Qui in barca non ho modo di seguire il blog con la consueta assiduità, anche se la copertura wi-fi gratuita della Sardegna, dove mi trovo, è abbastanza efficiente. A patto, ovviamente, di essere sulla terra ferma o almeno in porto.
Visto il periodo, mi vengono in mente argomenti collegati alle vacanze, sulle quali i commenti hanno già espresso pareri diversificati. Si va infatti dalle nonne rattristate dall’assenza estiva dei nipoti a quelle che dichiarano con franchezza di volersi dedicare esclusivamente al marito. La mia “moderata” predilezione va al consueto giusto mezzo, nel senso che – se la situazione personale non è di serio ostacolo – si dovrebbe riuscire a conciliare, oppure ad alternare, le diverse esigenze. Per esempio accade spesso che la nostra cura dei nipoti sia richiesta nel periodo appena successivo alla chiusura delle scuole quando i genitori sono ancora al lavoro. Poi i più grandicelli frequentano qualche campo estivo, ad agosto ci sono le ferie generali eccetera.
La memoria “storica” di molte di noi corre facilmente alle grandi famiglie di una volta, quando si poteva far conto su una compagnia numerosa di grandi e piccini. L’odierno ” A chi lascio il bambino? ” sovente figlio unico, sarebbe stato problema da non mettere in conto. Lodare il tempo che fu viene talvolta spontaneo, ma è esercizio di maniera e, di norma, poco oggettivo. Le famiglione patriarcali erano tipiche della società contadina, l’autonomia dei membri alquanto ridotta, la libertà di scelta lavorativa dei giovani limitata, le donne studiavano poco e stavano a casa. Nessuna di noi, credo, apprezzerebbe. Certo, le nostre striminzite famigliole vanno incontro ad altri inconvenienti, ma lo solidarietà può essere praticata comunque, nelle forme adatte.
Mi colpisce, a tal a proposito, l’acida rivalità ( o come chiamarla) che spesso emerge – nei siti sulla famiglia, nei commenti e nei termini di ricerca- tra i pochi soggetti di questi nuclei. In teoria ciascun nipote dispone di quattro nonni ed eventuali zii: non dovrebbe essere difficile programmare al meglio il suo affidamento, specie in date già previste. Invece accade di leggere considerazioni meschinelle e poco vantaggiose per tutti. Nonne “orgogliose” di essere preferite all’altra, nuore restie ad avvalersi della suocera “disadatta”(?), papà che si barcamenano tra opposti estremismi, figlie convinte di aver diritto sine die all’assistenza materna, nonni che si ergono ad autorità pedagogica… Difficile collaborare utilmente, con queste idee in testa, alla cura dell’amato pargolo!
Ammesso che l’età porti saggezza, l’autocritica ne fa certo parte. Da bravi, mettiamoci tutti pensiero…
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