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Noordzee, Texas (2011)

Creato il 03 ottobre 2012 da Marvigar4

Noordzee, Texas 1

Noordzee, Texas 2

Noordzee, Texas  3

   Piccolo grande film della cinematografia belga questo Noordzee, Texas, diretto dal debuttante regista fiammingo Bavo Defume, uscito lo scorso anno e mai proiettato nelle sale italiane, a parte la partecipazione al Festival di Roma nell’ottobre 2011. Vincitore di due premi al World Film Festival di Montreal (Silver Zenith for the First Fiction Feature Film e Fipresci Prize for a film in the First Films Competition), Noordzee, Texas può sembrare il solito coming of age movie europeo se non fosse che la tematica omoerotica trattata supera per coraggio e intensità altri film del genere, dove i protagonisti adolescenti vengono narrati in situazioni fin troppo conformiste o moraleggianti. Non è un caso che sia il Belgio il paese produttore di questa pellicola, una nazione dove tra persone dello stesso sesso ci si può sposare e l’omosessualità, anche quella adolescenziale, non viene più vista da tempo come un tabù (nonostante le difficoltà del regista e del produttore a rinvenire attori giovani per il veto di alcuni genitori, turbati dall’idea che il proprio figlio potesse recitare una parte di un ragazzo che ama i ragazzi). Tratto dal romanzo Nooit gaat dit over dello scrittore belga André Sollie, Noordzee, Texas è la storia ambientata nel 1970 di un amore di un ragazzo di 16 anni, Pim (ben interpretato dal giovane attore Jelle Florizoone) per un coetaneo, Gino (Mathias Vergels nel film), che a un certo punto decide di interrompere il “gioco” per entrare nel mondo della “normalità”. Ma il “gioco” per Pim è la sua vita, la sua natura, il suo credo e la delusione cocente nel constatare la vigliaccheria dei grandi (la madre, che non si decide a crescere cullando una fatua ambizione di soubrette da balera, il suo rozzo compagno e lo “zingaro” Zoltan), insieme a quella del ragazzo che ama, è la linea guida di tutto il film. In Noordzee, Texas ogni avvenimento accade con una levità esemplare, senza calcare i dialoghi, senza indugiare in inquadrature linde o sporcate da deliri sperimentali, dando respiro ai personaggi, mostrandoli in dosi ben assestate. La fotografia rispecchia il paesaggio brullo e giallognolo della costa belga, le stesse tinte degli abitati descrivono assai bene la modestia e la mediocrità di un’epoca grigia come quella degli anni ’70, tesa tra il riflusso postsessantottesco e l’attesa di una decade sciocca e sperperona che seguirà ben presto. È un vero peccato non poter vedere nei nostri cinema italiani pellicole come queste, delicate quanto sconvolgenti in un paese che preferisce farsi rincitrullire dai lucchetti arrugginiti partoriti dalla fantasia “mocciosa” di autori che trattano i giovani come scimmie dello zoo. L’Italia non potrebbe produrre mai un Noordzee, Texas se non andando incontro alle ire isteriche delle solite associazioni di genitori benpensanti o di conservatori smaniosi di difendere i valori della famiglia tradizionale. Invece fa bene al cuore osservare Pim, questo ragazzo taciturno che disegna l’oggetto del suo amore, si perde in riti di conservazione di oggetti, di capi appartenuti a Gino e poi a Zoltan, mentre gli avvenimenti più tragici infuriano dentro e fuori di lui. Per chi può procurarselo, il film è in originale con sottotitoli in inglese.

© Marco Vignolo Gargini



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