Amin, che è volato giù di sotto
di Nadia Morbelli
Giunti Editore | Collana A
pp. 232| euro 10,00 | ebook euro 6,99
In libreria il 27 giugno 2013
Dopo il successo di Hanno ammazzato la Marinin, Nadia Morbelli è ora alle prese con un nuovo caso. Sullo sfondo, una Genova da togliere il fiato, il traffico illegale di farmaci pericolosi, la strana morte di un ragazzo di colore.
Ha inizio la nuova indagine della redattrice-detective più appassionata e ironica del noir italiano.
È una gelida sera d’inverno a Genova e Nadia Morbelli, uscita tardi dalla casa editrice, imbocca infreddolita un carrugio in discesa. All’improvviso è costretta a fermarsi: il passo le è impedito da quel che sembra un grosso sacco della spazzatura. Ma una volta vicina Nadia scopre con orrore che quel fagotto rannicchiato sul selciato è un ragazzo. Un ragazzo nero, morto. Sicuramente un clandestino. Forse un tossico. Probabilmente suicida.
Dopo lo choc iniziale, Nadia non può resistere alla tentazione di saperne di più. Insieme alla sorella del morto, brillante universitaria, avvia una personalissima indagine che la porterà a riabilitare Amin e a far luce su di fenomeno attuale e drammatico: il traffico di vaccini e farmaci scaduti o dannosi dall’Europa al Terzo mondo.
Fanno da vivace contorno alle sue investigazioni l’affascinante vicequestore Prini, i genitori e le amiche del cuore, un fidanzato presente a intermittenza, il chiacchiericcio, i personaggi e i paesaggi della provincia tra Genova e Ovada. E tanta buona tavola.
Con questo secondo romanzo Morbelli si inserisce di diritto tra i protagonisti del noir italiano e del giallo femminile e d’impegno: donna emancipata, autonoma, capace di godere di tutti gli aspetti della vita, generosa negli affetti, la protagonista affronta e risolve casi legati a problemi di estrema attualità come il traffico d’armi al centro del primo episodio e – ora – del commercio clandestino di farmaci.
Dopo Hanno ammazzato la Marinin Nadia Morbelli conferma anche il suo gusto per una lingua personale frizzante, curatissima, condita con gustose parole gergali e dialettali (con tanto di glossario finale) che ne dimostra la maturità di scrittrice.
L’autrice
Nadia Morbelli è non solo il nome della protagonista della serie, ma anche il nom di plume dell’autrice, che vuol restare anonima; nata a Genova, dove si è laureata in paleografia, lavora in università, è redattrice in una piccola casa editrice e collabora con diverse riviste di settore. Vive tra Genova e il Basso Piemonte, da cui parte della sua famiglia proviene. I momenti più belli della sua vita li trascorre in biblioteche polverose o viaggiando in giro per il mondo. Per Giunti è uscito il primo titolo della serie e suo romanzo d’esordio, Hanno ammazzato la Marinin.
Tag
Giallo femminile – Noir italiano – Terzo mondo – Immigrazione – Traffico di medicinali – Genova – Provincia
Hanno scritto del romanzo precedente
Una vera e propria prova di deflagrazione del genere. L’Indice dei libri
La Morbelli ha una vita troppo sgualcita per non risultare simpatica: una rivincita sulle donne belle e fortunate. Grazia
Nuova e ironica voce del giallo italiano. Corriere Nazionale
Dal libro
Tempo cinque minuti e avevamo sentito l’ululato di una sirena rimbombare fra i palazzi della strada di sopra. Poi, all’imbocco del vicolo era baluginata la luce azzurrognola e intermittente di una volante: in un lampo due poliziotti ci avevano raggiunti di corsa. Di lì in poi i miei ricordi si fanno vaghi, discontinui: i celerini chinati sul corpo di quel disgraziato… Gian Paolo che intirizzisce nella giacca di tweed… la voce roca e metallica che esce dalla ricetrasmittente… un mezzo lenzuolo bianco uscito chissà da dove buttato sul cadavere… io che rispondo non so cosa a un bel giovanotto in divisa… i suoi occhi di un celeste chiarissimo…
***
– Ti ricordi quel tipo che ho trovato morto nel vicolo?
– Sì. Si è poi scoperto come è andata?
– Boh? A quanto scrivono i giornali era impasticcato. Tanto da cadere dalla finestra.
– Magari ci si è cacciato lui dalla finestra: pare che se ci si strafà ben bene di certa roba si abbia la convinzione di poter volare.
– O si incontrano elefanti rosa in tutù… Mi sembra un po’ sbrigativa come soluzione, ti pare? Ho visto sua sorella.
– La sorella di chi?
– Del morto.
– Ma sei andata di cervello? Cosa ti è venuto in mente?
– A me niente. È capitato. È capitato per caso.
– Per caso? E come?
– Ad Architettura. In biblioteca…
– E lei che dice? Lo saprà bene, no, come è morto suo fratello…
– Ti ho detto che l’ho vista, mica che le ho parlato!