Man fanger ikke fisk med tørre fingre. Non si possono prendere trote con i calzoni asciutti. Così recita un noto proverbio norvegese che più di ogni altro sembra adattarsi alla partita di stasera, nella quale un’Italia a corrente alternata ha saputo domare una Norvegia intraprendente. Al triplice fischio il tabellone dell’Ullevaal Stadion di Oslo recita zero-due, che tradotto in italiano significa Zaza e Bonucci, ma soprattutto i primi tre punti in classifica nell’ostica gara d’esordio di Antonio Conte. Tutto sommato non una prestazione realmente degna di nota, buone fasi di gioco spezzate da ampie pause, egregie intuizioni e aspetti da modellare. Di certo però non si potevano pretendere rivoluzioni nel giro di una settimana, neanche Conte può fare miracoli e farli subito. Se è vero che per vedere la mano di un allenatore ci vogliono mesi, è altrettanto vero che per un commissario tecnico, che sta a stretto contatto con il suo gruppo solo poche settimane l’anno, i tempi sono necessariamente più lunghi. Ma andiamo per gradi.
Il c.t. azzurro conferma la squadra che ha battuto i Paesi Bassi a Bari pochi giorni fa, con una piccola modifica forzata: l’inserimento di Florenzi al posto dello squalificato Marchisio. Quindi un 3-5-2 con Astori, Bonucci e Ranocchia in retroguardia, De Sciglio e Darmian sugli esterni, De Rossi davanti alla difesa, Giovinco e Florenzi mezzali e ancora spazio alla coppia d’attacco formata da Immobile e Zaza. Ma non si tratta di un 3-5-2 puro, in alcune situazioni particolari di gara si nota che la squadra passa a una difesa a quattro con l’allargamento di un centrale e l’abbassamento di uno dei due laterali. Mentre per quanto riguarda la Norvegia Per-Mathias Högmo opta per un serrato 4-5-1 con molti buoni giocatori già intravisti in Bundesliga e in Championship, su cui spiccano l’ala sinistra del Mats Dælhi e il terminale offensivo Joshua King.
La rete del vantaggio azzurro arriva al quarto d’ora con l’unico tipo di azione che l’Italia può costruire contro una formazione abituata a giocare dietro la linea del pallone. La densità creata dal folto centrocampo scandinavo, cortissimo davanti la difesa, può essere scardinata solo con tagli verso l’esterno che creino maggiori spazi al centro, ed è proprio quello che succede nell’azione del primo gol. De Sciglio, da sinistra cerca Zaza al centro, e simultaneamente Giaccherini e Immobile incrociano sul suo lato a portare via i diretti marcatori, ecco che si crea un tunnel che l’attaccante può sfruttare per portare in vantaggio i suoi. Poi la partita continua con i suoi alti e bassi, i padroni di casa impostano un pressing nella loro metà campo che gli uomini di Conte non riescono sempre a gestire, ma di contro i norvegesi non riusciranno mai a infastidire Buffon, altro merito del meccanismo contiano.
Lo stesso c.t. azzurro risolve l’incontro azzeccando il cambio nella ripresa: fuori Darmian, dentro Pasqual, con conseguente spostamento di De Sciglio a destra. Il terzino entra in campo e sbroglia la situazione. Giaccherini batte un corner corto per il subentrato che tocca di prima verso il centro, la palla gli viene restituita, la stoppa e la crossa, ovvero gli basta toccare il pallone sole tre volte. Al resto ci pensa Bonucci che di testa salta più alto di tutti e gonfia la rete. Gli scandinavi nella seconda frazione hanno il controllo territoriale anche grazie a un pressing diventato a tutto campo che costringe spesso e volentieri la retroguardia azzurra a errori che costano la perdita del pallone in fase d’impostazione, e in questa fase le cose vanno decisamente migliorate perché avversari più determinati possono essere più precisi in questo tipo di ripartenze.
Al 77’ un episodio curioso: Conte vuole inserire Poli su Florenzi, ma un errore nella scelta del numero sulla lavagnetta elettronica ne ritarda la sostituzione, anzi proprio grazie ad alcuni giocatori italiani Zaza evita di lasciare erroneamente il campo dopo aver visto il suo numero illuminarsi. Venti secondi dopo un’azione perfetta di contropiede manda lo stesso Zaza in porta che purtroppo centra solo la traversa. Proprio lui, simbolo dell’innovazione contiana, è uno dei migliori in campo dimostrando di integrarsi perfettamente con un Immobile che invece ha dovuto lasciare il campo in barella negli ultimi minuti. C’è tempo per un’altra azione solitaria di Zaza a cui viene negato un gol sulla linea di porta dal rinvio di un difensore, dopo una sua incursione funambolica.
Alla fine l’Italia può gingillarsi, una vittoria su territorio norvegese contro la nazionale di casa mancava dal lontano 27 maggio ’37 quando Meazza e Piola contribuirono all’unica vittoria azzurra in questo paese, e per di più in un’amichevole. Addirittura gli scandinavi non andavano a secco di reti nei propri confini dal 29 novembre 2003, da allora non ha mai mancato l’appuntamento col gol nelle proprie gare interne. Tutto sommato per essere la prima, si può essere ragionevolmente soddisfatti.
Tags:1 · italia · norvegia