Si danno appuntamento il terzo mercoledi di ogni mese nel Distretto finanziario di Manhattan.Sono nove banchieri che rappresentano i piu grandi istituti bancari:Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan, Citigroup, Bank of America, Deutsche Bank, Barclays, Ubs, Credit Suisse.Naturalmente tutto è coperto da segreto.
Ufficialmente questo “club del mercoledi“,chiamato Ice Trust,avrebbe il compito di”salvaguardare la stabilità e l’integrità su un mercato che muove ogni giorno migliaia di miliardi di dollari“
ma ,come fa notare Gary Gensler(capo della Commodity Futures Trading Commission),il gruppo “protegge gli interessi delle grandi banche che ne fanno parte, perpetua il loro dominio, contrasta ogni sforzo per rendere trasparenti i prezzi e le commissioni“.L’inchiesta,come spiega LaStampa,nasce dalle testimonianze di funzionari di Bank New York Mellon, fondata nel 1784,che si sono visti rifiutare la richiesta di entrare a far parte dei “nove“in quanto “la domanda non era sostenuta da un sufficiente volume di scambi di derivati durante l’anno“.
Sanjay Kannambadi, ceo della sussidiaria creata da Bank New York Mellon,ha voluto invece precisare che secondo lui “il vero motivo per cui ci hanno tenuti fuori è la volontà di mantenere alti margini di profitto e di non condividere con altri la redazione delle regole che governano questo tipo di scambi“.
“Il costo di quelle pratiche lo paga tutto il resto dell’economia, lo pagano tutti gli americani”, lamenta Gensler. E naturalmente anche gli europei, visto che Wall Street è il centro della finanza globale. I derivati infatti hanno innumerevoli usi, una parte dei quali sono “virtuosi” e più vicini a noi di quanto possiamo immaginare. I fondi pensione li utilizzano per ridurre il rischio di perdite sui loro investimenti nel caso che le tendenze di mercato abbiano improvvisi rovesci (per esempio un futuro rialzo dei rendimenti sui buoni del Tesoro che deprime il valore di quelli in portafoglio). Le compagnie aeree e navali comprano derivati per attutire il colpo di un rincaro del petrolio. L’industria agroalimentare si protegge da aumenti nel costi dei raccolti. Perfino il consumatore, l’automobilista, è vittima di manovre speculative che attraverso i derivati accentuano il boom delle materie prime. Nessuno dei protagonisti dell’economia reale è veramente tutelato dalle manipolazioni su questi strumenti. Nessuno sa cosa decidono i nove membri del club esclusivo che si riunisce il terzo mercoledì del mese. Il Dipartimento di Giustizia ha aperto un’inchiesta “sulla possibilità di pratiche anti-concorrenziali nel clearing e nel trading sui derivati”.
Insomma..nove persone decidono la sorte di altre sei miliardi..