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Notti tragiche

Da Suster
Notti tragiche
Premesso che Suster odia essere ripetitiva, annuncia che sta per ripetrsi.
Oh, mannaggia! Oh, mannaggia! Oh, mannaggia!
Ma  com'è che non ci sono più le notti di una volta?
Preferirei riavere le mie notti di un tempo a tutte le mezze stagioni di questo mondo, che se devo essere sincera mi sono sempre state un po' sulle palle... Autunno? Ma che senso ha? Primavera? Chiamiamola estate mederata e va bene lo stesso. Delle mezze stagioni si può fare benissimo a meno, e vivere tutto l'anno due sole stagioni interissime.
E invece no.
A me si negano le sacrosantissime notti di sonno!
Non vorrei fare ora della dietrologia, termine orrendo, che va di molto in voga di questi tempi, ma sospetto una congiura ai miei danni ad opera della pupa e dei gatti. Non capisco ancora quale sia il loro diabolico intento: perchè mai farmi arrivare alla mattina modello zombie, con i riflessi più rallentati di una moviola, la capacità di reazione di un bradipo, l'abilità motoria di un pachiderma col parkinson e la capacità connettiva di un macaco dislessico? Chi potrebbe trarre vantaggio da questo mio stato semi-comatoso?
Magari loro complottano di impossessarsi della casa approfittando della mia momentanea assenza cerebrale e farne il regno del metto-in-bocca-tutto-ciò-che-trovo-sulla-mia-strada e del monto-con-le-zampe-inzaccherate-di-fango-su-qualsiasi-linda-superficie-mi-si-pari-davanti, e infine del butto-a-terra-tutto-ciò-che-viene-a-trovarsi-per-sua-disgrazia-sul-mio-cammino. Quest'ultimo argomento soprattutto deve aver trovato d'accordo le esigenze di tutti e tre i congiurati.
Suster si trova ormai sull'orlo della capitolazione.
Notti tragiche
Prima notte: Suster viene svegliata da un insistente e piuttosto disturbante Miaooo ripetuto a oltranza, proveniente da dietro la porta chiusa della camera.
Non sa che ora sia, ma poichè il sole non ha ancora preso servizio, probabilmente non più tardi delle 5 del mattino. Cavolo, qui se mi si sveglia la pupa sono finita. Quindi fa appello a tutte le sue forze rimaste, si alza in punta di piedi, rabbrividendo al freddo bastardo che regna a quell'ora in casa, apre piano la porta, poi si ributta sul letto? No, esce dalla camera, si dirige verso la porta-finestra della cucina, la apre mentre una lama di gelo le toglie il fiato, e fa uscire il gatto lamentoso. Poi ritorna a letto soddisfatta della missione compiuta.
Miaooo miaoo miaoo. Apre gli occhi: cavolo, ho solo sognato di aver fatto tutto ciò! Il gatto è ancora lì che si lagna. Dovrò intervenire quanto prima, o finirà per svegliare Voi-sapete-chi. Si alza in punta di piedi, rabbrividendo, esce dalla camera, si dirige verso la porta-finestra della cucina, la apre (freddo), e fa uscire il gatto lamentoso. Poi ritorna a letto soddisfatta.
Miaooo miaoo miaooo.
E no! Ho sognato di nuovo di fare tutto ciò.
E così via per un numero indecifrabile di sofferti risvegli senza fine. Suster è del tutto incapace di sottrarsi alla spirale di sogni concentrici che le avviluppa la volontà.
Finchè non si sveglia Lei.
- Mmmuaaaaaaaaah!
Ecco qua: il danno è fatto.
Stavolta mi devo alzare davvero.
Ogni tentativo di far riaddormentare la pupa fallisce: Suster rimane per mezz'ora con la mano nella carrozzina lasciando che la piccola glie la manipoli ben bene. E' la maniera che ha di calmarsi prima di scivolare verso il sonno. E vi dirò: pur essendo piccola fa dei massaggi alle mani che sono una goduria. Non fosse per la scomoda posizione che la madre è costretta a mantenere, con la schiena piegata in due e le ginocchia che sente cedergli sotto il peso delle stanche membra, Suster si lascerebbe massaggiare in eterno.
Mezz'ora: trenta minuti di orologio, non dico tanto per dire. Infine un grugnito più forte del padre farà sì che con un sobbalzo, il risveglio della piccola si compia del tutto.
Non so come Hasuna sappia trovare sempre il momento giusto per lanciare i suoi rantoli notturni, quando lei sta per abbandonarsi al sonno che le avvince le palpebre, ma vi assicuro che accade puntualmente.
Allora si cambia tattica: vieni, tesoro, nel letto di mamma e babbo, che sono appena le 5 e mezza e mamma vorrebbe farsi almeno un'altra oretta di sonno. Non vedi che fuori dormono le case e dorme la città? Perchè solo la mamma è condannata a non dormire mai? Che razza di canzoni che insegnano ai bambini!
Nel lettone la dolce pupa inizia a esercitare l'ugola cimentandosi in virtuosismi degni della figlia di Tarzan. Non è arrabbiata nè disperata: lei urla, così, perchè ne ha voglia, a dieci centimetri dall'orecchio dell'insonne madre e a una ventina da quello del letargico padre, che però anche lui al terzo di questa serie inizia ad avvertire il colpo, e a rigirarsi borbottando che oggi è sabato, e lo aspetta una giornata durissima a lavoro, che lo si lasci dunque riposare in pace.
La madre, che altro le rimane da fare, è costretta ad alzarsi e a iniziare a preparare il tanto agognato biberon del mattino: pur cercando di tirarla per le lunghe, siamo riusciti a fare appena le 6 e davanti a lei si prospetta una lunga giornata di urla e lotta per la sopravvivenza.
Notti tragiche
Seconda notte: i genitori fanno il loro ingresso in camera da letto verso l'una: malgrado tutto, continuano a voler fare i coraggiosi, andando a letto ad orari poco raccomandabili, e aspettandosi pure di riuscire a sgraffignare qualche momento di segreta intimità.
Poveri illusi, ma quando impareranno?
La pupa ha già teso l'orecchie ed è in allerta. Alla prima frase del padre, sussurrata a due metri di distanza da dove lei si trova, spalanca gli occhioni a fanale come un lemure, e inizia ad agitarsi tutta freneticamente, come fosse sotto effetto dopping.
Avoglia mamma a tentare di calmarla con carezzine sulla testolina e sussurri: quella è proprio esagitata e scalcia come una puledra tracia, mandando all'aria le coperte.
Suster impiega anche stavolta una buona mezz'oretta per mettere a tacere la figliola, che giace assopita di un sonno leggerissimo, facile a spezzarsi alla minima vibrazione dell'aria.
- Oh, Hasuna, davvero, fai piano, non ridere! Sccc, che il letto traballa. Attento che crolla la zampa mozza! Se la sevgli stavolta la riaddormenti tu, eh!
Ma la povera madre non fa in tempo a finire la frase che un lamento prima soffocato poi subito in crescendo divenuto un grido di protesta, si leva dalla carrozzina.
Lei si lancia subito in soccorso e scopre il responsabile di tanto strazio: il solito gatto infilatosi nel lettino della pupa. panzumen stavolta, che con la sua pingue mole la riempie per metà, lasciando emergere solo la testa e le braccia di una pupa assai contrariata.
- Gatto di merda: l'hai fatto apposta!
Fuori Panzumen e ricomincia una forsennata maratona di ninne nanne più o meno sussurrate, masticate, biascicate, mentre la mamma casca da tutte le parti, che in piedi non si regge più, si appisola e si ridesta, con la pupa sempre tra le braccia che le scivola sempre più giù, e che ogni tanto con scatti nervosi tenta di recuperare una posizione un pochino più comoda in grembo alla madre.
Due volte Suster tenterà di rimettere giù la pupa, due volte si sentirà i timpani perforati da un vibrante acuto non appena avrà infilato i piedi intirizziti sotto i vari strati di coperte del suo caldo accogliente letto.
-Porca vacca: sono le 4! Fortuna che domani è domenica, almeno ci sei anche tu a casa. Così magari riesco a dormire un po' (come se non lo sapessi, che tanto la dovrò tenere io, perchè: Mammaaa! Vieni, la tua filia ti vuole!)
- Sai, Hasuna: mi sa che le fa male qualcosa: com'è che si sveglia così di soprassalto? Forse oggi ha preso freddo alla pancia quando l'ho portata da te in macelleria. Te l'avevo detto di chiuderle il cappotto: c'era un vento! Eh, sì, deve farle male la pancia. Infatti ha avuto la diarrea: oh, ha fatto 'na cagata che non sapevo più dove mettere le mani. O magari le fanno male i denti, chissà...
- No: è l'arredo.
- L'arredo?
- Sì: l'arredamento non va bene!
- Ma... non l'abbiamo mica cambiato di recente...
Quella conversazione era peggio del solito. Difatti mi rendo conto che più imbarazzante che accorgersi di star parlando da dieci minuti ininterrottamente con no che se la dorme, è non accorgersi che le assurdità che ti risponde provengono dal profondo di chissà quale suo scenario onirico, e prenderle invece in considerazioni per argomenti sensati, cercare anche al limite di capire il nesso tra l'arredamento e l'insonnia contagiosa di tua fioglia.
Quel padre sciagurato se la ronfava, mentre io mi sarei ancora dannata l'anima per un bel po' tra il mio letto e la carrozzina, prima di prendere la decisione inevitabile di portarmi pupa nel letto. Inevitabile ma non risolutiva, perchè lei inizia a lanciare urla a diecimila decibel direttamente nel mio padiglione auricolare e, insomma: alla fine ci siamo accordate che lei avrebbe dormito sulla mia pancia, unica soluzione che accettava, mentre io... io ho dormito pure in quella assurda posizione, con pupa adagiata sul ventre, le mie tette a mo' di cuscini, perchè ero veramente sfatta e avrei dormito anche a testa in giù con la pupa in equilibrio sulle piante dei piedi.
Concludo e pubblico solo ora questo scritto, iniziato stamani, e interrotto da vicende molto incresciose intercorse nel frattempo, che non mi hanno messo dell'umore giusto per terminare il tragicomico resoconto delle mie notti... forse ve ne parlerò altrove, in altro momento.
Ora la notte scende con la sua cortina di stelle e io mi raccomando a morfeo, che me la mandi buona almeno stanotte, almeno per una notte.
Dormire!

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