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Note di prosa - 24

Creato il 02 novembre 2010 da Sulromanzo
Di Anna Costalonga
Coro dei morti nello studio di Federico Ruysch di Giacomo Leopardi
Sola nel mondo eterna, a cui si volveOgni creata cosa,In te, morte, si posaNostra ignuda natura;Lieta no, ma sicuraDall'antico dolor. Profonda notteNella confusa menteIl pensier grave oscura;Alla speme, al desio, l'arido spirtoLena mancar si sente:Così d'affanno e di temenza è sciolto,E l'età vote e lenteSenza tedio consuma.Vivemmo: e qual di paurosa larva,E di sudato sogno,A lattante fanciullo erra nell'almaConfusa ricordanza:Tal memoria n'avanzaDel viver nostro: ma da tema è lungeIl rimembrar. Che fummo?Che fu quel punto acerboChe di vita ebbe nome?Cosa arcana e stupendaOggi è la vita al pensier nostro, e taleQual de' vivi al pensieroL'ignota morte appar. Come da morteVivendo rifuggia, così rifuggeDalla fiamma vitaleNostra ignuda natura;Lieta no ma sicura,Però ch'esser beatoNega ai mortali e nega a' morti il fato.
Primo video:

Secondo video:

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