I Notav e altri gruppi di lotta politica vengono spesso definiti “terroristi”, anche se non hanno terrorizzato nessuno, al di fuori di chi non vede l’ora di realizzare un’opera ferroviaria pericolosa, costosissima e illogica. La lotta politica, l’opposizione agli interessi strampalati e ingiustificabili è ancora possibile e i continui esempi dati dai Notav lo dimostrano: è una lotta efficace, disarmata e intelligente. Gli espropri continuano, intanto: nella zona del Garda, fra Brescia e Verona, verranno portati via il terreno ad aziende agricole, a case abitate e persino a un consorzio vinicolo che esporta all’estero. Addirittura pur di costruire una tratta ferroviaria economicamente incomprensibile diventa difficile produrre del vino di qualità, che viene esportato!
Di nuovo, la legge e la sua esecuzione spesso sono una “licenza di uccidere”, la legittimazione di una procedura che non tiene alcuna considerazione di diritti e richieste di verifica dei progetti. Non tutto ciò che è legale ha senso, se il dibattito che precede una legge non è stato esauriente. Di questi tempi questa procedura largamente estranea al disegno costituzionale è esercitata frequentemente: l’Italia per restare nell’Ue deve eseguire alcuni ordini, a carico dei cittadini privi di tutela. Non resta allo Stato che far intervenire le forze dell’ordine, costrette a comportamenti che non meriterebbero – si può presumere – di dovere adottare.
E’ finita con il solito nervosismo delle forze dell’ordine impegnate a fare la guardia al cantiere TAV di Chiomonte (Val Susa) la visita, sabato mattina, dell’europarlamentare Eleonora Forenza della lista Tsipras.
La delegazione, che era entrata nel cantiere-fortino con l’autorizzazione per una visita “ispettiva, era formata inoltre dai valsusini Nicoletta, Marisa e Mario Cavargna ed il segretario torinese di Rifondazione Comunista Ezio Locatelli.
Una volta entrati Nicoletta è riuscita ad incatenarsi ad un vagone del trenino-carrello interno ai lavori. A questo punto, però, è stato violento e repentino l’intervento di un agente della digos che, nonostante l’attivista No Tav fosse già incatenata e dunque impossibilitata a muoversi, le si è letteralmente lanciato addosso spingendola a terra” come testimonia un video diffuso dal movimento.
Sono poi arrivati altri agenti che, dopo svariati tentativi, sono riusciti a rompere le manette procurando alcune escoriazioni a Nicoletta che è dovuta ricorrere alle cure ospedaliere una volta rilasciata.
La testimonianza ai nostri microfoni della stessa Nicoletta, del Movimento No Tav Valsusino.
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