Nella scelta dei siti dei futuri impianti nucleari, sarà necessario il parere delle Regioni, seppur non vincolante. Lo ha stabilito ieri la Corte Costituzionale, intervenendo sull’articolo 4 del Decreto legislativo sulla disciplina della localizzazione, che invece considerava sufficiente l’intesa con la Conferenza unificata per la costruzione delle centrali. Per la Consulta, non è sufficiente l’accordo di tutte le Regioni su tutti i siti potenziali, è necessario anche l’accordo della Regione interessata sul sito specifico, sulla base del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni. “La decisione della Consulta è tutt’altro che negativa per il prosieguo del programma nucleare” – è stato il commento di Stefano Saglia, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico. Anche il parere di Chicco Testa è positivo; si aprirà così “la strada per una positiva competizione fra le diverse regioni. Fra chi saprà e vorrà assumersi la responsabilità di ammodernare il proprio sistema energetico e produttivo, riducendo l’inquinamento e la dipendenza dai combustibili fossili, e chi continuerà a seguire le vecchie strade”. I contrari al ritorno dell’atomo in Italia hanno, invece, accolto la sentenza della Corte Costituzionale come una vittoria del fronte anti-nuclearista; in realtà, la Consulta ha respinto la maggior parte dei ricorsi presentati da ben 13 Regioni, mentre del Decreto attuativo ha solo contestato lo scarso coinvolgimento di queste nell’iter di localizzazione. Certo, il rischio è che la sindrome di Nimby colpisca ancora: come ha dichiarato il presidente di Assoelettrica, Giuliano Zuccoli, “siamo ormai abituati al Nimby che ha portato il nostro Paese ad essere congelato su certe attività. Siamo preoccupati ma confidiamo anche che, nel rispetto, delle regole si possa arrivare ad un chiarimento”. La priorità, infatti, dovrebbe essere per tutti quella di far ripartire la crescita economica del Paese e la questione energetica, in questo senso, svolgerà un ruolo fondamentale. Sempre secondo Chicco Testa c’è bisogno di un “bagno di realtà” perché “restare fermi è da incoscienti” sia dal punto di vista prettamente economico e occupazionale ma anche per la questione ambientale visto che per il 2020 l’Italia dovrà aver abbattuto almeno il 20% delle emissioni di gas serra.
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Nucleare: decisione della Consulta tutt’altro che negativa per il programma nucleare
Creato il 03 febbraio 2011 da PdigirolamoPossono interessarti anche questi articoli :
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