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Notte

Da Cuordicarciofo
Che ora improponibile per scrivere qualcosa.
Poi dici che vengono fuori post deliranti. Dovrei essere a letto a ronfare altro che scrivere di contorcimenti mentali.
E solo che proprio non riesco a prendere sonno.
Ho tutti questi pensieri che mi passano in testa. Mica brutti, solo sono lì e non conciliano il sonno.
Penso a mia madre che se ne sta sola in quella casa dove ha vissuto con mio padre.
Penso a quanto mi manca la mia famiglia. Perchè da quando se ne è andato lui è comunque tutto diverso.
Penso a quelle volte che risento nella testa la sua voce e mi si stringe lo stomaco, solo per un attimo. Non se ne andrà mai questa sensazione.
Penso a un vestito color lavanda. Alla domenica mattina nella stanza dei miei.
"Mamma poso mettere il vestito rosa?" E se la risposta era si voleva dire che era arrivata l'estate.
Penso ai pomeriggi passati a disegnare. A quelli passati a prendere girini. Alle sere d'estate con il profumo degli zampironi.
Alle 2 del pomeriggio a girellare per il corso, quando eravamo dai parenti a in Puglia. Al silenzio, all'odore di fresco che usciva dalle finestre delle case di tufo del centro.
Penso alle serate al bar seduti fuori sui gradini, a bere spritz, ma anche il crodino con il lambrusco. E stare lì fino a tardi, quando nella strada è tutto spento.
Alle serate in sede, con il fumo che si tagliava con il coltello e i portaceneri sempre pieni. Al rumore dei dadi sul tavolo di legno. Allo stanzino con i cartoni delle uova appiccicati sopra. Alla finestra sulla piazza. Ai discorsi, che adesso non facciamo più.
Penso a questa cosa di perdonare se stessi. Che cosa difficile.

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