“Most people would say that being in love was the best feeling in the world, and to some degree, I would agree with them, but not when all you could think about was losing it or watching something awful happen so that your heart shatters into a thousand tiny, jagged little pieces. No, being in love was more frightening than gratifying.”
“Nothing left to lose” è il primo volume della serie “Guarded Hearts” di Kirsty Moseley, l’autrice di “The Boy who sneaks in my bedroom window” (Il ragazzo che entrò dalla finestra e si infilò nel mio letto edito da Newton Compton) che ho adocchiato gratuito su Amazon. Credevo di avere per le mani una storia interessante, in realtà mi sono accorta che si tratta di un’idea potenzialmente molto intrigante ma che in effetti manca di smalto e snellezza narrativa.
La vita di Annabelle Spencer è quella che sognano tutte le ragazze. Ha dei genitori meravigliosi, grandi amici e un ragazzo perfetto Jack Roberts. Tutto cambia il giorno del suo sedicesimo compleanno quando la sua vita crolla intorno a lei. La sua notte da sogno diventa un incubo quando Jack viene assassinato davanti ai suoi occhi e lei viene rapita dall’assassino, Carter Thomas, un trafficante di armi e droga. Dopo dieci mesi di prigionia, viene trovata, ma l’esperienza l’ha totalmente cambiata. Non è più la ragazza felice che tutti conoscevano e amavano, ora è fredda, indurita e soffre di terribili incubi notturni. Sembra che Carter non abbia spezzato solo il suo corpo, ma anche il suo spirito. L’ombra di sé stessa, il suo slogan ora è “Se non ti importa di niente, allora non hai niente da perdere”. Carter al momento è in carcere per l’omicidio di Jack, un’accusa che Anna ha aiutato a provare. Ma il processo d’appello si sta avvicinando perché alcune prove sembrano essere state contaminate. Anna non ne sa niente, ma alcune minacce di morte sono state ricevute da suo padre, il senatore. Sembra che Carter sia ancora interessato ad Anna, e non si fermerà di fronte a nulla pur di riaverla.
Ashton Taylor è stato assunto per proteggerla. È un nuovo qualificato agente SWAT, il ragazzo d’oro dell’agenzia. Viene assegnato come agente sotto copertura, per impersonare il ragazzo di Anna. Il suo lavoro è quello di aiutarla durante il college, e di tenerla a sicura fino alla fine del processo, dopo otto mesi. Per tre anni Anna è stata la ragazza spezzata e irrecuperabile, che si rifiutava di sentire emozioni o pena, ma può Ashton aiutarla a ricostruire la sua vita e affrontare finalmente il dolore della perdita del suo fidanzatino d’infanzia? Sarà l’unico in grado di farle vedere che la vita è meritevole di essere vissuta e che non tutti gli uomini vogliono farle del male? Dopo un po’ l’ombra del processo cade su entrambi, provocandoli e ricordando loro che non è ancora finita. Dopo tutto, Carter Thomas non si fermerà di fronte a nulla pur di riunirsi alla sua “Principessa”.
Devo essere sincera ho letto questo libro spinta dalla curiosità, dopo aver finito “Enjoying the chase” che è il secondo volume, ma che io ho letto per primo. Col senno di poi probabilmente non lo avrei preso in mano. Ammetto che l’idea della Moseley era avvincente, io poi ho una certa predilezione per le storie con i bodyguard che si innamorano delle proprie protette, devo dire che ne vado matta. Il setting mi ispirava parecchio. Eppure non sono riuscita ad entrare in pieno nella storia. L’eccessiva lunghezza, la trama appesantita da scene erotiche inutili e ripetitive, episodi che ai fini dello scioglimento finale non erano assolutamente pertinenti, hanno tolto valore ad una storia che poteva essere molto più avvincente.
La narrazione procede in prima persona, alternando i punti di vista di Anna e Ashton, mostrando al lettore continuamente il polso della situazione. Anna è una ragazza che si è chiusa in sé stessa dopo l’esperienza terribile vissuta con Carter, e il lettore la rivive per flashback attraverso gli incubi della ragazza. Veniamo a conoscenza dei peggiori ricordi della ragazza e ad ogni nuova scoperta si resta sempre più sconvolti e incapaci di comprendere come così tanti eventi negativi possano aver colpito una ragazza e averla lasciata con un certo senso di sanità mentale. L’arrivo di Ashton allora diventa fondamentale per acquisire prospettiva e uscire dal tunnel nero della sua depressione. Ma fin dal primo momento risulta tutto troppo immediato, troppo semplice, troppo veloce. Ci rendiamo conto che in fondo Anna e Ashton saranno anche predestinati, ma non possono di certo acquisire un grado di intimità tale da lasciarli così uniti, quando Anna lotta con problemi inenarrabili da tre anni. Non si fida dei SUOI GENITORI e poi si lascia abbracciare su un letto da un ragazzo? Tutto ciò mi ha lasciato molto scettica.
Il loro rapporto è come un treno in corsa, e quando sono insieme sembra tutto idilliaco. Senza Ashton invece Anna è un cumulo di nervi tesi e pronti e saltare al primo incubo. Le scene erotiche, anche se ben costruite, dopo un po’ sono diventate ripetitive e tutta la parte centrale inutile alla trama. Il finale, troppo veloce e mal sfruttato hanno ricalibrato una trama che alla fin fine è insulsa e senza nervo.
L’ambientazione, pur se collocata geograficamente, pure è ambigua e ci si potrebbe riferire ad una qualsiasi città americana. Il linguaggio usato dalla Moseley si discosta dal gergo americano, e risulta più anglosassone che altro.
Il particolare da non dimenticare? Delle rose bianche…
Una romance che non mi ha convinto, né a livello di trama, né a livello di scelte narrative. Un lungo e tormentoso libro per mettere insieme due, che si innamorano praticamente a prima vista. Il mio debole per le guardie del corpo ha decisamente influito nella scelta del libro, che altrimenti non avrei mai preso in mano.
Buona lettura guys!