Da “Lo Stato di diritto fra passato e futuro” di Luigi Ferrajoli
L’altro fattore di crisi del principio di legalità è stato il dissesto del linguaggio delle leggi espresso dalla sua crescente vaghezza, oscurità e tortuosità. Di nuovo il diritto penale italiano è emblematico. Già il codice Rocco aveva minato il principio di tassatività attraverso l’uso, in tema soprattutto di reati contro la personalità dello Stato, di espressioni ambigue, imprecise e valutative, il cui significato può essere esteso indefinitamente in sede di applicazione. Ma l’indeterminatezza semantica delle norme ha raggiunto forme di vera inconsistenza con la legislazione speciale dell’età repubblicana, che ha prodotto un’ulteriore dissoluzione della lingua penale con articoli di legge lunghi intere pagine, intricati labirinti normativi, rinvii scoordinati e contraddittori, formule oscure e polisense, frutto di solito di scelte compromissorie o peggio della scelta di affidare le scelte normative all’applicazione giudiziaria.
L’effetto di questa deriva è un diritto penale massimo – massimamente esteso, massimamente inefficiente, massimamente antigarantista – del quale stanno venendo meno tutte le funzioni politiche classicamente affidate al principio di legalità: la predeterminazione da parte del legislatore delle fattispecie giuridiche, e perciò la certezza del diritto e la soggezione del giudice alla legge; le garanzie dei cittadini contro l’arbitrio giudiziario e poliziesco e la loro uguaglianza di fronte alla legge; l’obbligatorietà dell’azione penale, la centralità del dibattimento e il ruolo del processo come strumento di verifica o confutazione dei fatti commessi anziché di penalizzazione preventiva; l’efficienza infine della macchina giudiziaria, ingorgata da un’infinità di processi cartacei inutili e costosi il cui risultato è di offuscare nel senso comune il confine tra lecito e illecito e di sottrarre tempo e risorse alle inchieste più importanti, destinate sempre più spesso a quella forma di amnistia surrettizia che è la prescrizione.
“Ci sono prove indiziarie indirette che sono molto forti, come quando si trova una trota nel latte”
Henry David Thoreau
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“La legge dell’ortica” di Caparezza