Osip Ėmil'evič Mandel'štam
Pedone
Sento una paura invincibile
in presenza dell'altezza misteriosa;
io sono soddisfatto della rondine nei cieli
e amo il volo delle campane!
E, sembra, antico pedone,
che sopra l'abisso, sui ponti che si curvano,
ascolto come cresce una palla di neve
e l'eternità batte sulle ore di pietra.
Se così fosse! Ma io non sono
quel viandante che passa rapido sulle foglie sbiadite
e veramente in me canta la tristezza.
In realtà, la valanga è sulle montagne!
E tutta la mia anima è nelle campane
ma la musica non salva dall'abisso!
(1912)
Odio la luce
delle stelle monotone.
Salve, mio antico delirio -
crescita della torre ogivale!
Pietra, sii come merletto
e diventa una ragnatela.
Ferisci con un ago sottile
il petto vuoto del cielo!
Così sarà il mio turno -
sento un'apertura di ali.
Così - dove va
la freccia del pensiero vivo?
O forse, portate a termine la strada e la data,
io tornerò:
là - non posso amare
qua - ho paura di amare...
(1912)
No, non la luna, ma un quadrante luminoso
brilla per me e per quale motivo sono colpevole
di sentire la sostanza lattea delle stelle?
E l'orgoglio di Batjuškov mi repelle:
che ora è? Gli hanno domandato qui -
e lui ha risposto con curiosità: è l'eternità!
(1912)
***
Franz Schubert, Der Leiermann, dal ciclo "Winterreise"
Dietrich Fischer-Dieskau, baritono
Alfred Brendel, piano