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THE ECLIPSE ( 2009, di Conor McPherson ) film irlandese spacciato da più parti come ghost story. E' la storia di un insegnante ( Ciaran Hinds) vedovo con prole adolescenziale a carico che sente un forte senso di vuoto per la dipartita prematura della moglie causa cancro e improvvisamente comincia a sentire la sua presenza nella casa in cui abitano. E lo spettatore è sottoposto quasi come fosse un esercizio filmico anche a un paio di apparizioni del suddetto fantasma. Lui cerca conferme in una scrittrice che ha narrato dei suoi fantasmi e che ora si trova a Cobh per l'annuale concorso letterario. Pur spacciato per horror o meglio per film con fantasmi è in realtà un doloroso melodramma a cui sembra abbiano messo la sordina . Il dolore per il distacco che aleggia per tutto il film è appena accennato ma non erompe mai con tutto il suo potenziale narrativo.Se Ciaran Hinds è abbastanza centrato nella parte, è assolutamente fastidioso un Aidan Quinn adagiato perennemente sopra le righe in una parte di scrittore sciupafemmine che insidia la scrittrice con cui il vedovo trova affinità elettive anche se non propriamente di stampo amoroso. Anzi no.Chissà.
The Eclipse è il classico film senza infamia e senza lode girato però con una mano al di sopra della media. Una sequenza all'inizio ( quella dell' apertura, silenziosa , di una sala ristorante pronta per un banchetto) mi ha ricordato non poco analoga sala banchetti di Shining mentre occorre riconoscere che l'ambientazione nella bellissima città di Cobh è sfruttata magnificamente . Da sola innalza il livello di interesse, di per sè non altissimo , riguardo il film.
Il ritmo piuttosto compassato che cerca l'atmosfera piuttosto che la sollecitazione epidermica non faciliterà una visione disattenta. Ma a una visione più accurata della media il film di McPherson mostrerà impietoso le sue lacune....(voto 6 )
EL HABITANTE INCIERTO ( 2004, aka The Uninvited Guest di Guillem Morales ) Ecco un altro film catalogato come horror ma che in realtà si è rivelato tuttaltro. Felix, architetto, vive assieme a Vera in uno splendido palazzo gentilizio. Secondo Vera in realtà è una casa troppo grande per incontrarsi, anche solo per trovarsi. Decide così di lasciarlo( ma trovano sempre il modo per incontrarsi ) e va a vivere in un piccolo monolocale. Una sera un uomo con la scusa di fare una telefonata entra nella casa di Felix ma improvvisamente sparisce. La casa diventa piena di rumori spettrali e scricchiolii che mandano Felix in paranoia. Si mette a cercare l'intruso, lo trova e gli spara. Non controlla nemmeno se lo ha ferito o ucciso. Pensa solo a sigillare la casa per impedirne la fuga.
Dopo una notte passata in auto entra nella casa ( molto simile alla sua ) della paraplegica Claudia e vi si installa senza che la padrona di casa sappia nulla spuntando dietro di lei in ogni stanza. Finale a sorpresa. Ora, se El habitante incierto all'inizio sembra un thriller hitchcockiano o meglio depalmiano con vistose venature horror, strada facendo poi cambia pelle fin quasi a diventare una commedia degli equivoci con Felix che deve trovare tutti i modi, anche quelli più comici per nascondersi a Claudia. Che per complicare le cose e perseverare nel discorso del doppio tanto caro agli autori succitati è interpretata dalla stessa attrice che impersona Vera ( Monica Lopez ). La regia di Morales nel suo essere così precisa ed evocativa è la cosa migliore del film. Non sono così sicuro di aver compreso del tutto quello che voleva dire soprattutto alla luce di un finale che sembra buttare in vacca (usando la soluzione più semplice e senza complicazioni) quanto di buono costruito nei 100 minuti precedenti.E' un film perlomeno curioso assolutamente degno di una visione in cui si è lentamente ma inesorabilmente trasportati nei meandri della mente del disturbato Felix. La svolta ai toni della commedia nella seconda parte credo che sia la cosa meno riuscita di un film che poteva essere molto più perturbante di quello che poi si rivela. Se volete una ragione supplementare per vederlo allora vi dirò che nella parte dell'intruso è impegnato il grandissimo regista Agustì Villaronga, autore di cultissimi come Tras el cristal o Pa Negre. Comunque El habitante incierto non è solo un esercizio di stile, si vede che Morales ha talento. ( voto 6,5 ).
DICTADO ( 2012, aka Childish games di Antonio Chavarrias ) Daniel e Laura sono due insegnanti che hanno il cruccio di non avere ancora bambini. Un vecchio amico di Daniel, Mario, insiste per fargli conoscere la figlia Julia e quando i due apprendono che Mario si è suicidato prendono con loro Julia. Se per Laura è quasi l'avverarsi di un sogno, per Daniel l'esperienza si rivela più traumatica del previsto e farà affiorare un segreto mai confessato.
Anche questo è stato inserito con una certa sagacia nel calderone horror che in Spagna sembra aver trovato fertile humus: in realtà di cose tipo Nameless o The Orphanage non ha nulla. Il film gioca sulle apparenze e sui clichet operando poi il classico ribaltamento nel corso della narrazione che puzza di deja vù lontano un kilometro. La leggenda narra che questo film detenga il record di strilli, urli, improperi e sbertucciamenti alla Berlinale del 2012 dove è stato presentato in concorso. In effetti è abbastanza misteriosa la presenza di un filmetto come questo a un festival cinematografico così importante. Il problema di Dictado ( che detto per inciso non è così brutto, è realizzato con una certa cura e recitato adeguatamente) è che è un frullato di film già visti in precedenza e non aggiunge nulla di nuovo al genere, anzi , la sua assoluta prevedibilità azzoppa la presunta suspense che si vuole costruire nel finale. ( voto 5 )
THE SHRINE ( 2010, di Jon Knautz) In questo gruppo questo è l'unico decisamente horror. Un gruppo di giovani giornalisti viene in Europa per indagare su una misteriosa setta dedita a sacrifici umani.Indovinate come va a finire? In braciole di carne umana .
The Shrine è un film che mantiene esattamente quello che promette: comincia come il più banale dei torture porn ( è ormai una consuetudine narrare lo spaesamento dei giornalisti americani nell'Est Europa accumulando luoghi comuni gli uni sopra gli altri, anzi può darsi che sbaglio ma mi è sembrato anche che si facesse una certa confusione tra Albania e Polonia con i protagonisti che arrivano in Albania per poi subito dopo ritrovarsi misteriosamente in Polonia) per poi immergersi dopo lunga attesa in un finale di culti ancestrali e rituali satanici rappresentati però senza troppa inventiva. Il livello non è infimo ma anche qui manca quel quid che elevi il film dalla mediocrità che inesorabilmente lo avvolge.
E questo è probabilmente dovuto alle scarse doti degli attori ( nettamente più convincenti quelli autoctoni rispetto agli americani ) e a una certa parsimonia nel mostrare effetti truculenti che vengono mostrati con dovizia di particolari solo nel finale.L'impressione finale che si ricava da The Shrine è che sia un surrogato un po' sgangherato di Hostel a cui hanno aggiunto un paio di cucchiaiate de L'Esorcista ( viene nominato pure il sempiterno demone Pazuzu ) .Ricetta pesante ma soprattuto anonima , senza la sufficiente personalità per essere ricordato nemmeno dagli appassionati più duri e crudi.( voto 4,5 )
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