Titolo: I giocattoli di Auschwitz
Autore: Francesco Roat
Editore: Lindau
ISBN: 978-88-6708-041-0
Collana: Le Storie
Formato: 14×21
Pagine: 296
Prezzo: euro 19,50
Il libro
Il piccolo Ruben è un «giudeo cacasotto»: così lo deridono i compagni di classe, fino a quando un giorno la scuola gli viene per sempre preclusa. Ma lui non ne fa un dramma. Meglio le lezioni private di clarinetto dal professor Nussbaum, uno che suonava con i Wiener Philarmoniker prima che lo cacciassero perché ebreo. Meglio gironzolare per le strade della città. Meglio starsene a casa, nonostante il clima in famiglia si faccia ogni giorno più cupo e agitato. Una notte, però, tutto precipita, arrivano i soldati e si possono raccogliere solo le cose più importanti,
perché non c’è tempo, alla stazione c’è un treno che aspetta.
Auschwitz ingoia gli ebrei, ma non Ruben. Il ragazzo viene salvato da un ufficiale delle SS, Klaus von Klausemberg, un raffinato melomane che si invaghisce del suo talento musicale. Il militare lo prende sotto la sua protezione, gli dà una certa libertà all’interno del lager, lo ospita nell’ospedale del campo. Ruben vive così una prigionia dorata e Klausemberg diventa per lui una specie di padre, protettivo e prodigo di consigli, oltre che un amico con cui suonare il prediletto Mozart.
La tragica verità del lager affiorerà poco alla volta, insinuerà in Ruben prima dubbi e sospetti, poi inquietudini e orrori, in un crescendo di scoperte sconvolgenti, che, al momento della liberazione, si trasformeranno in un lutto assai difficile da elaborare. Solo due decenni più tardi, rivivendo attraverso un diario postumo la tragedia di Auschwitz, Ruben potrà scacciare i fantasmi che l’opprimono per riconciliarsi infine con l’esistenza.
Intenso e coinvolgente romanzo di formazione, I giocattoli di Auschwitz è un viaggio nell’inferno del campo di sterminio, visto attraverso gli occhi innocenti d’un bambino costretto a crescere anzitempo e a vivere a quotidiano contatto con la «banalità del male».
L’Autore
Francesco Roat , narratore, saggista e critico letterario trentino, già insegnante di lettere e consulente editoriale, ha pubblicato il libro di racconti Tra-guardo (Argo), i romanzi Una donna sbagliata (Avagliano), Amor ch’a nullo amato (Manni), Tre storie belle (Travenbooks), i saggi L’ape di luglio che scotta. Anna Maria Farabbi poeta (Lietocolle), Le Elegie di Rilke tra angeli e finitudine (Alpha-Beta), La pienezza del vuoto. Tracce mistiche negli scritti di Robert Walser (Vox Populi).
dal libro
Un bambino ebreo nell’inferno di Auschwitz.
Un ufficiale delle SS appassionato di musica. Il difficile ritorno
alla vita «normale». Un romanzo duro, intenso e coinvolgente
come la Storia che vi fa da sfondo.
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Titolo: Quando finirà la sofferenza? Lettura e poesie da Theresienstadt
Autore: Ilse Weber
Editore: Lindau
ISBN: 9788871809632
Collana: L’aquila e la colomba
Formato: 14×21
Pagine: 296
Prezzo: euro 24,50
Il libro
Nella Cecoslovacchia degli anni ’30, Ilse Weber è una giovane donna ebrea, colta e vitale, che ha rinunciato a una brillante carriera di scrittrice per l’infanzia e autrice di radiodrammi, per amore del marito Willi e dei suoi due bambini. È una parentesi felice che non è destinata a durare: con l’occupazione tedesca del Paese, gli ebrei sono fatti oggetto di una persecuzione crudele e inesorabile. Ilse deve progressivamente rinunciare a tutto – alla propria casa, ad andare al cinema, a teatro, nel parco, persino a uno dei suoi bambini, Hanuš, che a nove anni lascia la famiglia per raggiungere prima l’Inghilterra e poi la Svezia –, conformarsi ai divieti più umilianti, vedere gli amici di un tempo evitarla o girarle le spalle. Fino alla suprema prova dell’internamento a Theresienstadt nel febbraio 1942.
Tutte queste vicende ci sono restituite, nello stile semplice e immediato di una conversazione, dalla sua corrispondenza con Lilian, l’amica che accoglie Hanuš in casa sua, e con pochi altri interlocutori.
Ma della Weber ci sono miracolosamente giunte anche le poesie e le canzoni
composte per i bambini del reparto medico pediatrico del campo di concentramento.
Raccolte e seppellite in un capanno degli attrezzi prima del trasporto finale ad Auschwitz (avvenuto nell’ottobre 1944), sono state recuperate dal marito dopo la liberazione e riunite con altre ottenute direttamente dai sopravvissuti.
Se lei non ebbe scampo, il suo ricordo si conservò infatti tenacemente nei cuori dei suoi compagni di sventura. Non potevano dimenticare come la sua poesia avesse illuminato il buio della vita nel lager, dando loro la forza di continuare a sperare.
Dal libro
L’atmosfera della sera
Nel morbido crepuscolo si scioglie il giorno.
Nel grigio velo si avvolgono le colline,
le ombre si allungano gigantesche dietro le siepi,
la notte spalanca le sue ali.
Un ultimo raggio penetra le nuvole scure,
il vento si infila sibilando fra le canne,
nella valle profonda una sorgente canta,
come una madre intona una dolce ninna nanna.