Nucleare è sempre più sinonimo di nuovi posti di lavoro. Dando un’occhiata ad articoli e annunci pubblicati dalle aziende ci sono pochi dubbi: il ritorno all’atomo richiederà necessariamente nuovo personale qualificato, in particolare ingegneri.
L’argomento sarà al centro di un dibattito previsto per la prossima settimana a Roma e organizzato da Enea e Cirten. All’ente nazionale per l’energia nucleare, nello specifico, la ricerca sull’atomo non si è mai interrotta e oggi è più che mai importante potenziare la formazione nel settore dell’energia. Nel corso della giornata saranno illustrate anche le conclusioni di una ricerca condotta per il ministero dello Sviluppo Economico dai due enti, che analizza le necessità formative connesse al programma nucleare italiano. Al tavolo del convegno siederanno figure di spicco legate al nucleare, tra cui il commissario Enea Giovanni Lelli, il sottosegretario all’Ambiente Stefano Saglia e Giuseppe Pizza, sottosegretario del ministero dell’Istruzione.
Già in passato, l’argomento occupazione era stato affrontato più volte: secondo le prime stime, il piano atomico italiano potrebbe richiedere circa 2mila posti di lavoro. Come si sa, sono quattro i reattori finora previsti: durante la gestione ordinaria le centrali avranno bisogno soprattutto di personale tecnico, centinaia di periti industriali, energetici, ambientali, oltre a un numero più contenuto di ingegneri (al 40% nucleari, ma anche meccanici, elettrici, chimici, civili). In tutto, circa 1.200 persone tra diplomati e ingegneri. La fase delle assunzioni per la gestione delle centrali in marcia normale avverrà, invece, tra sei o sette anni.
Ovviamente, i tanti aspiranti ingegneri dovranno ricevere una formazione adeguata:per questo, già da qualche anno le nostre università si stanno attrezzando attraverso l’istituzione di nuovi corsi di laurea nel settore dell’energia. Dopo il boom degli anni ’70, in cui gli atenei sfornavano circa 250 ingegneri l’anno, si è registrato un calo delle iscrizioni. Attualmente, però, è in atto un’inversione di tendenza:i corsi di energia nucleare sono sempre più numerosi. Tra le università spiccano “La Sapienza”, i Politecnici di Milano e Torino e l’università di Pisa. Da segnalare anche quelle di Padova, Palermo, Bologna e i corsi di ingegneria energetica a Pavia.
Un’opportunità per tanti giovani da cogliere al volo, vista anche la crisi che purtroppo viviamo. Prima di dire no al nucleare, allora, sarebbe il caso di fermarsi un attimino a riflettere…