TU di J. Luis Borges
Un solo uomo è nato, un solo uomo è morto sulla
terra.
Affermare il contrario è pura statistica, è un’addizione
impossibile
Non meno impossibile che sommare l’odore della pioggia
e il sogno che hai sognato ieri notte.
Quell’uomo è Ulisse, Abele, Caino, il primo uomo che ordinò
le costellazioni, l’uomo che innalzò la prima piramide, l’uomo che scrisse gli esagrammi del Libro dei Mutamenti. il forgiatore che incise rune sulla spada di Hengist, l’arciere Einar Tamberskelver, Luis de Léon, il libraio che generò Samuel Johnson, il giardiniere di Voltaire, Darwin sulla prua del Beagle, un ebreo nella camera letale, un giorno tu e io.
Un solo uomo è morto a Ilio, nel Metauro, a Hastings, ad Auster-
litz, a Trafalgar, a Gettysburg.
Un solo uomo è morto negli ospedali, sulle navi, nell'ardua soli-
tudine, nella camera dell'abitudine e dell'amore.
Un solo uomo ha sentito sul palato la freschezza
dell’acqua, il sapore della frutta e della carne.
Parlo dell’unico, dell’uno, di colui che è sempre solo.
***
Gustav Mahler, "Ich bin am Welt abhanden gekommen", Soprano Kerstin Thorborg, Wiener Philarmoniker, dir. Bruno Walter