Magazine Diario personale
Sì, sto lavorando FUORI di casa.
Che novità eh? Ha colto impreparata pure me!
Non vi ho mai raccontato del nostro socio numero 4, l'uomo -ombra, quello che vive a Valencia e che ha preso in eredità dal padre un ex negozio di prosciutti e l'ha trasformato nel nostro negozio bio-alternativo-casalingo. Lavoriamo in modo sinergico e i profitti vanno all'Associazione, quindi lavoriamo fondamentalmente per la gloria, noi gli fornivamo la verdura, poi lui compra sacchi di legumi e cereali e altre cose e li rivende a buoni prezzi, tipo che voi entrate e vi servite dal sacco la quantità che volete di riso e ceci, è sempre attivo per organizzare corsi e conferenze in loco, e facendo poi il suo vero lavoro, cioè l'informatico.
Fatto sta che quindi conducevamo due vite separate, noi all'orto e lui in città, tra l'altro nel mio amatissimo quartiere dove ho vissuto anni, Benimaclet, tra birre, concerti passeggiate in zona pedonale, ah che tempi!
E non fa in tempo a tornare dalle ferie, anzi mi scrive un'email dalla Germania (sua moglie è tedesca) dicendomi che: aspettano un bambino! E devono cambiare casa! Il tutto entro il 9 di settembre! Che a gennaio arriva il baby e loro stanno in alto mare. M ricorda qualcuno mmmhhhh..... Io arieggiavo già da tempo l'idea di occuparmi per alcune ore del negozio, guardate anche solo per il gusto di fare un giro, vedere gente, fare cose, mettere in pratica alcuni progetti di comunicazione e così eccomi da una settimana mi alzo alle 6.30 e vado al lavoro in auto invece che in metro perché già che vado mi porto la verdura fresca (invece che farla portare in fugo dal nostro fattorino) e fino alle 14 sto là, anche se per tre giorni a settimana. Visti gli orari non me la sono sentita di prendere Marc e spedirlo dalla tagesmutter alle 8 del mattino, quindi o lo accompagno dalla nonna oppure come stamattina, viene lei e aspetta che si svegli per portarlo via. Ma come sapete mia suocera è professoressa di ginnastica e fa la sarta per tutta la via, quindi non è che è sempre disponibile. Quindi da una settimana andiamo a dormire alle 21,20 per poter dormire abbastanza e fare in modo che Marc si svegli anche lui alle 7 più o meno, così da non stordirlo e lasciargli il tempo di giocare, suonare il tamburo e ripigliarsi prima di portarlo dalla tages. Mercoledì facciamo la prima prova, proprio perché non vado in città. E vabbé. Due anni fa è stato il nostro turno, quello di rallentare per preparare la casa e l'arrivo di Marc, con i nostri soci che si sono sobbarcati mesi di lavoro extra e ora giustamente tocca a noi farci carico delle loro necessità. E comunque vado a lavorare tre mattine a settimana, dopotutto è anche bello vedere l'alba e servire le verdure di prima mano: a Valencia tutti ci conoscono, ma non è che sappiano identificarci personalmente perché anche ai mercatini e fiere dove ci presentiamo c'è sempre confusione. Per promuovere i prodotti poi mi sono inventata un pacchetto con ricetta: mi rendo conto che la gente va a comprare e compra sempre sempre sempre le stesse cose e se sono impacchettate ancora meglio. Per stimolare quindi la creatività in cucina, quindi mi sono messa a studiare il tipico marketing del supermercato: anche noi facciamo pacchetti per 5€ per esempio con (quasi) tutto l'occorrente per preparare una cena per 4 persone. L'altro giorno è stato il turno delle lasagne vegan, con salsa di seitan e panna di soja, questa settimana invece fagioli al curry. Prossimamente, man mano che spariranno i pomodori e le melanzane, il vero traino dell'estate, dovrò vendere tutte cose verdi: brocoli, cavoli, spinaci, biete.... tutto VERDE! Stampo la ricetta e la metto nella scatoletta. Ovviamente tutto bio e con prodotti presenti in negozio: un po' di verdure, qualcosa di riso o pasta o cereali, salse o reparto frigo.
Quindi so già da dove spulcerò per prendere ispirazione e far mangiare un po' meglio i nostri clienti (che già il fatto che siano nostri clienti, bé, sono ben educati!). Siamo inoltre a 200 mt da una scuola e per questo che ho deciso di aprire un'ora prima, alle 9. Per acchiappare le mamme che lasciano i figli e passano davanti al negozio. Non avete idea quanto mi sia costato vendere una banana, una mela e una pera ecologica, con tanto di packaging carino, come “merenda sana”: ditemi voi come posso invogliare le mamme a far mangiare bene i loro figli.
Io sono sempre stata una consumatrice abbastanza oculata e mi stupisco di come mi senta strana nel pensare che sia ovvio per me consumare alimenti di questo genere, ma non lo sia per gli altri. Ma non perché li produca, semplicemente perché sia giusto e sano. Devo fare lo sforzo quindi di mettermi nei panni di una normale famiglia cittadina e auto-convincermi che spendere quel qualcosa in più per frutta, verdura e cereali sia un vero beneficio, non una spesa inutile. E quindi racconto loro di come viviamo, la nostra etica, li intorto che mi faccio paura da sola. Mostro pure le foto di Marc e racconto le sue prodezze ortolane.
Ma secondo voi cosa dovrei fare affinché la cosa scorra più fluidamente?
Accetto consigli!
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Vi ricordo poi che è aperto il giveaway di Pura Vida, cioè sulla libertà.
E mi raccomando, che giá ho notato chi si iscrive senza nemmeno leggere ma farò finta di niente
Non fatemi venire a prendervi per le 'recchie una ad una... vi aspetto, dai!
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