English: Nick Hornby giving a public reading at Central Library, Seattle, Washington. (Photo credit: Wikipedia)
Una carrellata di titoli in arrivo tra settembre e novembre, qualche nome di richiamo, qualche titolo che siamo già molto curiosi di leggere. Per i lettori, la consueta avvertenza, che vale per i fondi comuni ma anche per i libri preceduti da ampia campagna stampa: anche se il libro precedente vi è piaciuto, non vi è garanzia di ottenere ugual rendimento.
Chiedete informazioni anche al libro, qualche settimana dopo l’uscita, per sapere se sa qualcosa in più del libro che vorreste acquistare.
La vita sognata di Ernesto G, Guenassia Jean-Michel, Salani
Joseph Kaplan, ebreo praghese, viene spinto dal padre a specializzarsi a Parigi in Biologia. Il prestigioso istituto Pasteur gli offre una posizione di ricercatore nella sede di Algeri e qui incontra Christine, la fidanzata di un amico, attrice teatrale e femminista intransigente. Brillante e infaticabile, Kaplan si guadagna la stima del direttore dell’istituto, che allo scattare delle leggi razziali istituite dal governo Pétain lo spedisce in un remoto avamposto di ricerca, salvandogli la vita. Ad Algeri, a guerra finita, Joseph ritrova Christine e le chiede di partire con lui: destinazione Praga, dove spera di ritrovare il padre di cui non aveva più notizie da anni. Nella Praga della ricostruzione e dell’ideale socialista, Joseph e Christine trovano amici e un equilibrio che culmina nella nascita di due bambini. Kaplan viene eletto deputato, è un medico stimato e conosciuto. Hanno inizio però le purghe interne al Partito: Christine scompare con il figlio più piccolo e accanto a Joseph rimangono Helena, la figlia maggiore, e Tereza, la moglie dell’amico Pavel. È questa la composizione della famiglia di Kaplan quando lo ritroviamo, direttore di un sanatorio in campagna, alle prese con un paziente moribondo inviatogli direttamente dai vertici del Governo. Il paziente misterioso è Ernesto G., e tra lui e Helena nasce un amore. Impossibile.
Io sono Malala, Yousafzai Malala, Garzanti
9 ottobre 2012. Il sole brilla forte sulla valle di Swat. Dal vecchio scuolabus senza tetto che la riporta a casa, Maiala sorride e segue il volo degli aquiloni colorati nell’enorme cielo azzurro. Anche oggi ce l’ha fatta: ha attraversato il Hume e ha raggiunto la scuola. È riuscita a studiare, a leggere , a imparare. Nonostante i pregiudizi. Nonostante le minacce. Nonostante le imposizioni. Perché i Talebani al potere vogliono togliere questo diritto a tutte le ragazze come lei, e sono pronti a uccidere chi osa gridare il proprio desiderio di conoscere il mondo. Maiala questo lo sa bene, e quando a un tratto l’autista frena rumorosamente, fermando il bus nel mezzo di quella strada fatta di terra e polvere, capisce subito che qualcosa non va. Un uomo, i capelli lunghi e il volto coperto da una folta barba scura, sale a bordo all’improvviso con un salto. Impugna una pistola nera e grida furioso il suo nome. Sta cercando proprio lei. Nessuno parla, nessuno risponde a quell’urlo. Poi lentamente i visi cominciano a girarsi e a guardare Maiala, indicandola in silenzio con occhi impauriti. Lei è l’unica, sullo scuolabus, ad avere il volto scoperto e lo sguardo fisso su quell’uomo che rapidamente alza il braccio e fa fuoco. Quattro rumori violenti, quattro spari, quattro proiettili la colpiscono. Ma quella mattina Maiala non muore, e questa è la sua storia.
BARBARA KINGSOLVER- La collina delle farfalle, NERI Pozza
In una fattoria sperduta tra gli Appalachi, la catena montuosa più antica degli Stati Uniti, Dellarobia Turnbow conduce la sua inquieta esistenza fatta di continui dissidi con i suoceri nella conduzione della casa e di un rapporto matrimoniale privo di ogni slancio e passione. Rimasta incinta a diciassette anni, ha sposato in nozze riparatrici il figlio imbelle di un allevatore di pecore. Dieci lunghi anni di vita coniugale le hanno lasciato soltanto il peso di un legame insopportabile, che si scioglie come neve al sole non appena compare al suo cospetto un ragazzo attraente e più giovane di lei. Spinta dal desiderio di imprimere una svolta alla sua esistenza, Dellarobia accetta di incontrare il ragazzo sul monte alle spalle della fattoria. In un mattino cupo e nuvoloso, si inoltra nella foresta e prende la strada per la montagna. Uscita dall’ombra del bosco, sul fianco di una collina, uno spettacolo sconvolgente si spalanca, tuttavia, davanti ai suoi occhi. Come in un film di fantascienza, la valle sembra un lago di fuoco. Gli abeti appaiono carichi di grumi luccicanti, i tronchi e le fronde, sinistramente mobili. Davanti a quella visione inquietante, Dellarobia ricava una sola verità: il Cielo non vuole che lei consumi il suo tradimento. In realtà, la collina è diventata la dimora di milioni di farfalle monarche, magnifiche farfalle arancioni capaci di volare per migliaia di chilometri verso i luoghi in cui svernare. Per Dellarobia, però, e per la piccola, religiosissima comunità rurale raccolta nelle fattorie ai piedi degli Appalachi, è il luogo di un miracolo, la sede di un oscuro presagio. Sarà soltanto con l’arrivo nella comunità di Ovid Byron, il carismatico e affascinante biologo che scorgerà nel fenomeno l’inquietante segno di uno sconvolgimento climatico, che Dellarobia scoprirà la verità. E il comportamento di volo che ha condotto le farfalle là dove non dovrebbero essere le apparirà una perfetta metafora della sua vita: la vita di una donna che non è al suo posto nel mondo ed è, tuttavia, incapace di spiccare il volo. Magnifico romanzo sulla modernità e la catastrofe climatica, sull’amore e il tradimento, sulle certezze della scienza e il sentimento religioso, La collina delle farfalle è uno di più grandi bestseller dell’ultima stagione letteraria.
Barbara Kingsolver è nata nel 1955 nel Maryland. Laureata in biologia, è considerata una delle scrittrici americane contemporanee più importanti. Nel 2000 le è stata assegnata la massima onorificenza statunitense in campo artistico, la National Humanities Medal, e nel 2010 ha vinto l’Orange Prize. Vive con la famiglia in una fattoria, nel sud degli Appalachi.
Nick Hornby, Tutti mi danno del bastardo, Guanda
La giornalista Elaine Harris ha sempre raccontato le cronache del suo matrimonio in una rubrica del giornale, molto apprezzata dal suo direttore e da numerosi lettori. Ma quello che nessuno si sarebbe aspettato – e men che meno suo marito Charlie, dirigente di una grande banca – sono gli articoli al veleno che iniziano a uscire una settimana dopo il divorzio tra i due. Per Charlie anche solo andare in ufficio diventa un problema, visto che tutti leggono (e apprezzano) le colonne in cui Elaine racconta con dovizia di particolari le sue varie, innegabili mancanze come marito, come padre, come amante. E presto tutti finiscono per conoscerlo come “Il bastardo”…
Olga Tokarczuk
Nella quiete del tempo, Nottetempo
Torna in libreria il terzo e acclamato romanzo della scrittrice polacca Olga Tokarczuk, una delle scrittrici più amate in patria, premiata nel 2008 con il prestigioso premio Nike e tradotta in oltre 20 lingue. Nella quiete del tempo, ambientato nel villaggio mitico di Prawiek, racconta, attraverso le storie di un piccolo microcosmo, tutto un secolo di storia, quello feroce del Novecento. Mentre scorrono, in una saga, le vite dei personaggi e delle cose che Tokarczuk fa muovere sul palcoscenico di Prawiek, il “centro dell’universo”, la Storia getta la sua ombra e prosegue, implacabile.
Una favola strana su un villaggio immaginario, Alfa, “un luogo situato al centro dell’universo” e sorvegliato dai quattro arcangeli. La storia comincia all’inizio del secolo, attraversa due guerre e finisce alla fine del Novecento. È la storia degli abitanti del paese che invecchiano piano piano, divenendo consapevoli ognuno del proprio destino: Popielski, aristocratico che si ritira dalla vita per giocare a un gioco da tavola misterioso, la Spigolatrice, vecchia contadina che vive insieme a una figlia selvatica; Izydor, l’idiota del villaggio che riesce a guadagnarsi da vivere con gli indennizzi per le raccomandate da lui spedite e mai consegnate. E, al di sopra di ogni cosa, c’è un Dio vanitoso ed egoista che si è stufato degli esseri umani. Come ha detto la stessa Tokarczuk, “è la storia di un mondo che, come tutte le creature viventi, nasce, cresce e poi muore”.
«Olga Tokarczuk è una pittrice di parole e sogni, pieni di significato». Booklist
«Tokarczuk costruisce il mito da ritagli di storia vera». Gazeta Wyborcza
Hanno detto di Guida il tuo carro sulle ossa dei morti:
«Un libro sulla responsabilità umana, splendido e indimenticabile». Lella Costa
Olga Tokarczuk (1962) è la scrittrice polacca più nota in patria (per tre anni consecutivi i suoi libri sono stati votati come i più amati dai lettori). Insignita di numerosi premi letterari tra cui il Premio Nike (2008), i suoi romanzi sono tradotti in venti lingue. In Italia sono usciti Che Guevara e altri racconti (2006) e Casa di giorno, casa di notte (2007). Con nottetempo ha pubblicato Guida il tuo carro sulle ossa dei morti (2012). Nella quiete del tempo ha vinto uno dei più prestigiosi riconoscimenti polacchi, il Premio della Fondazione Koscielski.
La signora della luna, Moyes Jojo, Mondadori
Hong Kong, 1953. Joy, ventenne inglese ribelle, incontra un giovane ufficiale di marina e in ventiquattr’ore decide di sposarlo. Londra, 1980: a diciotto anni la figlia Kate scappa di casa con una bimba neonata che vuole crescere da sola. Irlanda, giorni nostri. Sabine, ragazza irrequieta, viene mandata in campagna dalla nonna Joy. Sarà la giovane, a partire da una vecchia foto di famiglia, a scoprire un segreto nel passato della famiglia, e a ricucire il legame tra le generazioni.
KIM FAY- La mappa dei ricordi perduti, Neri Pozza
Nel 1925, a Shanghai, nessuno si chiede perché un forestiero metta piede in città. Si dà semplicemente per scontato che abbia qualcosa da nascondere. A che cosa serve, infatti, un’enclave in cui non occorre esibire alcun visto o passaporto se non a offrire rifugio a diseredati, avventurieri e criminali d’ogni specie desiderosi di una vita nuova? Irene Blum non sfugge alla regola e, nel 1925, mette piede a Shanghai col suo bravo segreto da custodire gelosamente e celare a sguardi e orecchi indiscreti. Irene è cresciuta girovagando per le sale del museo Brooke di Seattle, e ascoltando, come fosse una favola per bambini, la storia della civiltà Khmer. Sa tutto dei loro templi, delle loro ricchezze e della scomparsa improvvisa e inspiegabile del loro regno. In seguito a una serie di incredibili circostanze, è venuta in possesso di una mappa della Cambogia e di un diario che risalgono alla metà dell’Ottocento. Nelle pagine del diario, un prete racconta di aver trovato un tempio degli Khmer al cui interno sono custoditi i 10 leggendari rotoli che narrano la storia e la fine della loro civiltà. Su incarico di Henry Simms, proprietario del museo ma anche suo mentore e tutore, Irene cerca di appurare la veridicità di quella che potrebbe essere una delle più sensazionali scoperte archeologiche degli ultimi tempi. A Shanghai, tra spie e trafficanti d’armi e d’arte d’ogni specie, e a Saigon, su strade che trasudano oppio e afa, si inoltrerà in un passato dimenticato, fino al luogo in cui una scoperta ancora più importante di quella agognata verrà alla luce.
Kim Fay è creatrice della fortunatissima serie To Asia With Love Guidebooks e editor di Gayot Publications. Autrice di molti testi che parlano della cultura e della cucina dell’Asia, ha vinto il Best Asian Cookbook of 2010 e ricevuto riconoscimenti da KCRW, NBC e dal Library Journal. La Mappa dei ricordi perduti è il suo primo romanzo, acclamato subito dalla critica. Selezionato, come migliore opera prima, tra i finalisti dell’Edgar Award 2013, il prestigioso premio vinto in passato da Raymond Chandler, John Le Carré, Ken Follett e Umberto Eco, come miglior romanzo d’esordio.
Nella Shanghai del 1925, dove si dà per scontato che tutti abbiano qualcosa da nascondere, una giovane donna si aggira con il suo segreto: un’antica mappa e un diario che parla di una sensazionale scoperta archeologica.
Dall’Oriente, un grande romanzo d’avventura, una storia che ci riporta in un regno misteriosamente scomparso.
Selezionato, come migliore opera prima, tra i romanzi finalisti dell’Edgar Award 2013, il prestigioso premio vinto in passato da Raymond Chandler, John Le Carré, Ken Follett e Umberto Eco, come miglior romanzo d’esordio.
PEDRO ZARRALUKI- Storia del silenzio, Neri Pozza
Irene collabora con una casa editrice. Il suo compagno è uno scrittore alle prese con un romanzo che non solo non lo appaga, ma sta anche minando il rapporto con il suo editore. Vivono in un appartamentino di Barcellona da cinque anni, quando Irene viene licenziata e il suo compagno scrittore dichiara ufficialmente fallito il suo tentativo di romanzo. Ormai sull’orlo della bancarotta, che cosa li trattiene dal lasciarsi tutto alle spalle e partire per un lungo viaggio? Sono in strada da poche ore quando dal motore della macchina arriva un rumore di viti e bulloni, e l’auto si ferma. Soli, in aperta campagna, nel silenzio più assoluto, i due innamorati osservano tristemente il cofano aperto della vettura. Poi la brillante idea: scrivere un libro sul silenzio, una storia del silenzio che spazi dalla letteratura all’antropologia, dalla vita concreta di amici ai trattati scritti sull’argomento.Storia del silenzio è il resoconto di questo tentativo: un avvincente excursus sull’arte del silenzio nel corso dei secoli che ci conduce dalle pagine di Scott Fitzgerald ai riti delle tribù dell’Africa del Sud, dai racconti di W. H. Auden ai saggi di Montaigne,dagli esperimenti scientifici a testimonianze della vita vera, come quella di Olga, una giovane donna che, durante una festa, rimase in silenzio per due ore di seguito. Con uno stile elegante e un ritmo impeccabile, Storia del silenzio è anche un appassionato elogio dell’arte di tacere, perché è proprio grazie alle parole non dette, ai «piccoli segreti e i tradimenti inconfessabili » che l’amore riprende vita, anche quando tutto intorno sembra andare in rovina.
Pedro Zarraluki è nato a Barcellona nel 1954. Ha scritto due raccolte di racconti, Galería de enormidades e Retrato de familia con catástrofe, e i romanzi El responsable de las ranas, Hotel Astoria e Para amantes y ladrones. Nel catalogo Neri Pozza ricordiamo Il piacere e la noia e Un’estate a Cabrera (vincitore in Spagna del prestigioso Premio Nadal), che ha avuto un grande successo di pubblico e di critica.
Un appassionato elogio dell’arte di tacere, delle parole non dette, dei piccoli segreti e tradimenti inconfessabili attraverso i quali l’amore può riprendere vita. Vincitore del Premio Herralde, già conquistato da Javier Marìas.
«Un romanzo che va dalla crudeltà alla tenerezza, dalla luce alle tenebre, che attraversa le strade ingannevoli delle relazioni personali, in un esercizio narrativo tra i più brillanti degli ultimi anni».
Premio Herralde de Novela
«Scritto in maniera impeccabile. Una lettura che, dalla prima riga fino all’ultima, si trasforma in piacere, e in gioco senza regole».
N. Marra, El País
Livelli di vita, Julian Barnes, Einaudi
A un certo livello la vita è aria. I tre leggendari pionieri ottocenteschi che rivivono nel “Peccato dell’alta quota”, la prima parte di questo memoir, sono accomunati dalla passione per il volo, allora ai suoi albori, dall’impulso un po’ sacrilego a sganciarsi dal regno che ci è deputato e conquistare lo spazio degli dei. Più giù, a livello terra, le turbolenze sono quelle dell’amore. A quello infelice di Fred Burnaby, viaggiatore e colonnello della cavalleria inglese, per la “divina” attrice francese Sarah Bernhardt, e a quello invincibile del vignettista, aeronauta e inventore della fotografia aerea Félix Tournachon, alias Nadar, per sua moglie, è dedicata la seconda sezione del libro, “La vita a quota zero”. Ma per alcuni la vita ha in serbo cadute vertiginose. Nell’ultima sezione del libro, “La perdita della profondità”, Julian Barnes racconta i cinque anni successivi alla morte della moglie, l’agente letteraria Pat Kavanagh, scomparsa improvvisamente nel 2008. Barnes s’immerge negli abissi del lutto e del ricordo per riprendersi ciò che è suo. E il libro nel suo complesso è soprattutto e continuativamente questo: un baluardo, coinvolgente ed emozionante, ma mai retorico, di memoria, intesa come la sola vita degna di essere vissuta dopo la rottura del legame più importante. Perché è solo nel ricordo che la dissoluzione risulta impossibile a dispetto del tempo, dei livelli e della fine.
PETER ACKROYD- Londra, Neri Pozza
Londra non è una città, è «un organismo vivente» che cresce e muta continuamente. Partendo da questa suggestione Peter Ackroyd, uno degli scrittori di nonfiction inglesi più conosciuti e talentuosi,scrive un testo che, muovendosi dal saggio storico al romanzo, dal trattato sociologico al racconto gotico, ricostruisce il ritratto millenario e definitivo della capitale britannica. Osservando il «letto di mare dell’era giurassica » ancora visibile, con un po’ di immaginazione, dal ponte di Waterloo o il dente di Mammoth rinvenuto a King’s Cross; ripercorrendo le controversie relative al nome della città (probabilmente di origine celtica); mettendo in scena le famose battaglie contro i Romani e gli anni delle dinastie reali dell’Alto medioevo, Ackroyd accompagna il lettore in un viaggio stupefacente in cui i ritratti dei bordelli di Charles Dickens, le descrizioni dei tetti ingoiati dalla nebbia di Jonathan Swift o la mostruosa metropoli dipinta da George Orwell si fondono con la Londra odierna. Il risultato è un libro eterogeneo che ha il pregio di mescolare accurate ricostruzioni con passi più narrativi e appassionanti in cui Ackroyd dà libero sfogo al proprio talento,regalando al lettore aneddoti strampalati e storie mai sentite, portandolo a visitare luoghi sconosciuti, come la «piccola botola d’acciaio» sotto Leicester Square che conduce a una stazione elettrica situata tre piani sotto terra, e accompagnandolo per vicoli bui mentre descrive quell’odore familiare e «acre di cipolle e antisettico » che non può che appartenere a Southampton Row. Non c’è patriottismo né orgoglio nazionale in questo libro, quanto piuttosto un sano cinismo verso i lati più conosciuti (e inflazionati) della capitale inglese e una tenera attenzione verso quelli più nascosti, verso i cittadini meno visibili, perché la vera essenza della città è proprio l’oscurità e «Londra è posseduta, in senso letterale, dalle tenebre».
Peter Ackroyd è unanimemente ritenuto uno dei grandi scrittori inglesi viventi. Autore di monumentali biografie, Dickens, Chaucer, Blake, Turner, The Life of Thomas More, ha scritto romanzi storici che hanno ottenuto un grande successo di pubblico e di critica, quali The Clerkenwell Tales, Hawksmoor, The House of Doctor Dee. Con Neri Pozza ha pubblicato I fratelli Lamb (2005), La grande storia del Tamigi (2009) e Shakespeare. Una biografia (2011).
Il libro indispensabile per tutti quelli che amano Londra.
Un classico che ha venduto centinaia di migliaia di copie dalla sua prima pubblicazione.
Londra vive e pulsa nelle sue pagine esattamente come nelle sua strade.
Ritratti in jazz, Haruki Murakami, Einaudi
Haruki ha gestito un jazz club per molti anni prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura: ecco, leggendo “Ritratti in jazz” si ha l’impressione di essersi appena seduti a bere qualcosa a uno dei tavoli del club mentre il grande narratore giapponese racconta e commenta quello che si sta ascoltando. “Ritratti in jazz” regala al lettore un Murakami allo stesso tempo inedito e riconoscibile. Riconoscibile perché il jazz, ancora più della corsa, è una delle passioni che formano l’ossatura stessa della sua opera creativa. I suoi romanzi sono ricchi di allusioni a dischi e musicisti: in un’ipotetica ricetta della poetica murakamiana l’ingrediente “jazz” non può mancare. Inedito perché mai come in questo libro si ha l’impressione di sentire la voce autentica e senza mediazioni narrative di Murakami, che conduce il lettore nel suo mondo più quotidiano e sincero. Con un tono amichevole e coinvolgente, privo di tecnicismi eppure capace di regalarci una serie preziosa di informazioni e curiosità, Murakami compone una playlist eccezionale che non solo ci racconta il jazz come mai l’avevamo ascoltato, ma ci svela anche il modo in cui l’autore di “1084″ osserva il suo universo letterario e la realtà che lo circonda.
L’eroe discreto, Mario Vargas LLosa, Einaudi
Quando riceve una lettera di minaccia con un ragnetto al posto della firma, Felicito Yanaqué non perde tempo e va alla polizia di Piura a sporgere denuncia. È proprietario di una ditta di trasporti, ha una moglie, due figli, e una giovane amante di nome Mabel: ha faticato troppo per lasciare che adesso qualcuno gli porti via tutto e, più di ogni altra cosa, a spaventarlo non sono certo i ricatti, ma il disonore. Peccato che dietro a quel tentativo di estorsione non ci sia la mafia locale, ma il suo figlioccio e la stessa Mabel… A Lima, intanto, Rigoberto, a un passo dalla pensione, viene chiamato a fare da testimone a Ismael, il suo datore di lavoro, che sposerà in gran segreto la domestica Armida, per impedire che il suo patrimonio venga dilapidato dai figli. Al ritorno dal viaggio di nozze, però, Ismael muore e Armida, spaventata dalle pressioni degli eredi, scappa a Piura, dalla sorella, che altri non è se non la moglie di Felicito. Sta a Rigoberto mantenere la promessa di testimone e sistemare la faccenda. Due storie dall’incastro perfetto in cui si riaffacciano personaggi memorabili e in cui il Premio Nobel fa finalmente ritorno al suo Perù, terra di segreti e scontri tra generazioni, di poesia e di miseria.
Ologramma per il re, Dave Egges, Mondadori
Alan Clay è partito dal nulla come venditore porta a porta e ha fatto una certa strada nella vita. Negli ultimi anni però la crisi della sua vita privata e dei mercati si è abbattuta su di lui lasciandolo stremato, tendenzialmente ubriaco, con un conto cronicamente in rosso. Se vuole pagare la rata del college di sua figlia ha solo una scelta: trovarsi subito un lavoro, e ben pagato. La sua unica chance si chiama Re Abdullah ed è il proprietario di un’immensa oasi nel mezzo del nulla. Il compito di Alan è difficilissimo: convincere il Re ad acquistare la sua mirabolante invenzione: un ologramma in grado di far apparire chiunque in 3D, direttamente nella tenda del Re in pieno deserto.
Polizia, Jo Nesbo, Einaudi
“Lo spettro” si chiudeva con una scena pietrificante. Harry Hole che, centrato al petto da tre colpi di pistola, cadeva pensando: “È finita, finalmente è tutto finito”. “Polizia” ricomincia da lì, qualche mese dopo, con un uomo in coma piantonato giorno e notte in ospedale. E Oleg, il ragazzo che gli aveva sparato, spedito a disintossicarsi in una clinica svizzera, e poi Rakel, fidanzata storica di Harry, con un lavoro a Ginevra. Oslo nel frattempo è stata sconvolta dai delitti bestiali di un serial killer che si accanisce proprio contro la polizia. Il macellaio dei poliziotti, l’hanno soprannominato. Perché, dopo averli attirati sul luogo di omicidi irrisolti, letteralmente ne spappola i corpi. La polizia ha perso Harry Hole, il suo esperto in fatto di assassini seriali. E anche ammesso che Harry sia ancora vivo, sarebbe disposto a occuparsi del caso? Nessuno si sarebbe mai più trovato in situazioni limite, questo Harry aveva promesso a Rakel. E una volta tanto sembrava deciso a mantenere la promessa. Ma l’amore di una donna è sufficiente a salvare un uomo da se stesso e dai propri fantasmi?
Né vivo né morto, Manuel Vazquez Montalban, Feltrinelli
Spagna, 1993. Luis Roldán, direttore della Guardia Civil, accusato di corruzione e di tanti altri ormai comunissimi reati, traffico d’armi compreso, è fuggito non si sa dove dopo aver svuotato innumerevoli casse e saziato la fame di tanti paradisi fiscali. Trovarlo, vivo o morto, o né vivo né morto, è il compito affidato a Carvalho, il quale, insieme al fido Biscuter, lo cercherà in contesti assai diversi. Ogni servizio segreto possibile e immaginabile gli verrà contro confondendo e infangando governi e faccendieri, dittatori e democrati. Come una Primula Rossa, Roldán scivola via assumendo bizzarre identità che, con assoluta precisione, anticipano quanto il nostro mondo sta oggi subendo. Quasi tutti i personaggi sono reali e, primo su tutti, Luis Roldán, già da un pezzo a piede libero nel patrio suolo nonostante la condanna a trentun anni di galera impostagli nel 1995.
Sfida cruciale, Indridason Arnaldur, Guanda
È l’estate del 1972 e Reykjavík è in fermento: nel palazzetto dello sport sta per cominciare l’incontro di scacchi che vede sfidarsi i due campioni mondiali, il russo Boris Spasskij e l’americano Bobby Fischer. La scacchiera diventa il teatro in cui si giocano le tensioni tra il blocco dei paesi dell’Est e l’Occidente negli anni della Guerra Fredda, con tutta l’attenzione mediatica che ne consegue. Poco prima che inizi la sfida, un ragazzo di diciassette anni, Ragnar Einarsson, viene trovato assassinato in un cinema. Il registratore a cassette da cui non si separava mai e con cui registrava i film per riascoltarseli a casa è scomparso. Marion Briem, mentore ed ex superiore di Erlendur, sospetta subito che il caso sia collegato al clima di paranoia della Guerra Fredda. Il ragazzo è stato ucciso perché ha registrato qualcosa che non avrebbe dovuto ascoltare? O la verità è più banale?
Un mondo sinistro, Vladimir Nabokov, Adelphi
In un oscuro paese dell’Europa orientale – i cui abitanti parlano ora tedesco ora russo ora una lingua che non coincide con nessuna di quelle esistenti – un filosofo quarantenne, Adam Krug, siede annichilito nell’ospedale dove è appena spirata l’amatissima moglie Olga. Krug è una celebrità internazionale, l’unica che possa vantare il piccolo Stato retto dal regime poliziesco di Paduk, fondatore del Partito dell’Uomo Comune, che propugna una dottrina violenta basata sull’uniformità spirituale degli abitanti. Per consolidare la sua rispettabilità, il dittatore ha bisogno dell’appoggio di Krug, ma lo studioso oppone subito il più reciso rifiuto, in nome dei suoi princìpi e della libertà di coscienza. Accecato dal dolore per la perdita di Olga, e troppo confidente nella propria fama, Krug non si preoccupa però dell’incolumità sua e del figlioletto. E quando quest’ultimo, per un odioso ricatto, finirà nelle spire del ripugnante Paduk, il filosofo sarà spinto, al termine di un crescendo drammatico, a un gesto estremo. Concepito nel 1941 e portato a termine tra il 1945 e il 1946, “Un mondo sinistro” è, insieme a “Invito a una decapitazione”, il romanzo più politico di Nabokov. E lo percorre una vena profondamente etica: la difesa dello spirito individuale, della sua libertà creativa, non solo contro ogni forma di dittatura, ma anche contro l’oppressione della società in genere – e contro il principio che sancisce la supremazia del bene collettivo a scapito del singolo.
La mano, Henning Mankell, Marsilio
Kurt Wallander potrebbe finalmente realizzare uno dei suoi vecchi sogni e trasferirsi in una casa di campagna, fuori Ystad. Un giro di ricognizione del giardino lo porta però a fare una macabra scoperta: dal terreno spunta lo scheletro di una mano umana. A chi apparteneva? Da quanto tempo quel corpo è sepolto in quel giardino? Nei poderi lì intorno, non c’è nessuno in grado di fornire una spiegazione. Con l’aiuto dei suoi colleghi e di Linda, la figlia da poco entrata in polizia, Wallander deve scavare indietro nel tempo e cercare di ricostruire la storia di una morte oscura. Una tragedia dove innocenza e colpevolezza non sono nettamente distinte.