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Note di vento.

Da Oliviabluebell
Note di vento.Sul treno è partito quell'album. Ci sono arrivata per gradi, ho guardato il titolo indecisa se premere play oppure no ma alla fine l'ho fatto.Leggevo, le parole scorrevano come gli alberi dal finestrino, non volevo giungere a destinazione, volevo rimanere lì, ferma nel viaggio, senza una meta precisa.Sono scesa al capolinea, ho dovuto aspettare un po' la metro e stavo per perdere l'abbonamento, scivolato fuori dalla tasca del mio cappotto. Adoro l'inverno solo per mettere il cappotto, per lasciarmi avvolgere da quel calore e nascondermi dentro la sciarpa, per calarmi sulla testa il mio paraorecchie o il cappello. Le note in sottofondo continuavano ad andare, un album che non sono più riuscita ad ascoltare da quasi un anno a questa parte. C'erano troppi flashback, troppe emozioni che non riuscivo a decifrare e che mi facevano provare immensa malinconia per ciò che non c'è più.Mi è tornata in mente quella giornata di mesi fa, il cielo terso, il freddo, la mia paura, bloccata in un parcheggio e la voce dall'altra parte del filo che mi diceva che non dovevo avere paura. Non so perchè mi torni in mente tutto ora, in questo momento in cui guardo le foglie cadere dagli alberi e scivolare nell'aria, con questo cielo blu come sfondo. Ho la macchina fotografica in borsa. Voglio fare foto oggi.Ed è comunque ancora malinconia quella che sento anche se non dovrei. Tutto ha una fine giusto? Però avrei voluto una fine diversa e avrei voluto salutarlo diversamente. Tante buone intenzioni che poi si scontrano sempre con la sensazione di inadeguatezza che mi suscita. No, non è propriamente inadeguatezza, adesso che ci penso. E' distanza ed è consapevolezza di essere due mondi distanti anni luce. Questo è quello che mi ha sempre fatta tenere il freno a mano levato, l'ho capito. Mi manca? Non lo so. Diciamo che mi mancano i nostri ragionamenti, le nostre parole su come gira il mondo, mi piaceva la sua prospettiva di vedere le cose.
Caro amico, non so se le persone sono tutte cattive, non so se lui lo fosse. Non penso. Il fatto è che non riesco più a capirlo. Non mi rimane che affondare di nuovo le mani in quel nodo che mi sta chiudendo la gola e cercare una risposta, ammesso e non concesso che ne esista una.E mi piacerebbe anche capire perchè non penso più a Dicembre ma penso a Febbraio. Sono cambiata, molto, troppo in fretta forse, a tal punto che fatico a starmi dietro. Non vedo cosa ho davanti e la cosa, invece di tranquillizzarmi o prenderla come una sfida, a volte mi spaventa. Io mi spavento. Perchè non riesco ancora a capire quali sono i miei confini. Finchè non mi saranno chiari dovrò tenermi ai bordi, gli stessi su cui penso e ripenso e provo malinconia.

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