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Ci sono altre buone notizie che vale la pena registrare nel diario di bordo: è finita la stagione dei tafani e anche le zanzare cominciano a fare le valigie.
Mercoledì sera ho assistito ad una pesca fortunata. I nipoti di Marcus hanno preso due salmoni da cinque chili ciascuno. Erano orgogliosi e si sono fatti immortalare dalla mamma in posa plastica con canna da pesca e preda. Il papà aveva invece provveduto a fracassare il cranio dei salmoni con una pietra per evitare che i pesci si dibattessero durante la foto.
Finita la stagione dei salmoni si aprirà la stagione delle alci. Via le canne da pesca e mano ai fucili. Marcus scherzando mi ha detto di vestirmi vistosamente quando vado a lavorare in bosco.
Fra qualche settimana però cambiò attività. Vado a riforestare un'area con pini e abeti. Il lavoro viene pagato 1,50 NOK a pianta. Il committente vuole che siano messi a dimora 5000 alberi. Cambiare mi farà bene. A parte la lama del decespugliatore, da qualche giorno a questa parte cominciava a girarmi anche altro.
Mettere a dimora alberi è un lavoro silenzioso e tranquillo. Dopo il primo giorno, se la memoria non mi inganna, ti viene male alla schiena per i continui piegamenti però dopo basta.
Durante il lavoro mi tengo compagnia ascoltando Podcast, ovvero delle registrazioni di vario tipo messe a disposizione in internet. A parte i corsi di lingua (In tutto il web manca proprio il norvegese) di inglese e spagnolo ascolto“economica” del gruppo Macchianera, e “la aradio” che una trasmissione radiofonica fai da te molto divertente di un duo di Barcellona. Paradossalmente lavorando sto imparando più cose sulla Spagna che sulla Norvegia.
Ho ricevuto anche posta. La mia famiglia è stata così gentile da mandarmi la corrispondenza di questi mesi: resoconti bancari (poco interessanti) e una lettera del sindaco Flavio Tosi.
Fa effetto ricevere la lettera del sindaco della tua città quando sei all'estero. Pensavo fosse un'autosviolinata del tipo: “Caro elettore, la Lega continua ad avercelo duro, se non sei un immigrato, dormi sonni tranquilli”. Invece no.
La missiva (due pagine) era molto attenta, specifica e mi riguardava.
Tosi mi rimproverava di aver accusato via lettera il Comune di Verona di aver compiuto una scelta azzardata circa l'apertura dell'inceneritore dei rifiuti di Ca' del Bue. Tosi scrive che un'apposita commissione ha valutato attentamente tutte le possibili scelte tecniche optando per la termovalorizzazione dei rifiuti. La lettera parla dell'esistenza di tecnologie più avanzate però Verona non vuole investire in tecnologie non ancora sperimentate su vasta scala.
Ciò ricalca in pieno lo spirito progressista e lungimirante dei panciuti borghesi della mia città.
Sarà un altro sindaco in un'altra città a rischiare con un impianto di nuova generazione, qui da noi no.
Investiremo in un impianto vecchio capace di offrire maggiori garanzie tecniche perché già sperimentato. Intanto per chi non lo sapesse, si è formato un comitato che è contrario all'inceneritore e gli abitanti del mio quartiere affiggono lenzuola con la frase: “L'inceneritore? Una follia”. Hanno paura di ammalarsi. Il sindaco afferma che non è vero che le emissioni di un inceneritore sono dannose.
Dunque? Faccio respiri profondi di aria pulita norvegese. Non lo so, ma può darsi che in futuro ne avrò nostalgia.
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