il potere continuerà ad essere associato ad un paio di pantaloni.
Quando si comincerà a volere la gonna??
“Nulla ha più fascino di un tailleur indossato con i tacchi a spillo”
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