Nord Caucaso: Sochi 2014, tra voglia di turismo e dubbi sulla sicurezza

Creato il 06 settembre 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 6 settembre 2012 in Nord Caucaso », Slider with 0 Comments
di Emanuele Cassano

Sono ormai vicine le prossime Olimpiadi invernali, che si svolgeranno nel 2014 a Sochi, cittadina russa situata sul Mar Nero ed inclusa nel territorio di Krasnodar. Per la Russia si tratta delle prime Olimpiadi invernali mai organizzate, dopo che Mosca nel 1980 organizzò per la prima volta quelle estive. Per il Paese, l’organizzazione dei XXII Giochi olimpici invernali, evento di fama mondiale, capace di catalizzare l’attenzione di centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo, può essere il primo passo fondamentale per far aprire il Caucaso al turismo. In previsione di questo evento, infatti, si sta cercando di attrezzare al meglio la regione in modo da trasformarla in uno dei più moderni centri per il turismo invernale, al pari degli standard europei e americani, per poter accogliere turisti provenienti da tutto il mondo

La Northern Caucasus Resorts

Per aiutare e coordinare lo sviluppo e la promozione del Caucaso come meta del turismo invernale, è stata creata la Northern Caucasus Resorts, un operatore che dovrà occuparsi di progettare e seguire la realizzazione di vari impianti per il turismo invernale nella regione. Il progetto, approvato dallo stesso governo russo, è in fase di attuazione, e prevede la costruzione di cinque grandi complessi sciistici: Lago-Naki, compreso in un territorio spartito tra la repubblica di Adighezia e il territorio di Krasnodar, Arkhyz, nella repubblica di Karačaj-Circassia, Elbrus-Bezengi, nella repubblica di Cabardino-Balcaria, Mamison, nell’Ossezia del Nord, e Matlas, nel Daghestan.
“Verrà eseguito un ampio progetto per la costruzione di cinque nuovi resort di prima classe con servizi e livelli tecnici comparabili alle stazioni sportive più popolari al mondo”.
Così dice il sito del progetto, sostenendo inoltre che questo nuovo complesso sciistico, che sarà il più grande al mondo, comprenderà 897 km di piste da sci, 179 impianti di risalita, 91.426 posti letto per accogliere i turisti e potrà accogliere giornalmente circa 150.000 visitatori.
Nonostante le idee e i soldi per la realizzazione non manchino, la forte instabilità della regione rimane comunque un grosso freno per questo ambizioso progetto, che farà sicuramente fatica a decollare, almeno finché non si sarà trovata una via d’uscita dalla crisi nella quale da tempo si trova la regione caucasica.

L’esempio dell’Adighezia

Situata in una posizione alquanto delicata, sul versante nord del Caucaso, circondata interamente dal territorio di Krasnodar, e di fronte alla ribelle Abcasia, la Repubblica di Adighezia, parte della Federazione Russa, non ci sta ad associare alla propria figura quell’immagine di sangue e distruzione che da tempo ormai caratterizza la regione caucasica. Il governo di Aslan Tchakushinov, presidente dal 2007, ha infatti scelto – con una decisione parecchio audace – di puntare sul turismo per risollevare una regione che ha inevitabilmente risentito della crisi politica e delle tensioni etniche degli ultimi anni che hanno colpito la regione in cui si trova.

Il territorio dell’Adighezia è prevalentemente montuoso e ricco di foreste, le quali, occupano oltre un terzo del territorio. Nella repubblica sono presenti due Parchi Naturali: la Riserva Naturale della Biosfera del Caucaso, bene protetto dall’UNESCO, e la Gornaia Adighezia. Per questo, la forma di turismo più popolare nel Paese è il turismo di montagna, con molte attività ad esso connesse, come il campeggio, la caccia e il turismo ippico. L’Adighezia vuole inoltre approfittare delle proprie montagne per attrarre e sviluppare un altro tipo di turismo derivato da quello montano: il cosiddetto “turismo bianco”, ovvero quello sciistico. È infatti prevista nel Paese la costruzione di un importante impianto sciistico presso il plateau di Lago-Naki, progetto che fa parte dell’ambizioso intento di trasformare, come detto in precedenza, l’intera area del Caucaso in un punto di riferimento per il turismo invernale. Questo nuovo impianto, per il quale, secondo le autorità locali, verranno erogati 190 milioni di euro di fondi, , entro il 2019 potrebbero arrivare ad attirare in totale dai 20 ai 25 mila visitatori al giorno.

Il progetto, però, non è così semplice da realizzare. Come detto prima, la regione si trova in un punto critico, dove la sicurezza non è sempre garantita, e dove si è esposti ad un non irrilevante pericolo di terrorismo. Non sono pochi i casi di uccisioni o rapimenti di turisti in questa zona, soprattutto procedendo verso la repubblica di Cabardino-Balcaria e l’Ossezia, entrambi irrequieti vicini con i quali il Paese deve fare i conti. Dunque, nonostante l’Adighezia abbia i mezzi per diventare una consolidata meta turistica, deve però affrontare la propria realtà, e più in generale, la problematica situazione in cui versa l’intera regione del Caucaso. Quella dell’Adighezia è comunque un’iniziativa degna di merito, in quanto, seppur rischiosa e azzardata, tale mossa audace denota la voglia di questo Paese di risollevarsi dalle non facili condizioni socio-politiche in mezzo alle quali si ritrova.

Anche se, alla luce dei fatti recenti, le persone che la prossima estate passeranno le proprie vacanze in sulle montagne del Caucaso non rispetteranno probabilmente le cifre sperate, ci si deve augurare che in un futuro (si spera) non troppo remoto la situazione di questa tumultuosa regione possa essere ben diversa da quella attuale, e che, messe da parte le tensioni etniche e politiche, le maestose montagne della catena del Caucaso, come del resto tutta la zona circostante, ricca di magnifici paesaggi e di pregevoli testimonianze storiche, diventino famose per la loro bellezza invece che per i sanguinosi conflitti che da ormai troppo tempo imperversano.


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