Magazine Cinema
di Louis Leterrier
con Jesse Eisenberg, Woody Harrelson, Mark Ruffalo, Melanie Laurent, Morgan Freeman
genere, thriller
Usa 2013
durata 115'
L'idea era buona, seppur in parte ricavata da meccanismi e situazioni utilizzati a suo tempo per le imprese di Danny Ocean e della sua banda ("Ocean Eleven", 2001). "Now you see me - I maghi del crimine" di Louis Leterrier infatti parla di colpi impossibili e sparizioni clamorose, messi a segno da una squadra di ladri sui generis, in questo caso un gruppo di maghi riuniti e guidati da un misterioso mentore. Lo scopo di tanto ardire è quello di guadagnarsi il biglietto per una cupola magica, il cui accesso dipenderà esclusivamente dalla riuscita delle missioni a cui di volta in volta vengono assegnati. A cercare di impedirlo la caparbietà dell'agente speciale Dylan Hobbs (Mark Ruffalo) e della collega francese Alma Dray (Melanie Laurent), compagni di lavoro in perenne disaccordo.
Louis Leterrier continua a lavorare sul genere inventandosi un mix di sicuro appeal: a farla da padrone nella distribuzione degli ingredienti è l'Heist Movie con modalità che sull'esempio dei predecessori - La trilogia di Ocean Eleven ma anche per fare esempi più recenti "Tower Heist" e "40 carati"- assegnano la prorità alla costruzione di un intreccio criminoso sviluppato a scatole cinesi, con verità continuamente ribaltate da depistaggi che assomigliano a giochi di prestigio. Ed in seconda battuta all'empatia dei personaggi, la cui credibilità necessaria a tenere in piedi l'ambaradan è frutto di un'efficenza scientifica ma stemperata dall'adozione di toni da commedia avventurosa. A completare la ricetta è invece un'estetica da Hero Movie, tipologia che si addice al regista ( ricordiamo la sua versione di Hulk girata nel 2008) e ripresa nella resa visiva della magia che seppure dichiaratamente falsa, viene presentata con la meraviglia e la potenza utilizzata nelle storie degli eroi Marvel e DC Comics, con salti nel vuoto, telecinesi ed altre diavolerie a tratteggiare l'eccezionalità dei nostri protagonisti.
Se l'impasto cinematografico funziona sul piano visivo e del mero intrattenimento, lo stesso non può dirsi per i suoi meccanismi interni. Infatti "Now you see me" invece di focalizzarsi su un unico colpo procede alla maniera dei videogiochi, sviluppandosi per livelli successivi. In questo modo i furti vengono “pensati” in maniera seriale, ogni volta più arditi nella forma ma sostanzialmente identici nella progressione, con l’organizzazione del piano e la sua realizzazione puntualmente seguiti da didascalici flash back che hanno il compito di svelare allo spettatore il backstage di quelle imprese. Di conseguenza la storia invece di stratificarsi e prendere quota assomiglia ad un dolce che non riesce a lievitare, sgonfiata sul più bello dalla ricerca di comprensibilità che appiattisce il resto delle sue componenti. A soffrirne di più sono le psicologie dei personaggi, legate per forza di cose al pragmatismo del film, e perciò costrette ogni volta a ripartire da zero, e poi la filosofia stessa della vicenda, improntata ad una grandeur che la pellicola esibisce attraverso i megashow organizzati dal gruppo per presentare le proprie imprese E' infatti il contrasto tra la promessa di contenuti grandiosi e la successiva traduzione, compressa all'interno di una narrazione episodica e pompata nelle sue accezione più fantasmagorica, a costituire l'anello debole di una rappresentazione che si esaurisce nelle possibilità funamboliche delle riprese. Divertente ma prevedibile "Now you see me" segnala anche il tentativo di Jesse Eisenberg di ampliare il suo repertorio con un personaggio solare e scanzonato, lontano dagli impacci nerd delle precedenti uscite. Un esperimento il suo, riuscito solo in parte.
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