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[Novità] Dove non si tocca & Il coraggio delle fanciulle (et al./Edizioni)

Creato il 20 luglio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

Gaia Formenti
Dove non si tocca

et al. Narrativa
13,75 x 19,8 cm
pp. 128 € 12
ISBN 978-88-6463-128-8

Ha solo due anni la bambina di Dove non si tocca quando per la prima volta viene lasciata sola dalla madre.

Ed è come se l’avesse perduta per sempre.
Il distacco materno è l’immagine che Gaia Formenti ha scelto come prologo del suo vibrante romanzo di formazione.
Il viaggio nel mare aperto dei sentimenti di una bambina di Milano, dall’infanzia alla soglia della pubertà.
Un diario tenero e struggente sul tempo e sulla fatica del crescere, scritto con parole lievi che divertono e commuovono.
Come la sua piccola protagonista, capitano coraggioso dallo sguardo emozionato e mosso che scopre il mondo per la prima volta.
E noi con lei.

Gaia Formenti nasce nella notte del 19 gennaio 1985. La neve è così alta che sfiora i nasi.
Seguono estati fatte di biro masticate, ginocchia sbucciate, libri sul pavimento.
Inverni di lezioni al Conservatorio Verdi, corse all’Università, bisbigli alle proiezioni della Scuola di Cinema. E biro masticate.
A 26 anni partecipa alla raccolta poetica della rivista “L’immaginazione” (Manni Editore) e nello stesso anno viene selezionata al premio poetico Cetonaverde Poesia.
Tra il 2012 e il 2013 insieme a Lidia Ravera e Chiara Mezzalama è una delle voci del romanzo a puntate pubblicato sulla rivista “Leggendaria”.
Ancora allena le dita sul violino e sogna le macchine volanti di Miyazaky.
Vive a Milano. Ma se chiude gli occhi vede l’erba alta dell’Ariège.
Dove non si tocca è il racconto della sua infanzia.

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Jacqueline Pascal
Il coraggio delle fanciulle

Lettere
a cura di Silvana Bartoli

et al. Saggistica
12,5 x 18 cm
pp. 176 € 15
ISBN 978-88-6463-127-1

Dal profondo di un convento di clausura, una monaca del Seicento ha l’ardire di affrontare un problema che punta al cuore della fede: il rapporto tra la chiesa gerarchica e la chiesa di Dio. Dall’interno di una religione che alle donne impone silenzio, obbedienza, piaghe e cilici per essere gradite a Dio, esce una voce che si appella alla libertà di coscienza.
Quel convento, Port-Royal, fece sentire la sua voce in tutti i livelli della società del tempo, imponendosi come un modello di rigore e di austerità, attirando nella sua orbita intellettuali come Pascal, La Rochefoucauld, Racine, Mme de Sévigné, Mme de Lafayette…
L’abate di Saint-Cyran viene chiamato a predicarvi e l’abbazia viene identifi cata col giansenismo.
Il primato della spiritualità contro il fasto, contro la ricchezza e le esibizioni mondane, non poteva non attirare su Port-Royal i fulmini di Luigi XIV; dopo aver brillato negli anni della persecuzione, l’abbazia fu rasa al suolo nel 1712.
Eppure la voce di quel gruppo di donne votate a Dio, pur nelle contraddizioni presenti nelle pieghe delle loro vite, raggiunse un potere unico nel conquistare le coscienze ben oltre il secolo in cui vissero.
Paradossalmente la distruzione voluta dal potere, politico e religioso, ha permesso allo spirito di aleggiarvi libero, edifi cando veramente quella dimora del silenzio che era tra le ambizioni più alte delle religiose.
Nel 2013 cade il terzo centenario della bolla Unigenitus, ultimo atto delle imposizioni con le quali la gerarchia religiosa cercava di zittire defi nitivamente una comunità che aveva imparato a non confondere la fede in Dio con l’obbedienza al clero.

Silvana Bartoli si occupa di ricerca storica, in particolare di storia delle donne, sviluppandone le tematiche riguardanti identità e memoria, con attenzione specifica alle forme e ai modi della monacazione femminile nel Seicento. Oltre ai saggi – citiamo quello contenuto in Angélique Arnauld, Relazione su Port-Royal, Sellerio 2003 (Premio Deledda) – e alla cura di volumi collettivi, ha pubblicato le seguenti monografi e: La Madalena di Novara.
Un convento e una città, Sellerio 1995 (Premio Il paese delle donne); Le vite di Jacqueline Pascal, Olschki 2009.


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