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Novità sulle certificazioni BRC e IFS per i mercati europei

Creato il 08 gennaio 2012 da Scienziatodelcibo @scienziatodelci

Novità sulle certificazioni BRC e IFS per i mercati europeiCalo drastico della domanda dei beni di consumo, diminuzione del potere di acquisto, recessione, sono gli scenari che spaventano le aziende alimentari italiane. La stagnazione della domanda interna spinge quindi i produttori ad affacciarsi verso mercati più redditizi e affidabili come quello nord-europeo. Molto spesso la possibilità di aprirsi a questi canali viene data dalle grandi catene di distribuzione, con due opzioni: vendere con proprio marchio oppure con quello del distributore stesso. Avete presente i vari prodotti alimentari con il marchio della catena di Distribuzione? Si chiamano Private Label (Marca Privata) e sono prodotti realizzati da aziende che hanno molto spesso dei loro marchi, anche noti, ma producono e confezionano a nome della Catena di Distribuzione. Come vengono scelti i fornitori che producono per le grandi catene? Con delle procedure basate sui protocolli BRC e IFS. In Italia hanno cominciato Coop ed Esselunga seguiti a ruota dalle altre catene. Il fenomeno è nato però nei paesi anglosassoni con i colossi Tesco, Auchan, Carrefour ecc. i quali hanno legato i prodotti alla fiducia verso il rispettivo marchio, come sinonimo di garanzia. Al fine di ottenere realmente questa garanzia hanno quindi sviluppato dei sistemi di controllo nei confronti di queste aziende produttrici, in pratica loro fornitori. Il BRC o l’IFS (o anche la ISO 22000) sono quindi dei protocolli attraverso i quali vengono applicate e verificate sia le disposizioni di legge in materia di sicurezza alimentare, rintracciabilità e controllo, ma soprattutto sono uno strumento manageriale per la gestione della lavorazione, dello stabilimento e del personale. Dal 2012 entra in vigore la versione 6 del BRC con delle sostanziali novità, alle quali seguiranno anche quelle della IFS. Innanzitutto gli Audit o ispezioni potranno essere anche non annunciati, cioè a sorpresa, a scelta dell’azienda, che in quel caso avrà un punteggio A+ o B+. La versione 6 prescrive agli Auditor di dedicare molto più tempo all’ispezione delle operazioni di lavoro, intervistando il personale. Inoltre, tutti i prodotti e i processi realizzati all’interno del sito ispezionato non possono più essere esclusi dalla certificazione (a meno che non si tratta di prodotti con fatturato marginale).


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