Norwegian Wood (Tokyo Blues) di Haruki Murakami è uno de miei libri preferiti, al momento in concorso a Venezia c’è il film Norwegian Wood di Tran Anh Hung ispirato da questo libro.
Il mio consiglio, anche se ancora non ho visto il film, è di non andare al cinema senza prima aver letto il libro.
Tokyo Blues è stato pubblicato nel 1987 dallo scrittore giapponese Haruki Murakami. Il libro l’ho letto a sedici anni e poi l’ho riletto in inglese qualche mese fa, racconta l’esperienza di un giovane studente giapponese che affronta il passaggio all’età adulta attraverso la scoperta del dolore, della sessualità, dell’amicizia.
La vicenda è ambientata alla fine degli anni ’70, la voce narrante è quella del protagonista, Toru Watanabe, 37 anni, che ricorda la sue esperienza di studente universitario a Tokyo.
Sullo sfondo ci sono gli scovolgimenti politici e gli scioperi degli studenti tipici del periodo storico ma la storia si focalizza innanzitutto sulla educazione sentimentale del giovane Toru Watanabe.
Toru è coinvolto in due relazioni di natura sentimentale (in senso lato) con due donne molto diverse tra loro, Naoko, fragile e triste, Midori, estroversa e amante della vita.
La prima parte del libro si concentra sull’amicizia tra Toru e Naoko, i due si conoscono fin dall’infanzia dato che Naoko era fidanzata con Kizuki, il migliore amico di Toru.
Si erano visti l’ultima volta al funerale di Kizuki e si incontrano di nuovo dopo circa un anno a Tokyo.
Bellissima la parte dedicata alle considerazioni di Toru relativamente alla perdita del suo migliore amico:
La vita di qua, la morte di là. Io sono da questa parte, e quindi non posso essere da quella. Ma a partire dalla notte in cui morì Kizuki, non riuscii più a vedere in modo così semplice la morte (e la vita). La morte non era più qualcosa di opposto alla vita. La morte era già compresa intrinsecamente nel mio essere, e questa era una verità che, per quanto mi sforzassi, non potevo dimenticare. Perchè la morte che in quella sera di maggio, quando avevo diciassette anni, aveva afferrato Kizuki, in quello stesso momento aveva afferrato anche me.
Naoko studia a Tokyio, i due si frequentano e diventano amici. A scuola Toru scopre Truman Capote, John Updike e Francis Scott Fitzgerald.
Proprio grazie alla sua passione per The Great Gabsy si lega a Nagasaw. Nagasaw ha due anni in più, studia giurisprudenza , un personaggio cinico e sopra le righe.
L’amicizia tra i due è fondamentale per Toru, Nagasawa è intelligentissimo, di famiglia benestante, è fidanzato con l’adorabile Hatsumi ma non crede nella fedeltà e coinvolge Toru nelle sue avventure.
Ad un certo punto l’amicizia tra Tory e Naoko si complica, Naoko ha un esaurimento nervoso, Toru le scrive ma lei non risponde.
Fino a quando Midori Kobayashi entra nella sua vita, dirompente, strana, onesta, intelligente, i due iniziano a frequentarsi ma Toru si sente legato a Noako.
I vari personaggi sono messi di fronte a possibili alternative (e conseguenze), talvolta le scelte che compiamo sono inevitabili ma questo non ne riduce il dolore, Toru è in cerca di una sorta equilibrio tra fiducia nel futuro e sensi di colpa legati al passato.
Il finale è bellissimo, si piange, si ride, si ha voglia di ascoltare i Beatles.
Un romanzo assolutamente stupendo che vi rimarrà sempre nel cuore.
Altre opinioni:
Il mio voto: 5/5 !!!
Em