Si è spenta nella notte tra venerdì 4 e sabato 5 febbraio -apparentemente in seguito a un attacco cardiaco- la settantaduenne americana Tura Satana; a dare la notizia ai media è stata Siouxzan Perry, storica manager e amica dell’attrice.
Nata a Hokkaido nel 1938 da padre giapponese d’origine filippina e madre per metà cheyenne per metà irlandese, Tura Luna Pascual Yamaguchi è cresciuta tra il campo di detenzione per nippo-americani di Manzanar (California) e Chicago.
Le indiscrezioni relative alla sua giovinezza parlano di discriminazione razziale, violenze e persino di uno stupro collettivo (secondo la leggenda sarebbe stato proprio questo avvenimento a convincere l’attrice ad apprendere le arti marziali); tra le mille dicerie e le voci mai confermate, una cosa è certa: Tura Satana è stata costretta a crescere in fretta.
A 13 anni, già aspirante cantante blues delusa, si è re-inventata ballerina e modella, posando tra gli altri, per Harold Lloyd.
Ed è stato proprio Lloyd, ex attore dei tempi del muto, a consigliarle di tentare la carriera d’attrice.
Era il 1951.
Lo stesso anno, Tura ha sposato John Satana, il cui cognome ha manteunto anche dopo il divorzio, avvenuto pochi mesi dopo.
La prima apparizione sul grande schermo è datata 1963: già comparsa in diverse produzioni televisive, Tura Satana veste i panni di Suzette Wong in Irma la dolce di Billy Wilder. Ma la vera consacrazione avviene solo due anni dopo, con l’uscita del film Faster, pussycat! Kill! Kill! di Russ Meyer: qui, rivestita nell’attillatissima e scollata catsuit nera con la quale è poi passata alla storia, l’attrice interpreta la bella e “dura” Varla, archetipo di quelle “sweet kittens” dagli “sharp claws” delle quali si farnetica nel trailer del film di Meyer, e poi divenute elemento classico di un certo filone del genere exploitation.
Ridotta, in seguito, a un pugno di apparizioni televisive o produzioni low budget (da segnalare almeno The Astro-Zombies di Ted V. Mikels), Tura Satana è cionondimeno riuscita a conquistare un buon numero di fedeli fan, e imporsi come indimenticabile icona pulp.
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