(Le nozze di al-Zayn), ebbene, tirate un sospiro di sollievo: l'attesa è terminata. Il Cari lettori che, come me, stavate aspettando la traduzione di عرس الزين 6 giugno esce infatti per Sellerio Le nozze di al-Zain, dello scrittore sudanese Tayeb Salih, tradotto dall'arabo da L. Declich e D. Mascitelli, coppia già collaudata nella riuscita traduzione di Azazel, di Y. Ziedan.
Le nozze di al-Zain è il primo romanzo di Salih ed è una commedia, "breve e sorprendente":
[...] racconta le stravaganti imprese sentimentali di un personaggio unico nella letteratura di ogni paese. Alto e sgraziato, due soli denti in bocca, al-Zain si è conquistato sul campo una fama sfortunata, quella di un uomo che si invaghisce perdutamente di ragazze che finiscono sempre per sposare qualcun altro. Non gli manca il buon gusto, visto che "si innamorava solo delle ragazze più belle e attraenti del paese, quelle più educate, e quelle con la parlata più dolce", ma tanto efficace è questa sua paradossale qualità, questo suo disperato talento, che le madri affrante di figlie zitelle lo cercano e lo inseguono, confidando nel suo amore senza speranze per cambiare il destino nuziale di quelle giovani donne dall'incerto futuro. (continua sul sito di Sellerio).
Ma Salih è conosciuto al grande pubblico, anche quello italiano, per quello che è considerato universalmente il suo capolavoro: La stagione della migrazione a Nord ( موسم الهجرة إلى الشمال , trad. dall'arabo di F. Leggio; Sellerio, 1992; 2011).
La stagione della migrazione a Nord è un libro estremamente complesso, nonostante la sua brevità (177 pagine). Volendo semplificare, potremmo dire che il tema portante è quello dell 'incontro/scontro tra il Sud e il Nord del Mediterraneo. Pubblicato tra il 1966-67, anticipa di molti decenni il filone dello scontro di civiltà teorizzato da intellettuali come Fukuyama e Huntington. Ma non solo: come scrive F. Leggio nella sua introduzione all'edizione italiana, Salih innova i termini del discorso dell'incontro tra le culture spostando il focus da oriente-occidente a Nord-Sud: "Il nord è la novità per la letteratura araba, poiché prima di questo romanzo, erano occidente ed oriente i termini dell'opposizione che viene ora tradotta con nord/sud. In virtù di questo spostamento [...] La stagione della migrazione a Nord s'innesta nel grande dibattito sulla divisione del mondo in nord e sud".
La stagione della migrazione a Nord è un romanzo che lascia inquieti, che disturba, che s'insinua sotto pelle e che lascia il lettore sospeso fino all'ultima riga, a quello straziante ma catartico grido d'aiuto. Nel mezzo: il peso del colonialismo, le speranze e le paure, gli stereotipi, l'esotismo, la carnalità, la crudezza, la morte e il Nilo, imponente, che scorre. Che divide, il Nord dal Sud. La scrittura di Salih è concreta e poetica al tempo stesso, potente e piena di significati e rimandi letterari, sociali e culturali.
Non sono quindi rimasta molto sorpresa nello scoprire che in moltissime delle top ten arabiste che mi erano state inviate da amici e lettori, il libro compariva sempre.
Edward Said, l'intellettuale palestinese autore di Orientalismo, lo classificò "tra i sei libri più belli scritti in arabo nel Novecento" (dalla postfazione di F. Leggio all'edizione italiana) e lo definì come "una favola coloniale", la risposta a Cuore di tenebra di Conrad, di cui fu grande estimatore. La Arab Literary Academy di Damasco lo definì il più importante romanzo arabo del XX secolo.
In Italia è stato pubblicato per la prima volta da Sellerio nel 1992; una seconda edizione, rivista, è uscita nel 2011 ed è quella che ho anche io. Il traduttore, Francesco Leggio, ha firmato una bella introduzione che introduce il lettore alla vita di Salih e all'importanza del libro, e una postfazione in cui il romanzo viene analizzato a confronto con l'opera di Said e di Conrad.
Personalmente non amo le introduzioni e le postfazioni (ma dovendo scegliere, prediligo senza dubbio le seconde) perchè spesso sono fuorvianti o anticipano la trama del romanzo, rovinandomi così tutta la sorpresa del leggere, che è la parte che più preferisco quando compro un libro nuovo. Anche in questo caso dunque, ho prima letto il romanzo e poi l'apparato critico.
E credo che abbia funzionato, perchè mi è venuta voglia di leggere il libro una seconda volta.
Tayeb Salih è nato nel 1929 nel nord Sudan. Dopo aver studiato nella capitale Karthoum ed aver lavorato come insegnante, si trasferisce a Londra dove lavora per la BBC Arabic. In seguito lavorerà come direttore del settore informazione in Qatar e per l'UNESCO a Parigi, alternando sempre l'attività letteraria a quella nel campo dell'informazione e della comunicazione. È morto nel 2009 a Londra.
Grazie a Giacomo L. per la segnalazione!