Erna Solberg (Photo credit: kjetil_r / Flickr / CC BY-SA 2.0.
La Norvegia non ha ancora un governo. A tre settimane dalle elezioni politiche che hanno visto vincitore, per la prima volta, il partito conservatore guidato da Erna Solberg, che ha battuto i socialisti del primo ministro uscente Jens Stoltenberg, Solberg non è ancora riuscita a trovare un accordo tra i quattro partiti di centrodestra che le permetterebbero di avere 11 seggi in più di quelli necessari per avere una maggioranza. Il partito liberale e il partito cristiano popolare non hanno voluto entrare in una coalizione di governo, pur affermando che sosterranno la Soldberg in parlamento. Intanto però si continua a trattare, dato che la scadenza per le dimissioni del primo ministro Stoltenberg è fissata dopo l’approvazione della finanziaria, il 14 ottobre. Se infatti sui temi economici c’è un sostanziale accordo tra i quattro partiti, specialmente sulla diversificazione delle entrate del Paese (ora ritenuto troppo dipendente dal petrolio, di cui possiede grandi giacimenti), la piattaforma politica è ancora da costruire e forse pesa ancora sul Partito Conservatore la vicinanza politica che ebbe l’autore della strage di Ulna, Breivik, per quanto il partito di Erna Solberg abbia sempre condannato l’episodio e le idee del terrorista. Sta di fatto che alcune posizioni ritenute anti immigrazione hanno allontanato un po’ i partiti moderati di centrodestra come i cristiano democratici e questo potrebbe essere un ostacolo in più per dare alla Norvegia un governo stabile.