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#NonPartoSenza

Creato il 26 settembre 2014 da Senzazucchero2012 @senza_zucchero_

Anch’io ho voluto aprire la mia valigia per voi e.. ahimè, non ci troverete nulla di sconvolgente. Ai preparativi pre-partenza dedico veramente poco tempo: sono molto abitudinaria in questo e, quindi, finisco col metterci sempre gli spessi vestiti, tant’è che ormai ho l’armadio diviso in due: vestiti da viaggio, che vengono sostituiti solo dopo che sono giunti all’autodistruzione e tutti gl’altri.

I miei #NonPartoSenza sono:

1. Scarpe da ginnastica ed infradito. Ci ho provato a portarmi dietro almeno un paio di scarpe con i tacchi perché “..non si sa mai”, ma puntualmente ritornavamo a casa riposte nella bustina cosi come erano partite e alla fine ho deciso di lasciarle definitivamente a casa. Preferisco un paio di sandali carini, ma pratici, che non si adattano solo alla – rara – uscita “mondana”. Per soddisfare la mia vanità, mi accontento dell’ombretto nero sugli occhi, vezzo senza il quale non riesco ad uscire di casa, se non per andare al mare.

2. Telo/pareo/sarong in un unico pezzo: questo metro di stoffa colorata, arrivatomi qualche anno fa dalla Spagna come souvenir da parte di mio fratello, si è rivelato utile in diverse occasioni: in spiaggia quando manca l’asciugamano, in un tempio di Bali quando i pantaloni erano troppo corti, durante il safari in Kenya come sciarpa mentre sfrecciavamo per la savana con la jeep aperta e io con una tracheite da lasciarmi muta per 4 giorni.. (il che ha reso felice qualcun altro).

3. Macchina fotografica, spesso più di una, per scattare centinaia di foto e registrare ore di filmati che guarderò per i sei mesi successivi al rientro, in preda alla depressione post-vacanza.

4. Astuccio con medicinali generici e disinfettanti vari. Soffrendo di emicrania non riesco ad uscire di casa senza un antidolorifico e non riesco nemmeno a rinunciare a farne incetta nei drug store degli Stati Uniti e del Regno Unito: sono molto più economici e – alcuni – molto più potenti. Ma vi prego non prendetemi per una ibuprofene dipendente, stile Dr. House. Devo dire che quando sono in viaggio, nonostante la stanchezza che si accumula e gli orari sballati, succede raramente che abbia una crisi di emicrania, a dimostrazione che viaggiare è la miglior cura.

5. Un libro che mi faccia compagnia, specie quando viaggio da sola. Un tascabile o comunque un libro di dimensioni ridotte, che sfilo dalla libreria prima di uscire di casa con la valigia in mano o prima di salire su un aereo, e che divoro durante le ore di attesa tra andata e ritorno. Molti dei miei libri sono stati acquistati proprio mentre girovagavo per il terminal: un salto in libreria è ormai un’abitudine e, se l’aeroporto di turno è in UK, ne esco con chili di libri.. come si fa a rinunciare al 3X2?


Grazie a Martina di Martinaway per avermi fatto conoscere questa bella iniziativa e al Team di Trippando per aver avuto l’idea. Se volete partecipare anche voi ben venga.. questo è l’invito a farlo da parte di Trippando:

Però siamo curiosi e ci piacerebbe conoscere anche i vostri, cari TripLettori. Quindi, se vi va, vi invitiamo a scattare foto e condividerle su Instagram, Facebook e Twitter usando l’hashtag #nonpartosenza. Se vi va di spiegare perchè non partite senza cosa, scrivete pure due righe (o un articolo), mandatele a [email protected] e… le pubblicheremo volentieri!


Il vero scoop è che, al momento della foto, nonostante un’accurata ricerca, non ho trovato il famigerato telo. Le alternative sono due: o spedisco mio fratello a Barcellona per farmelo ricomprare o io vado a cercarlo in Australia, dove probabilmente l’ho lasciato. Nell’attesa di prendere una decisione, vi lascio un paio di foto:

#NonPartoSenza

Telo-Sciarpa che mi ha salvato la gola mentre mi scatenavo nella danza Masai

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Telo-Sarong che copriva le mie nudità a Bali

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