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Notte prima degli esami…

Creato il 18 giugno 2013 da Marvigar4

notte prima degli esami

   Per carità, lasciamo perdere quella canzone tronfia, prolissa e pallosa di Antonello Venditti e non ragioniamo nemmeno dei due film più una serie televisiva con tutti quegli ex attori da ignorare tranquillamente. La Notte prima degli esami nel 2013 non ha niente di così bello e esemplare, trattasi di una prassi stereotipata al limite dell’insulto, soprattutto per gli esaminandi. Verrebbe da chiedere alle commissioni, alle scuole, a un’intera nazione: a che pro? Perché ostinarsi in questo esercizio sadico dove i soliti personaggi da operetta (leggasi la transumanza oceanica di docenti italioti annoiati e senza stimoli) vanno invano alla ricerca di un guizzo che offra loro una parvenza di emozione? Perché costringere delle povere ragazze e dei poveri ragazzi a subire questo giudizio che non cambierà di molto le vite e i sentimenti dei futuri disoccupati o lavoratori precari? Forse fino a trent’anni fa quella notte possedeva ancora un certo fascino, per molti costituiva un viatico necessario e un banco di prova, se non altro in vista dell’impiego o della carriera universitaria, ma adesso… Studiare è diventato un lusso, lo stato sociale spazzato via dal berlusconismo di destra e di sinistra ha insegnato la futilità di questi anni trascorsi nel parcheggio degli istituti scolastici. Il sottotitolo di Notte prima degli esami oggi recita così: se sei figlio di padre abbiente goditi questi giorni ininfluenti; se sei figlio di nessuno tira fuori l’orgoglio e incazzati, cogli l’occasione per gridare a questi ipocriti adulti che sono loro i ladri del tuo futuro. E allora, giovane italiana/o, urla la tua rabbia dimostrando che, almeno, questo esame può rafforzarti per le lotte future che dovrai affrontare da subito. Ma, per favore, dì a quei vecchi indecenti che ti stanno davanti di piantarla con i loro sorrisi falsi e con un cerimoniale novecentesco che non aggiungerà granché alle sorti di questo disgraziato paese in debito di ossigeno.

   L’Italia è il paese dei riti senza grazia, dei pavoni in tutto fuorché nella bellezza, delle devozioni pornografiche spacciate per culto, del disprezzo della gioventù, del fatalismo sconcio, dell’adolescenza perenne degli adulti rapinata agli adolescenti veri, degli scheletri nell’armadio superiori numericamente a quelli presenti nei cimiteri. Però questo nostro rabberciato stivale desidera ancora, nonostante tutto, un luogo dove è possibile sperare e confidare in chi, onesto e imbufalito, saprà dare un senso a questi nostri momenti, anche a questo insulso e detestabile esame di maturità.

   Mi auguro che il giorno dopo gli esami nasca finalmente qualcuno che sappia andare oltre l’italiano (e non parlo della materia scolastica, ma dello pseudo-cittadino che vive e vegeta in questa nostra landa).



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