Negli ultimi mesi la Poetry Society, un’istituzione centenaria con sede a Londra, è stata sede di accese polemiche poiché ben quattro esponenti di spicco si sono dimessi. Tra loro il presidente Jo Shapcott e il direttore Judith Palmer, stanca delle continue discussioni con il caporedattore della Poetry Review (il periodico), Fiona Sampson. Grazie alle proteste di numerosi poeti, tra i quali Liz Lochhead e Gillian Clarke, Judith Palmer è tornata a ricoprire il ruolo di direttore. La difficile situazione però ha avuto conseguenze molto gravi perché l’Arts Council England ha deciso di posticipare a data da destinarsi il pagamento dei fondi che la Poetry Society riceve ogni anno – quest’anno si parlava di circa settantaquattromila sterline – e che le permettono di sopravvivere.
Dodici delle venticinque biblioteche nell’area di Wakefield rischiano la chiusura. Infatti, il consiglio regionale sembra ora orientato verso altri progetti. Per tale motivo avrebbe deciso di non finanziare più le suddette biblioteche, che nel caso non dovessero trovare altre vie di finanziamento saranno costrette a chiudere e licenziare tutti gli impiegati. Continuano però le campagne di supporto. Nell’ultimo periodo anche la Women's Institute si è unita alla causa.
Robert Levine, nel suo “Free Ride: How Digital Parasites Are Destroying the Culture Business and How the Culture Business Can Fight Back”, pubblicato lo scorso mese, offre un’analisi dettagliata dei motivi per i quali le librerie virtuali attraggono un numero sempre maggiore di acquirenti.
Il PEN/Pinter prize, premio di 1000 sterline conferito a scrittori inglesi con meriti straordinari, è stato assegnato al drammaturgo David Hare, già vincitore di premi prestigiosi quali il Bafta ed ordinato cavaliere nel 1998. La premiazione ha avuto luogo il 10 ottobre. Durante l’evento è stato inoltre consegnato il premio che PEN dedica ogni anno agli scrittori che sono stati imprigionati per aver espresso le proprie idee.
Secondo Nielsen BookScan, le vendite dei primi sei mesi dell’anno sono state inferiori (3%) rispetto a quelle dello stesso periodo dell’anno scorso, con un ricavo fra i più bassi dal 2005 ad oggi. Gli editori con le perdite più consistenti sono: Quercus (-39%), Little, Brown (-30%) e John Blake (-29%).
Anche BookPower ha registrato grosse perdite. Rispetto all’anno scorso, l’associazione benefica (si occupa di libri non illustrati da inviare a paesi non industrializzati) ha ricevuto il 50% in meno di donazioni. La situazione si è dimostrata talmente grave da spingere il direttivo a decidere di terminare le attività (ufficialmente, il 18 ottobre) dopo quindici anni di impegno costante.
Nel frattempo, negli Stati Uniti si è parlato molto di due famosissimi autori: Stephen King e Haruki Murakami.
Il Re, che possiede anche delle radio, ha deciso di lanciare un nuovo programma: “The Pulse Morning Show”. Durante la conferenza stampa, King ha spiegato la sua idea con un "We're a little to the left, but we're right." La frase, che in italiano potremmo tradurre con “Siamo un po’ a sinistra, ma siamo nel giusto”, è una provocazione politica che gioca sui significati di ‘right’ (in italiano, ‘destra’ ma anche ‘giusto’).
“Norvegian Wood”, romanzo che Murakami pubblicò nel 1987, è stato bandito dalle letture consigliate in un liceo del New Jersey a causa delle numerose proteste dei genitori, contrariati dalla presenza di scene di orgia, sesso, droga.
In un mercatino è stato ritrovato un libro del 1834, nel quale più di ottocento poeti elogiano Lord Byron. Fra loro, l’americano Washington Irving e l’irlandese Tom Moore.
La casa editrice John Blake ha annunciato che pubblicherà, nel febbraio 2012, un libro su Murdoch. Secondo le prime indiscrezioni, la biografia racconterà la parte ‘umana’ del milionario.
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