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Note di prosa - 9

Creato il 08 ottobre 2010 da Sulromanzo
Di Morgan Palmas
“Un’indicibile brutalità è nel rapporto momentaneo della massa con l’artista. Le confessioni di quest’ultimo, che si rifugiano inermi nelle forme di altre cose, non appaiono ai più diverse dalle cose stesse. Tutti vi mettono sopra le mani; tutti possono dire quello che credono e quanto il loro arbitrio non approva. Tutti prendono in mano la cosa sacra come un oggetto di uso quotidiano, come una proprietà che possono rompere impunemente ad ogni istante. Sacrileghi! Perciò la via dell’artista deve essere questa: gettare un ponte dietro l’altro sopra gli ostacoli e alzare gradino sopra gradino, fino a quando potrà guardare in se stesso. Non costretto a fatica, sulla punta dei piedi: ma calmo e chiaro come in un paesaggio. Dopo questo ritorno in se stesso, ogni azione sarà solo una facile gioia; la sua vita è un universo, e più non occorrono le cose poste al di fuori. Egli è lontano e ha in sé spazio per ogni maturazione. Creare, per un artista è ordinare: egli trae fuori di sé tutte le cose piccole ed effimere; le sue pene solitarie, i suoi desideri indefiniti, i suoi sogni paurosi, le gioie destinate ad appassire. Allora in lui si apre uno spazio festoso, egli ha creato la patria degna… di lui”.[Diario fiorentino di Rainer Maria Rilke] 

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