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Norme e Lobbismo: L’Italia Che Resta Ferma

Creato il 11 giugno 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Per l’opinione pubblica comune in molte democrazie occidentali la parola lobby è sinonimo di democrazia, trasparenza e partecipazione. Tutto questo grazie anche ad un’azione puntuale dei decisori pubblici che ormai sono da cinquant’anni impegnati a legiferare per normare tale fenomeno.

Modelli a confronto

Quello delle normative sul lobbismo è un processo che parte da lontano e che vede la sua prima vera affermazione negli Stati Uniti col “Federal Regulation of Lobbying Act” del 1946 (più volte revisionato). Ed è proprio nella più antica democrazia mondiale che il legislatore è riuscito a creare un modello garantista ed includente, garantendo costituzionalmente il diritto alle lobby di partecipare al processo decisionale in modo trasparente: il così detto modello Regolamentazione partecipazione.
Anche i decisori pubblici europei, a partire dagli anni 2000, hanno iniziato a legiferare in modo da costruire un modello garantista ed abbastanza includente, discostante da quello degli Stati Uniti solo nella forma, ma non nell’obiettivo finale di trasparenza del fenomeno: il così detto modello Regolamentazione trasparenza. In quest’ottica, quindi, in paesi come la Germania, la Francia, l’Austria, la Polonia, la Slovenia e la stessa Unione Europea come istituzione unitaria, il legislatore ha costruito un quadro normativo sul fenomeno puntuale e rispondente alle varie tradizioni storiche diverse da quella americana. In questo senso, infatti, in molti ordinamenti europei viene garantita la trasparenza, con la previsione di veri e propri registri ai quali il lobbista deve iscriversi e rendere note informazioni rilevanti (soprattutto di carattere economico) per poter esercitare la sua professione.
L’Italia, come purtroppo molte volte accade quando si tratta di provvedere a modernizzarsi ed adattarsi agli standard europei e mondiali, è rimasta indietro nonostante le molteplici occasioni passate non sfruttate a pieno. Che il fenomeno lobbistico non sia totalmente regolamentato non è propriamente vero. Il modello costruito dai legislatori italiani è quello che molti esperti del settore sono soliti definire strisciante ad andamento schizofrenico. Tutto questo perché non si può identificare una legge organica ed univoca che regolamenti il fenomeno lobbistico. Esistono piuttosto svariate leggi sparse, inserite molte volte in commi di altre leggi riguardanti altre materie, che risulta difficile identificare proprio per la quantità (98 attualmente) e l’evidente poco ordine normativo.

 L’ultima occasione sprecata per l’Italia.

Al fine di creare una normativa uniforme sul fenomeno, garantista ed includente per i professionisti del settore, molte sono state le iniziative italiane poi risultate inconcludenti. Circa cinquanta sono stati i progetti di legge, senza contare le iniziative governative, che dal 1976 ad oggi sono risultate inutili. In particolare, con riferimento alla recentissima Legge Anticorruzione, sembra che nuovamente il decisore pubblico italiano si sia lasciato scappare un’importantissima occasione. Peccato, gli esempi di quadri normativi ampiamente sperimentati in materia di anticorruzione collegati alla trasparenza del fenomeno lobbistico hanno dato risultati eccezionali incidendo positivamente sia sul tasso di criminalità legato alla corruzione che su quello di rispondenza delle necessità dei governati da parte dei governanti.
Un esempio è certamente la Slovenia, ormai consolidata democrazia occidentale e membro dell’Unione Europea. I legislatori sloveni hanno inserito all’interno delle misure anticorruzione un programma finalizzato al rafforzamento della trasparenza del sistema lobbistico. In particolare, la normativa prevede un Registro obbligatorio che impone al lobbista di fornire informazioni personali e informazioni circa i decisori pubblici che incontra, nonché le eventuali somme di denaro o regali ricevuti/donati a questi ultimi. In Slovenia i dati parlano chiaro, e ugualmente l’avrebbero potuto fare per l’Italia: lì il fenomeno della corruzione è ampiamente diminuito, certo tale risultato non è da imputare totalmente alla regolamentazione del fenomeno, ma sicuramente avrà dato un contributo fondamentale.

Tags:Italia,lobbismo,lobby,normativa

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