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Nota di lettura di Alessandro Assiri a Genealogia imperfetta di Silvia Rosa (La Vita Felice, 2014)

Creato il 06 maggio 2015 da Wsf

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Mi viene in mente Char:” la vita a fior di terra.” E come sempre quando mi ricordo Char penso: questo libro non mi piace. Sono un pirla, leggo,mi ricredo, cambio con le righe di Silvia cambio dentro: un testo…finalmente. Come quando ci sono i libri perfetti e io non me ne accorgo cerco le divergenze cerco i difetti. In fondo poesia é allungare le dita scrivere parole che diventano storia, ma poi succede che le parole si staccano prendono forme per diventare fantasmi o creature, si sdoppiano a rovescio, inciampano negli ostacoli nei trabocchetti emotivi dei legami.

Nell’ ultimo lavoro di Silvia invece le parole stanno a un millimetro esatto da dove ci troviamo, ma parallele al nostro sguardo. Nelle 4 sezioni di Genealogia imperfetta edita per la Vita Felice spicca un messaggio profondo: nel momento stesso in cui non si può fuggire qualcosa si é già recuperato il potere di combatterla. Silvia non scrive da una fuga, ma da un vuoto senza appoggio che genera spazio senza rifugio .Silvia forse non scrive la rivolta eppure la pronuncia instaurando un rapporto più intimo con le proprie domande ripetendole spesso quasi le risposte diventassero più forti, ma sapendo perfettamente che nel testo non c’è nulla di quel che avrebbe potuto essere, ma soltanto quel che senza riscatto é già stato.

Di Alessandro Assiri

***

Alcuni testi da Genealogia imperfetta:

da Orme

Ritorno

Questo correre, come da bambina,
per scappare alle ombre – alla mia,
che mi segue appena -: gli alberi qui
sono presenze ordinate in fila soldatini
fischi silenziosi che arrivano dritti al cielo
e parlano ai corvi che vanno e vengono,
cinquecento passi insieme a tutte le foglie
morte del viale, la casa gialla al fondo,
due cani che fissano quell’ombra dietro
solo il ritorno, in direzione oppostoa,
dall’altra parte della strada.

*

da Amore Centro

Lettera senza mittente

Mia cara, sei, come si dice, un libro aperto, in cui leggo di tutte le notti che hai trascorso appesa al bordo sbeccato dell’alba, in attesa che il sole ti spunti su un fianco, ma il sole non viene, il sole è una mandorla fredda che tarda a fiorire, e allora tu raccogli in un pugno di frasi non dette e riponi i pensieri ordinati tre il lino sottile che punge e un cuscino imbevuto dell’eco di mare, morbido di silenzi sgualciti, dove metti a dormire i tuoi occhi e le mani e le labbra.
Mia cara, sei, come si dice, una pagina bianca, in cui tutti vorrebbero scrivere qualcosa che resti, che tu impari a sorridere e a piangere e ad essere come ti chiedono, ma tu, che vuoi essere tu solamente, segni d’inchiostro la carne nascosta del seno con un punto e a capo, con un neo a cui manca la lettera in mezzo, e poi rotoli i fogli dei polsitestardi fino a stringere la linea decisa del giorno, un altro, e il tuo corpo ripiegato adesso si lib(e)ra mentre nuoti e galeggi nel tuo latte, nutriente indelebile e candido.

*

da Geneaologia imperfetta

Madre

Madre, madre (mia)
che ricompongo il tuo volto
nel mio che non voglio vedere,
se tu fossi morta avrei almeno una tomba
un luogo di fiori in cui piangerti
che non sia il centro esatto di me
Madre, che ci parliamo nei sogni e mi sveglio
che vivo d’angoscia la tua assenza di sempre
– quante volte può ripetersi un addio? –
Madre, che mi hai costretta ad esserti madre
prima che figlia, che mi hai consegnata
al silenzio d’un ventre spoglio, di braccia
svuotate, di notti che (non) parlano del tempo
in cui ero figlia amatissima, la tua
Madre, che sei partita infinite volte
e non torni e resti sempre e dovunque
quello che sfuggo che cerco che odio

che non ti perdono

Madre, madre (mia)
ti volto le spalle al saluto ingoio
le lacrime le nascondo le nego
dimentico il tuo abbraccio distante – troppo
Madre che non ti perdono, perdonami tu
da lontano, in un sogno.

Abbiamo avuto un assaggio qui su WSF della nuova silloge di Silvia Rosa, qui potete leggere qualche altro testo di Genealogia imperfetta: http://wordsocialforum.com/2013/10/23/da-per-la-costruzione-di-un-archeologia-futura-inediti-di-silvia-rosa/


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